A Firenze un centro di accoglienza che apre le porte anche ai cani
Possono finalmente entrare insieme ai loro inseparabili amici a quattro zampe gli ospiti del centro di accoglienza Slataper.
Per la prima volta a Firenze la struttura gestita dalla cooperativa Il Cenacolo, aderente al Consorzio Co&So, dove trovano riparo le persone in condizioni di precarietà economica e abitativa, apre le porte agli animali, “perché spesso l’impossibilità di ospitare l’animale da compagnia impedisce alle persone di accettare l’accoglienza”, spiega il direttore del centro Slataper, Andrea Ricotti che racconta la storia di Lulù e dei suoi padroni.
“Un anno fa – spiega Ricotti – nel corso di uno sgombero di un’abitazione occupata a una coppia italiana è stata proposta l’ospitalità in una struttura di accoglienza, ma è stato spiegato loro che non era possibile portare anche la loro Lulù, una cagnetta lunga appena 30 centimetri. Il marito, per protesta, ha allora preso un coltello e si è tagliato la guancia. Sappiamo bene come un cane possa rappresentare in situazioni di disagio l’unico legame affettivo rimasto”.
Un regolamento spiega a quali condizioni gli animali possono essere ospitati, restare a fianco dei loro proprietari e ripararsi dal freddo di questi giorni: innanzitutto devono essere vaccinati e avere il microchip che li identifica
. Una volta dentro il centro, dove coabitano persone molto diverse, non possono essere lasciati liberi di circolare negli spazi comuni, interni ed esterni, senza guinzaglio.
C’è un’altra fondamentale regola: “Per ragioni di sicurezza non possono essere ospitati cani che rientrano nella lista delle razze pericolose e sono di taglia medio-grande e grandi”.
Tra questi quindi rottweiler, cani da pastore, pit bull, bulldog, mastini napoletani: il regolamento elenca nel dettaglio tutte le razze non ammesse, che sono diciassette.
È responsabilità dei loro proprietari che i cani non abbaino e non sporchino. “In caso di trasgressione gli operatori prenderanno provvedimenti”, e tra questi il vecchio sistema di prevedere il trasferimento dell’animale nel canile comunale. “Le regole servono per permettere una serena convivenza con le altre persone, italiane e straniere, adulti e bambini che si trovano nel nostro ‘condominio sociale’ e che condividono spazi comuni, creando collaborazioni e relazioni”, spiegano dal centro di via Slataper.
Mattia Lattanzi
Dal numero 184 – Anno IV del 13/12/2017
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