Federalberghi Firenze, crescono le presenze nel periodo di Natale
Riapre il dibattito sul tema del turismo il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi, tracciando un bilancio di queste festività.
“L’onda della crescita turistica per Firenze si allunga e queste festività natalizie hanno evidenziato un aumento seppur contenuto del numero delle presenze, anche se i periodi di permanenza non si sono allungati come sarebbe necessario per perseguire una politica incentrata sulla qualità e sull’accoglienza. Gli alberghi hanno comunque lavorato bene, con tassi di occupazione camere superiori al 90% e grazie alla presenza di una componente straniera consistente, che si è affiancata a quella degli italiani forse non entusiasmante. Ma guardando ai dati dei musei e in particolare degli Uffizi, dove rispetto al 2016 la percentuale delle visite è cresciuta complessivamente del 76%, c’è da chiedersi dove siano finiti tutti questi turisti che non sono transitati dal comparto alberghiero ed evidenziare così una forte crescita dell’offerta ricettiva legata alla presenza di strutture non sempre regolari. Secondo alcuni dati del Centro studi turistici dal 2000 ad oggi i posti letto a Firenze sono aumentati del 42% e la crescita maggiore è avvenuta proprio nel settore extralberghiero, che ha registrato un +287,2% di strutture. Inoltre negli ultimi 3 anni gli annunci su Airbnb sono passati da oltre 5.700 a 8.887, mentre sul portale Booking.com il numero è cresciuto da 1.765 strutture a 3.675, di cui 2.700 sono appartamenti. Resta un problema di concorrenza sleale, per strutture che non sono chiamate a rispettare le stesse regole e alimentano di fatto un sommerso che non porta occupazione e posti di lavoro. È per far fronte a questo fenomeno che dovrebbe incentrarsi l’attività di un tavolo che stiamo cercando di aprire assieme al Comune”.
“Resta un bilancio positivo di queste feste su cui vogliamo soffermarci, perché è giusto evidenziare il momento di crescita di appeal di Firenze. Il problema adesso consiste nella necessità di migliorare il nostro sistema dell’accoglienza, che si trova a far fronte a questo crescente flusso di arrivi, che stanno saturando il centro storico, determinando il rischio dell’incapacità a rispondere alla domanda sul fronte della qualità, che invece è l’obiettivo a cui le città d’arte devono tendere se vogliono conservare il loro ruolo e dare risposte a chi vuole vivere un’esperienza particolare”.
Mattia Lattanzi
Dal numero 186 – Anno V del 10/1/2018
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