“1333: Firenze dove passavano le ultime mura” di Andrea e Fabrizio Petrioli
Oggi non resta molto delle mura di Firenze: abbattute nell’Ottocento per lasciare spazio ai viali di Circonvallazione, sopravvivono solo in alcuni tratti che, come le principali porte d’accesso alla città, restano in piedi a testimonianza di un lontano passato.
Ma c’è un libro che ci porta indietro nel tempo, accompagnandoci in una passeggiata virtuale attorno all’ultima cerchia muraria e mostrandoci scorci di una Firenze che non c’è più: 1333: Firenze dove passavano le ultime mura (Sarnus, pp. 176, euro 10), di Andrea e Fabrizio Petrioli.
La “cerchia di Arnolfo”, costruita tra il 1284 e il 1333, era tra le più possenti d’Europa. Alta e imponente, lunga oltre otto chilometri, fu innalzata per abbracciare la città di allora e quella del futuro, contenendo la popolazione negli anni a venire e difendendola dai numerosi nemici. Quando la cinta fu chiusa, attorno alle mura c’erano perlopiù distese di campi e prati, ma quei terreni si sarebbero presto popolati e urbanizzati. Alla fine dell’Ottocento, l’area entro le mura è occupata dai nuovi quartieri e la città si sviluppa anche all’esterno dei viali di circonvallazione.
“È proprio in questi anni – spiegano gli autori – che l’attività edilizia e lo sviluppo sociale attorno a ‘dove passavano le ultime mura’ tracciano la Firenze moderna: sorgono i viali di circonvallazione e le grandi piazze, i nuovi quartieri della Mattonaia, del Barbano, della Scala e della Piagentina, nascono le Stazioni ferroviarie Maria Antonia e Leopolda e le sedi di mostre internazionali come il Parterre e il giardino dell’Orticoltura”.
I testi e le immagini – cartoline e fotografie rare dell’Otto e del Novecento che i fratelli Petrioli hanno selezionato attingendo al proprio sterminato archivio – testimoniano proprio la storia di una città in costante divenire, guidandoci tra porte e piazze, strade e monumenti, stazioni e barriere daziarie ma anche teatri e luoghi di svago, per farci capire com’era la vita dei fiorentini entro e fuori le mura, e mostrarci tanti luoghi che oggi non possiamo più vedere ma che hanno contribuito a fare la storia di Firenze.
Mattia Lattanzi
Dal numero 170 – Anno IV del 6/9/2017
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