20 gennaio: i panellini della Misericordia
Il 20 gennaio è un giorno importante per la Misericordia di Firenze, perché si celebra la festa di San Sebastiano martire, patrono del Sodalizio dal 1575.
Fu il Beato domenicano Pietro da Verona, detto anche il Martire, a fondare nel 1244 la Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze, la più antica misericordia italiana con i suoi 770 anni d’interrotta attività.
“Il seme di carità, gettato nel 1244, non ha mai cessato di crescere e di svilupparsi sapendosi sempre attualizzare rispetto al contesto storico e sociale in cui è stata chiamata ad operare” ha dichiarato l’attuale Provveditore, Andrea Ceccherini.
Per tale ricorrenza la Misericordia dona agli ascritti e ai fiorentini i famosi panellini benedetti, perché a Firenze non è la festa San Sebastiano se non si mangia il pane benedetto della Misericordia.
Una usanza che risale al 1581 quando furono stanziati fondi “per 150 picce di panellini a Simone fornaio del campanile”, per distribuirli in segno di solidarietà e carità ai bisognosi e sofferenti.
Ultimamente i chili dei panellini distribuiti oscillano tra 35 e i 50.
Da quel giorno sono passati 433 anni, ma, inalterati nel tempo, sono rimasti sia la tradizione sia l’affettuoso legame che unisce Firenze alla Misericordia.
Ogni anno centinaia di fiorentini affollano, in una sorta di ininterrotto pellegrinaggio, la sede di piazza del Duomo, come le sedi distaccate, per ricevere il panellino benedetto, simbolo di fede e di amore verso il prossimo.
Missione richiamata anche da Benedetto XVI che nel 2011, ricevendo in Vaticano la Misericordia di Firenze, disse: “Vi esorto ad essere sempre più segno di carità, specialmente verso i poveri e i sofferenti”.
Già dalla sera precedente, e per tutta la giornata, tantissimi Fratelli lavorano alacremente per confezionare e consegnare i numerosi quintali di pane benedetto che pervade, con il suo fragrante aroma, i locali di piazza del Duomo.
Panellino che viene anche distribuito dai volontari della Misericordia nelle scuole, agli ospedali, agli istituti religiosi ed alle associazioni assistenziali come gesto concreto di solidarietà.
La festa 2014 prevede alle ore 9, nell’Oratorio di piazza del Duomo, una solenne celebrazione liturgica,con il Coro dell’Arciconfraternita, officiata da S.E. Mons. Claudio Maniago, Vescovo Ausiliare di Firenze, alla presenza delle massime autorità civili e militari della città.
Altre Sante Messe saranno celebrate alle 7 -11,30 – 17,30. Alle ore 17 canto dei secondi Vespri e Panegirico sul Santo con Benedizione Eucaristica.
Ai Confratelli della Misericordia il Cardinale Giuseppe Betori nel 2012 ricordò che “la festa di San Sebastiano ci conduce a meditare la forma suprema della donazione d’amore, quella che non comporta offrire qualcosa di sé a chi è nel bisogno, ma implica di spendere totalmente se stessi, come fa il martire che non misura il suo amore per Dio, ma si sente interamente votato a lui. La misura di questo amore totale diventa poi il metro con cui valutare e modulare la diverse forme in cui si esprime la nostra carità nella ordinarietà della vita”.
Tanti sono gli episodi che si potrebbero narrare per raccontare la sua settecentenaria attività, tra cui l’assistenza fornita alla città durante la famosa peste del 1630, quella descritta dal Manzoni nei “Promessi Sposi”, che a Firenze fece in soli quatto mesi oltre 7.000 morti, quella durante la prima guerra mondiale, con l’epidemia di febbre detta “spagnola”, quella per la seconda guerra mondiale, e quella per l’alluvione del 1966.
L’Arciconfraternita continua oggi, in quel palazzo che occupa in piazza del duomo dal 1576, la sua “missione entrando con maggiore profondità, ampiezza e puntualità nel contesto sociale del territorio - come ha sottolineato il Provveditore Ceccherini, riconfermato l’anno scorso a questo incarico - collaborando con enti, istituzioni, misericordie e associazioni varie, prendendosi responsabilità proprie, allargando sempre più la tipologia di servizi, guardando alla qualità degli stessi con la saggia arrendevolezza ai mutamenti addotti dal tempo per andare incontro all’evoluzione delle nuove forme di povertà e di emergenza”.
“E’ ormai certo che dopo le istituzioni pubbliche la Misericordia di Firenze, è la più grossa realtà per quantità, qualità e diversificazione di interventi, presente sul territorio a favore indistintamente di tutti”.
L’anno scorso raccolsi questi commenti dai fiorentini venuti a prendere il panellino: “Per me – mi disse il signor Alessandro – è una tradizione, spesso sono in Sudamerica, ma quando sono a Firenze non manco mai di prendere il panellino della Misericordia. E’ una benedizione”.
La signora Graziella “è 50 anni che vengo tutti gli anni da Rifredi a prenderlo in piazza del duomo. Senza il panellino non posso stare. Anche quando sono stata operata alle gambe, e mi muovevo con le stampelle, sono venuta, a fatica, da sola, ma sono venuta. Nessuno mi può impedire di venire a prendere il panellino il 20 gennaio”.
E la felicità per tanta partecipazione si vede anche sui volti dei tanti volontari: “E’ un piacere che mi da calore e speranza, mi sento contento – mi disse Giordano Lombardi, 80 anni, in Misericordia da 36 – anche se oggi per motivi di sicurezza non posso più salire sulle ambulanze, sono sempre vicino a tutti”.
“Io è 45 anni che sono volontario alla Misericordia – mi raccontò Roberto, 70 anni – e ogni volta che si torna da un servizio ci si sente appagati; io non sono un bacchettone, ma facendo questo servizio mi sento bene perché riesco a fare qualcosa per gli altri e spero che poi anche gli altri facciano qualcosa per me”.
Anche per Eleonora, 24 anni, in Misericordia dal 2003, “è un onore essere volontari della Misericordia perché ti dà la possibilità di aiutare le persone e di stare con persone vere, che condividano come te gli stessi ideali di aiuto ai più bisognosi”.
Accanto a lei Ulivi Ferdinando, 90 anni, di cui la metà passata in Misericordia, che ascoltandola sorrise fiducioso nel vedere come il testimone passa di generazione in generazione facendo della Misericordia di Firenze la più antica d’Italia, attiva ininterrottamente da ben 770 anni.
Franco Mariani
Dal numero 1 – Anno I del 15/01/2014
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