Coronavirus: non abbandonate cani e gatti, non sono contagiosi
L’attività del Parco degli animali di Ugnano non si ferma con l’emergenza Coronavirus, il servizio va avanti grazie al personale dell’Amministrazione comunale che si prende cura degli ospiti a quattro zampe, pur con la struttura chiusa al pubblico nel rispetto delle disposizioni governative per contenere il contagio di Covid-19.
E l’assessore all’Ambiente Cecilia Del Re lancia l’appello a non abbandonare i propri animali domestici.
“Cani e gatti non sono contagiosi – ha ricordato l’assessore – come più volte ribadito dalle autorità sanitarie e dalla Croce Rossa Italiana che ha lanciato, insieme all’Ordine dei medici veterinari di Roma, la campagna #noinonsiamocontagiosi in difesa degli animali domestici: cani e gatti non infettano gli umani con il Covid-19, non li abbandonate. Anzi, in questo momento di difficoltà, sono ancora di più la miglior ‘cura’ per la solitudine. Chiediamo a chiunque abbia notizia di animali abbandonati o di situazioni di difficoltà nella gestione degli amici a quattro zampe di fare una segnalazione telefonica al Parco degli animali”.
Il numero del canile per segnalazioni è lo 055.7352018.
C’è chi in questo periodo sta abbandonando il proprio animale domestico. Un comportamento assurdo e incivile, ma ancora più inspiegabile ai tempi del coronavirus. La vicinanza del proprio animale domestico è infatti particolarmente importante. Perché?
Ne parliamo con la dottoressa Francesca Mugnai, esperta di pet therapy, direttore scientifico Centro Ricerca Antropozoa.
Dottoressa Mugnai, il rapporto uomo-animale, si sa, ha molti vantaggi, ma in questo periodo particolare in molti lo stanno riscoprendo.
“Siamo in isolamento forzato, in un clima di paura e smarrimento. Abbiamo dovuto da un momento all’altro fare a meno del contatto umano e delle nostre abitudini, dell’andare a lavoro tutte le mattine, accompagnare i figli a scuola, vedere i parenti e gli amici. Vivere con un animale da compagnia in casa è un grande vantaggio, soprattutto in questo particolare momento storico e sociale. Permette di uscire un po’ per espletare le sue necessità, ma la sua presenza è utile soprattutto tra le mura domestiche: ci fa sentire meno soli, più forti, più utili, permette di affrontare meglio ciò che avviene intorno e non è motivo di ulteriore angoscia. Inoltre anche il sistema familiare ne può trarre benefici:ognuno ha il suo compito verso l’animale”.
Perché il cane o il gatto non provocano ansia?
“Le conversazioni verbali tra umani, ciò che sentiamo dall’informazione, ma anche un dialogo via cellulare tra amici o i post sui social, vertono sempre irrimediabilmente sul coronavirus. Dati, notizie, false notizie, rischiano di aumentare la nostra angoscia. L’animale no. È autentico, diretto, permette di rapportarsi in maniera positiva. Con lui il rapporto è immediato: qui e ora. Non ci fa pensare al futuro, ma all’adesso. Un legame che funge da protezione mentale, tanto importante nei momenti di fragilità. È una dipendenza emotiva reciproca non imposta unilateralmente, come le regole per il bene comune dettate da chi governa, ma spontanea, fresca, genuina, che aumenta la nostra resilienza”. Inoltre importanti studi evidenziano come la salute mentale abbia tra gli elementi determinati il contatto con la natura. Molto ci sarà da ricostruire dopo questo momento: il legame con gli animali può rappresentare sia in ambito personale che psicologico una risposta significativa”.
C’è chi sostiene che il suo cane o il suo gatto è come un figlio.
“Ma non lo è. L’animale non è un essere umano e va trattato come tale, senza dargli connotazione che non ha. Non va caricato di aspetti e responsabilità che non gli competono. Il legame con lui funge da rafforzatore emotivo, senza sostituire i rapporti sociali né terapie né più in generale un ambiente diventato ostile e ricco di paura”.
Mattia Lattanzi
Dal numero 288 – Anno VII del 25/3/2020
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