Card. Baldisseri commemora Madre Agnese Tribbioli, Giusto fra le Nazioni
La città di Firenze, e le sue Suore, hanno ricordato, con l’intervento del Cardinale Lorenzo Baldisseri, la fiorentina Madre Agnese Tribbioli, fondatrice delle Pie Operaie di San Giuseppe.
L’occasione è stato il Convegno “I Tribbioli. Famiglia, vocazione, servizio”, che si è svolto all’Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, promosso dalla Casa Generalizia delle Suore Pie Operaie di San Giuseppe, in occasione del 50mo anniversario della morte di Madre Maria Agnese Tribbioli, e di sua sorella, moderato dal Postulatore della Causa di Beatificazione di Madre Agnese, don Gianfranco Rolfi.
Oggi l’Ordine delle Pie Operaie, è una realtà in continua crescita ed espansione, opera in Italia, in India, in Brasile, in Romania, dirige case-famiglia, si impegna nella pastorale parrocchiale, e collabora con le scuole per l’educazione dei più piccoli, sempre ispirandosi al modello della Sacra Famiglia di Nazareth.
Quest’anno il cinquantenario di Madre Agnese si arricchisce di un ulteriore significato perché coincide con la celebrazione del Sinodo sulla Famiglia e l’ “Anno della Vita Consacrata”, indetto da Papa Francesco.
“Una provvidenziale circostanza, un dono speciale”, come lo ha definito la Madre Generale delle Pie Operaie, Marta Lombardi, che si configura anche come un invito a rispondere all’appello di Papa Francesco “di divenire missionarie della ‘Chiesa in uscita’, attraverso un’intensificazione dell’azione apostolica”.
Il Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, uno tra i principali collaboratori del Papa, e molto amico delle Suore, che da anni lo seguono e lo assistano nella sua missione curandone l’abitazione prima all’estero e ora in Vaticano, nel suo intervento ha parlato a lungo della centralità imprescindibile della famiglia naturale come luogo della crescita e della formazione umana e spirituale, culla di ogni vocazione e di ogni cammino di Santità.
Il Concilio Vaticano II ha infatti insegnato che tutti siamo chiamati alla Santità: sacerdoti, Religiosi, laici. E che tale Santità si realizza proprio a partire dalla famiglia, grazie al padre, alla madre, ai nonni, agli zii, ai fratelli.
“La scuola, la parrocchia, la comunità religiosa, sebbene siano importanti nella formazione dei giovani, non possono di fatto – ha precisato il Cardinale Baldisseri – sostituirsi alla famiglia, che resta la base sicura e il fondamento insostituibile di ogni cammino di maturazione umana e Cristiana”.
A distanza di anni l’esempio della famiglia Tribbioli non è dunque passato di moda.
Al contrario proprio la sua luminosa storia di Santità è in grado di offrire alla società attuale, segnata dalla crisi preoccupante dell’istituzione familiare, un annuncio credibile e gioioso del “Vangelo della famiglia”.
Un annuncio, sottolinea il Cardinale, che intende da una parte riaffermare la bellezza e i valori del matrimonio e della famiglia, e dall’altra, promuovere un radicale rinnovamento della prassi pastorale che comprenda la guida dei nubendi nel cammino di preparazione al matrimonio, l’accompagnamento nei suoi primi anni, l’attenzione per coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenza, la cura delle famiglie ferite, come i separati e i divorziati.
Il Cardinale Lorenzo Baldisseri si è poi soffermato sull’esasperato individualismo che snatura i legami familiari e finisce per considerare ogni suo componente come un’isola, in una società, dove tutto cambia rapidamente e niente dura a lungo.
“Di qui – ha concluso – l’auspicio che dal Sinodo del prossimo ottobre possa scaturire un rinnovato impegno della Chiesa a prendersi cura delle ferite che sanguinano, e delle anime che hanno perso la speranza nel domani”.
Mons. Andrea Bellandi, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Firenze, portando il saluto ha detto: “Cercate ogni giorno il volto dei Santi, cercate conforto nei loro discorsi. I Santi non sono però solo quelli Canonizzati, ma sono tutti quei testimoni che hanno lasciato che il Signore plasmasse le loro vite al servizio della Chiesa e del mondo. I Santi sono il commento più importante del Vangelo, la sua attualizzazione più vera, le sue pagine che si sfogliano davanti ai nostri occhi. I Santi sono i veri riformatori, oggi più che mai, perché viviamo in un momento in cui sentiamo urgente l’esigenza di un rinnovamento della vita della Chiesa. Madre Maria Agnese, Suor Maria del Rosario, Mons. Paolino Tribbioli, non sono solo uniti da un legame di sangue, dalla fede, essi hanno generato intorno a loro una novità di vita, sono una testimonianza dell’enorme forza attrattiva del Vangelo. Fare memoria di queste figure è in qualche modo mettersi sulla scia di questo rinnovamento che lo Spirito ha generato. Perché in fondo nel Santo si vede tutta la forza del fascino di Gesù, si vede una vita mossa dal desiderio e dalla bellezza del Signore”.
Il 1 ottobre del 1958 Madre Maria Agnese Tribbioli, in una commovente lettera/testamento spirituale, rivolta alle sue suore scriveva: “Carissime, quando leggerete queste povere parole, io sarò da voi lontana. Non vi lascio roba e beni; non ho mai avuto nulla. La roba della Congregazione è di tutte. Tutte, hanno lavorato e fatto sacrifici per l’incremento dell’Opera che cominciammo Suor Giuseppina ed io con 15 lire in due! Amatevi come ci ha insegnato il Signore, compatitevi, sopportate con generosità ciò che si deve sopportare. Amate le orfane, i bambini, i vecchi che vi saranno affidati, le povere carcerate. La vostra vita sia come la casa di Nazareth. Lavoro e preghiera. Siate umili, semplici, caritatevoli. Insegnate alle fanciulle ad amare il lavoro, la preghiera, la modestia”.
Agnese nacque a Firenze il 20 aprile del 1879 da un’umile famiglia permeata da un profondo senso di onestà, affinato da principi Cristiani.
Fin dalla giovane età, di fronte ad una popolazione semianalfabeta, povera, capì che occorreva moltiplicare le braccia, e sull’esempio della sorella maggiore Madre Maria del Rosario, che fu tra le Fondatrici e animatrici della Congregazione di Gesù-Maria, sentì forte l’impulso verso una vita di maggiore dedizione a Dio e ai fratelli. Maria Agnese Tribbioli desiderava essere madre di orfani e diseredati.
“Un’operaia silenziosa”, come è stata definita da Suor Emanuela Vignozzi, Vicaria Generale della Congregazione delle Pie Operaie.
Dopo essere entrata a far parte dell’Istituto del Patrocinio, a causa dell’immobilismo soffocante in cui era caduto, decise di lasciarlo e di aprirsi alle nuove prospettive che la società richiamava.
Non furono poche le difficoltà, ma Suor Maria Tribbioli, decise di affidarsi alla Provvidenza.
È il 1917, l’Italia è in piena guerra, Suor Maria Agnese si trova nella diocesi di Imola, a Castel del Rio, dove grazie all’appoggio discreto, costante, di suo cugino, Mons. Paolino Tribbioli, Vescovo della città, riuscì a fondare una Comunità Religiosa: le Pie Operaie di San Giuseppe, che fu riconosciuta ufficialmente nel 1927.
Seguirono anni turbolenti ed inquieti, intanto le Suore si trasferiscono a Firenze dove nel 1933 si insedia la Sede Generale della Congregazione.
Nel novembre 1943 due bambini Ebrei insieme alla mamma vengono nascosti nel Convento. Ai tedeschi che bussarono alla porta per compiere un rastrellamento, Madre Agnese, armata solo di un crocifisso fra le mani, rispose fermamente: “qui non ci sono Ebrei, ci sono solo figli di Dio, e anche voi siete figli di Dio”.
Un atto di coraggio, riconosciutole nel 2009 dall’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme, che ha inserito il suo nome tra quelli dei Giusti tra le Nazioni.
Anche Mons. Tribbioli, dotato di intelligenza vivissima, affrontò e superò le gravi difficoltà che non mancarono nei 43 anni del suo Episcopato.
Fu infatti proprio durante la Seconda Guerra Mondiale che diede prova del suo attaccamento a Imola, quando riuscì ad evitarne la distruzione attraverso il riconoscimento da lui ottenuto di città ospedaliera.
A conferma dell’importante ruolo da lui svolto, sono anche le parole pronunciate dal Padre incaricato di celebrare le nozze d’oro sacerdotali del Vescovo: “la croce che vi rende venerando non è la croce che brilla sul vostro petto ma quella che portate sulle spalle”.
La storia del cugino, Mons. Tribbioli e della sorella, Madre Maria del Rosario, che nell’ambito della sua Congregazione istituì e diresse scuole a Roma, in via Nomentana, in via Flaminia, a Tor di Quinto, contribuiscono a rendere ancora più straordinaria la figura di Madre Agnese, un esempio di guida che sorregge ma non impone, che illumina ma non acceca.
Franco Mariani
Dal numero 68 – Anno II del 10/06/2015
Riprese video e foto di Franco Mariani
in collaborazione con News Cattoliche.
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