“Corea del Nord. Viaggio nel paese-bunker” di Federico Giuliani

Layout 1Qual è il vero volto della Corea del Nord? Quello di un paese ridotto alla fame, schiacciato sotto il peso della dittatura che minaccia gli Stati Uniti e il mondo intero di una guerra nucleare? O quello della nazione in crescita, che guarda alla riunificazione con la Corea del Sud e che oggi affianca i propri atleti a quelli di Seul, sotto un’unica bandiera, in occasione delle olimpiadi invernali?

Ciò che emerge visitando il paese è sempre più complesso di ciò che viene raccontato in TV: lo sa bene il giovane giornalista Federico Giuliani, che ha visitato la terra di Kim Jong-un nell’agosto dell’anno scorso.

Il suo reportage è diventato un libro-verità, intitolato “Corea del Nord. Viaggio nel paese-bunker” (Mauro Pagliai Editore, 128, euro 8).

Quando parliamo dell’altra Corea, forse lo stato più temuto e meno conosciuto al mondo, è molto difficile avere notizie certe e ufficiali, e per capire davvero come si vive a Pyongyang e nei suoi dintorni è necessario verificare di persona.

Anche se difficilmente il visitatore è realmente libero di muoversi nei modi, nei tempi e nei luoghi che preferisce: tutto è controllato nei minimi dettagli e il governo offre un percorso prestabilito, con poche possibilità di deroga.

Ma sebbene accompagnato in ogni momento da due guide, l’autore ha avuto modo di vivere un’esperienza autentica.

“Nonostante i paletti incontrati sulla nostra strada – spiega Giuliani nel suo diario – ci è stato permesso di vivere a stretto contatto con il popolo nordcoreano. Abbiamo quindi registrato ogni comportamento, ci siamo immedesimati nel loro modo di pensare e siamo riusciti anche a conquistare la loro fiducia”.

Dalle pagine del libro emerge il ritratto di un paese che da cinquant’anni vive in uno stato di guerra permanente, tanto che la metropolitana che scorre sotto la capitale è stata concepita come un rifugio antiatomico.

Il culto del leader è assoluto, la sua immagine considerata sacra come quella dei suoi predecessori, e lo stato controlla moltissimi aspetti della vita del cittadino.

Eppure qualcosa negli ultimi anni è cambiato, e lo specchio di questa evoluzione è proprio Pyongyang, dove ogni anno il traffico aumenta, i palazzoni grigi di stampo sovietico sono un lontano ricordo, interi quartieri lussuosi si alzano alla velocità della luce e sempre più cittadini lasciano alle spalle una vita umile per entrare a far parte nella nuova classe media nordcoreana.

Rispetto al passato, il benessere sembra ormai diffuso: spopolano gli smartphone, circolano prodotti di lusso occidentali e i bambini sfoggiano cartelle con Topolino. Ma quanto di questo è realtà, e quanto uno spettacolo creato ad arte gli occhi del turista straniero?

“Se fosse allestito ad hoc – spiega Giuliani – il governo sarebbe davvero da premiare con un oscar alla regia”.

Mattia Lattanzi
Dal numero 192 – Anno V del 21/2/2018