Aldo Moro: saggio di Bigazzi rilegge vicenda in scontro Cia-Kgb con occhio al Dottgor Zhivago
Conteso dalle case editrici di tutto il mondo, Il dottor Zhivago di Boris Pasternak fu pubblicato per la prima volta in assoluto nel 1957 dall’italiana Feltrinelli, e per poter essere letto in Unione Sovietica, il grande romanzo dovrà attendere oltre trent’anni.
Dietro alle vicende editoriali di questo capolavoro si cela una storia oscura costellata di colpi di scena, manovre ordite da poteri occulti e servizi segreti, primi fra tutti CIA e KGB, colpi di mano e intrighi maturati all’ombra della Guerra Fredda. In “Il dottor Zhivago: il giallo letterario del Novecento”, basato su fonti d’archivio e documenti inediti, il “caso Zhivago” è ricostruito con dovizia di particolari, mostrando le molte ambiguità, dando risposta agli interrogativi irrisolti, senza tralasciare le teorie più suggestive come quella del giornalista Artyom Borovik, secondo cui i proventi della pubblicazione servirono per finanziare le Brigate Rosse.
“Non mi sembra di esagerare se dico che Aldo Moro e altri sono stati uccisi con i soldi ricevuti dalla pubblicazione de Il dottor Zhivago”: la teoria del giornalista e magnate dei media russo Artyom Borovik, da lui stesso esposta in un documentario del 1992, è forse la più inquietante tra quelle che circondano la vicenda editoriale del capolavoro di Boris Pasternak, una vera e propria spy story a cui oggi Francesco Bigazzi aggiunge nuovi elementi nel saggio “Il dottor Zhivago: il giallo letterario del Novecento” (Mauro Pagliai Editore, pp. 152, euro 12).
Bigazzi, giornalista, già responsabile dell’ufficio di corrispondenza dell’ANSA a Mosca, considerato uno dei maggiori esperti di storia e cultura russa, ricorda la figura di Borovik, che conobbe personalmente, e le sue rivelazioni riguardo al ruolo dei servizi segreti russi e americani nella tempestosa storia della pubblicazione del romanzo, edito per la prima volta in assoluto nel 1957 dall’italiana Feltrinelli, e solo trent’anni dopo in Unione Sovetica.
Borovik, riporta una nota, si recò in Italia per indagare anche sulla misteriosa morte di Giangiacomo Feltrinelli: “Non credendo alla versione ufficiale, ma le sue conclusioni non sono mai state pubblicate a causa della prematura morte avvenuta nel 2000 in un misterioso incidente aereo. Restano il documentario, la cui trascrizione integrale è riportata nel libro, e i tanti dossier esplosivi pubblicati da ‘Sovershenno Sekretno’ (Segretissimo), mensile di cui Borovik era proprietario, e dove aveva spiegato come Feltrinelli avesse finanziato ‘unità partigiane e brigate terroristiche’. Ascoltando le parole di Artyom qualcuno potrebbe finire per nutrire un sospetto: possiamo escludere a priori che la tragica morte di Giangiacomo Feltrinelli sia completamente estranea allo scontro violento tra la Cia e il Kgb?”.
Mattia Lattanzi
Dal numero 330 – Anno VIII del 24/2/2021
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