“Come ali di farfalla” di Maria Rosaria Belfi
Maria Rosaria Belfi esordisce con “Come ali di farfalla – La mia amica Fareeda”, suo prima opera letteraria, edita da Apollo Edizioni, ma molti suoi scritti si trovano già nelle antologie di Caffè delle Arti, Nuovi Occhi sul Mugello e Apollo Edizioni.
Maria Rosaria, nata in un paesino della Basilicata, vive in Toscana che è diventata la sua regione d’adozione. Come si trova scritto nelle sue note, “ha mutuato dalle due regioni le caratteristiche salienti che contempera felicemente. Si occupa della formazione dei bambini, per loro scrive racconti che li vede ottimi interpreti. Ama raccontare e raccontarsi”. E soprattutto ama raccontare la condizione femminile e il ruolo della donna ai giorni nostri, facendo spesso riferimento al misterioso e sfaccettato universo femminile.
“Come ali di farfalla” è un piccolo e intenso libro che offre moltissimi spunti su cui riflettere; 60 pagine da leggere tutte d’un fiato, una storia dolce, leggera e delicata proprio come le ali di una farfalla, ma che affronta con coraggio temi tristemente attuali, quali il ruolo della donna nei paesi islamici e la guerra in Siria.
“Dedico questo romanzo a tutte le donne siriane in prima linea nel combattere i signori della guerra e allo sfaccettato universo femminile nei suoi tanti ruoli”, scrive l’autrice nella sua dedica iniziale.
E la storia – che spazia sapientemente tra Firenze e la devastata periferia di Aleppo – è narrata con ottimismo e semplicità, senza mai cadere nel banale, anzi. L’autrice, attraverso gli occhi e i sentimenti profondi della protagonista Sara e della sua amica siriana Fareeda, riesce a trasportare il lettore in due mondi così diversi e lontani tra loro, ma con un comune denominatore fondamentale per l’esistenza stessa dell’essere umano: la donna.
“Nella mia vita spesso avrei voluto essere ‘come ali di farfalla’, libera di volare trasferendo agli uomini la leggerezza dell’essere. Uomini appesantiti dal pesante fardello dei loro egoismi e dai tanti retaggi culturali. Il volo libero di una farfalla contrapposto al volo dei frammenti dei cuori spezzati dall’odio e dalle guerre”.
E la farfalla diventa infatti metafora eccellente di valori universali immortali – amore, libertà, speranza, amicizia – ma anche e soprattutto di un legame indissolubile – quello tra Sara e Fareeda – a sua volta emblema di due mondi paralleli, così vicini e distanti allo stesso tempo: l’Italia e la Siria, il mondo occidentale e quello medio orientale, Firenze e Aleppo.
Il messaggio è chiaro e arriva dritto al cuore. Il linguaggio è scorrevole, lineare, corretto, sovente ridotto all’essenziale, ma va bene così. Forse Maria Rosaria avrebbe potuto soffermarsi un po’ di più nella “narrazione descrittiva” di alcuni passaggi fondamentali della storia, senza per questo appesantire il romanzo, ma la sua scelta di scrivere soffermandosi volutamente sull’essenziale è comunque apprezzabile.
Un piccolo libro da non perdere. Da leggere e – perché no – rileggere una seconda volta, possibilmente all’ombra di un ciliegio, seguendo il volo delle farfalle che sembrano giocare con i fiori…
“In una torrida giornata estiva – racconta Maria Rosaria – notai, ferma sulla tenda della finestra del mio vecchio rudere, una vanessa pronta a spiccare il volo: provai a toccarla ma sfuggì al mio tentativo liberandosi. Ne seguii il volo, fino a quando sparì in una pianta di osmanto. ‘Nelle ali di una vanessa, la libertà!’, pensai. Molte volte nella mia vita, avrei voluto essere ‘come ali di farfalla’, alla ricerca della leggerezza dell’essere, Tornai alla scrivania e, immersa nella lettura di un quotidiano la cui cronaca raccontava della guerra devastante, volai con la mia farfalla in Siria martoriata da conflitti cruenti. Avvertii la necessità di scrivere e prese corpo la mia storia…”.
“Amo raccontare la realtà del nostro tempo – spiega l’autrice – parlare delle tante anime distrutte dalla violenza, dalla guerra e da tutte quelle situazioni che annientano i diritti di uomini, donne e bambini. Mi ritrovo spesso a parlare delle donne, dei loro tanti ruoli, dell’universo femminile in genere”.
“Amo scrivere per i bambini della cui formazione mi occupo da lungo tempo – continua la scrittrice – mi piace essere le tante donne protagoniste della storia di tutti i tempi. Nella vita reale sono Sara ma riesco a riconoscermi in Fareeda, nella vecchia Amal. Partecipo dell’interiorità femminile nelle manifestazioni più recondite, vivo le emozioni che connotano la donna nei vari continenti. Donna eroina o martire, musa ispiratrice o diavolo tentatore. Spesso martire in una società evoluta, vittima di carnefici dai quali, spesso, non è riuscita a liberarsi. Il cammino verso la parità è in atto, ancora lontano dall’essere un dato di fatto. Sarà, nel tempo, il risultato di una società educante e consapevole”.
“Mi piace intercalare le letture con qualche classico – conclude Maria Rosaria Belfi – e in questi giorni accompagno Rousseau nelle sue ‘Passeggiate solitarie’. Mi catturano le donne determinate, volitive e volubili di Elena Ferrante. Sarà il mistero della vera identità dell’autrice? In futuro continuerò a parlare di donne, della loro anima violata, del loro riscatto. Vorrò raccontare storie dove la parità di genere non sia solo un traguardo ma un percorso di vita. Non finalizzo i miei racconti a messaggi particolari perché sono convinta che ogni lettore troverà i suoi motivi di riflessione”.
Mattia Lattanzi
Dal numero 152 – Anno IV del 22/3/2017
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