Chianti, cresce del 6,9% il valore delle vendite nella grande distribuzione
La grande distribuzione premia il Chianti, un risultato ancora più importante se si considera il calo generalizzato delle vendite di vino che tra gennaio e ottobre dello scorso anno ha lasciato sugli scaffali dei grandi supermercati il 6,2% del prodotto (Fonte dati Tre Bicchieri Gambero Rosso).
Colpa dell’annata terribile del 2017, che ha provocato un aumento sostanzioso dei prezzi della materia prima e inciso così sulle scelte di consumo.
Ma il Chianti resiste, anzi cresce, con un +3% del numero delle bottiglie vendute e un aumento del +6,9% in termini di valore, tanto da attestarsi così sui 55,941 milioni di euro.
In un anno, da ottobre 2017 a ottobre 2018, sono state vendute attraverso i canali della GDO ben 15,875 milioni di bottiglie della denominazione Chianti, a un prezzo medio di 3,42 euro al litro, segnando un +3,8% rispetto al prezzo medio del periodo precedente.
Le regioni italiane dove si registrano le vendite maggiori sono la Lombardia e a seguire Toscana, Lazio, Emilia Romagna e Liguria. È questa la fotografia sulla grande distribuzione che emerge dalle rilevazioni Symphony I.R.I per il Consorzio Vino Chianti.
“Il Chianti continua ad andare forte sul mercato interno – afferma Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – questi risultati consolidano la posizione della denominazione in Italia e dà un segnale positivo sull’apprezzamento e sulla riconosciuta qualità del prodotto da parte dei consumatori. Una performance che, unita agli ottimi risultati che stiamo ottenendo in Cina, grazie ad una strategia che portiamo avanti da ben sette anni e che sta dando ora i suoi frutti, riesce a ripianare le forti perdite registrate in Gdo su altri mercati esteri, come in Canada o in Germania”.
Non c’è nulla da festeggiare dunque. L’altra faccia della medaglia infatti sono le rilevazioni sull’andamento generale delle denominazioni elaborate da A.VI.TO. – Associazione vini toscani DOP e IGP sul totale degli ettolitri immessi sul mercato dalle principali denominazioni toscane. Dal confronto dei dati infatti – periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 ottobre 2018 con lo stesso periodo del 2017 – emerge un calo medio complessivo delle vendite delle varie denominazioni del 4%.
“Una tendenza da qualche mese negativa, a dimostrazione di una crisi che sta interessando il ‘sistema vino’ toscano. Nonostante le buone performance nella grande distribuzione, non possiamo ritenerci assolutamente soddisfatti di questo 2018 – continua il presidente Busi – stiamo vivendo una situazione di difficoltà generale che ricade sulla pelle delle nostre aziende. La produzione, è noto, è calata, in base a stime provvisorie, del 10-15%. Tutto il settore agricolo vive un disagio che sta diventando sempre più strutturale. Facciamo appello a tutti i Consorzi affinché uniti possiamo affrontare questa situazione e insieme presentare alla Regione Toscana le nostre richieste. Riteniamo fondamentale che venga analizzato al più presto questo preoccupante stato di cose e si proceda ad individuare mezzi e strumenti di sostegno per dare respiro ai produttori e far ripartire il settore. È necessario intervenire subito per evitare che i nostri competitors stranieri acquistino troppo vantaggio. Questi dati sull’andamento devono farci riflettere; una tendenza che se si consolida rischia di provocare seri danni a tutta l’economia regionale”.
Mattia Lattanzi
Dal numero 232– Anno VI del 9/1/2019
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