A spasso nel tempo: finito il ventennio del nuovo millennio
Nel nostro viaggio nel tempo siamo arrivati ai giorni nostri, al secondo decennio di questi anni 2000, e se guardo indietro, in questo ventennio del nuovo millennio sono accadute un’infinità di cose.
Se si volesse dare un nome al periodo pare che i nomi preferiti in assoluto dagli italiani nel secondo decennio del secolo siano stati Sofia e Francesco.
Siamo diventati alcuni più ricchi, molti più poveri, tutti un po’ più disuguali, sempre più social; gli utenti di Facebook, giusto per citare una delle piattaforme più popolari sono quasi raddoppiati, da 16 milioni a 31 milioni.
Nel mondo abbiamo assistito al terribile terremoto di Haiti, alla crisi economica giunta in Europa dagli Usa che colpisce l’euro e soprattutto la Grecia, dando inizio alla stagione delle politiche di austerity, il terremoto e lo tsunami a Fukushima, in Giappone, un terremoto mai registrato prima che scatenò uno tsunami con onde che toccano i 23 metri e fece migliaia di vittime.
La rivoluzione degli ombrelli gialli, le primavere arabe e lo scoppio della guerra in Siria, il naufrago della Costa Concordia in prossimità dell’isola del Giglio.
La seconda decade del ventunesimo secolo è stata segnata dal razzismo dilagante, dall’intolleranza e soprattutto dal terrorismo che ha sparso sangue in lungo e in largo.
Attentati terroristici sempre più frequenti nelle capitali europee, Parigi, Londra, Barcellona, Monaco.
Ma qualcosa di bello da ricordare? Despacito, Netflix, il Trono di Spade… ad esempio.
Una cosa non dimenticherò mai, decine e decine di persone in fila per rispondere all’appello di un papà che cercava un donatore compatibile per salvare la vita di suo figlio di pochi mesi.
Ma non eravamo diventati tutti cattivi? Perfetti sconosciuti, persone di età diverse, ceto sociale, donne e uomini tutti in fila in varie città italiane con lo stesso motivo, con la speranza di salvare la vita a un bambino.
Dagli eventi dell’ultimo anno abbiamo imparato una grande lezione, il mondo che conoscevamo, quello in cui siamo cresciuti e in cui ci hanno preparato a vivere era molto più fragile di quanto pensassimo e adesso non esiste più.
Sulle sue macerie sta sorgendo un mondo nuovo e spero diverso.
Sempre vostra.
Silvana Scano
Dal numero 330 – Anno VIII del 24/2/2021
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