Figlia dopo 47 anni cerca notizie su babbo morto Alluvione 1966

MARIO MAGGI 247 anni dopo le figlie di Mario Maggi, Lina e Laura, cercano notizie sulla morte del loro padre, residente nel casentino, ma morto a Firenze, dove si trovava per lavoro, la mattina dell’alluvione del 4 novembre 1966.

 Dopo 47 anni chiedono di sapere come è morto il loro padre.

 In 47 anni hanno cercato di avere qualche notizia, sia dal collega che si trovava con il babbo, sia dall’Ospedale di San Giovanni di Dio, dove fu portato, senza però ricevere mai nessuna risposta.

 Hanno provato anche a scrivere al quotidiano cittadino La Nazione, ma anche qui nessuna risposta.

 Poi due anni fa hanno pensato di chiedere un aiuto concreto rivolgendosi all’Associazione Firenze Promuove, Associazione che da  20 anni si occupa di ricordare annualmente l’alluvione e soprattutto i 17 morti della città e i 18 della provincia, per un totale di 35 nominativi, tra cui però non figura il signor Mario Maggi.

MARIO MAGGI 1L’Associazione, due anni fa, si è messa subito a disposizione delle signore Lina e Laura organizzando  una conferenza stampa, a cui parteciparono tutte le emittenti televisive e della carta stampata, per fargli lanciare un appello.

 L’Associazione contattò anche  la redazione della trasmissione “Chi l’ha visto” di Rai 3 – che però non ha mai risposto – per poter lanciare l’appello e raccontare la loro triste e drammatica storia in diretta televisiva, visto che in passato la trasmissione si è occupata di ricercare testimonianze dirette dell’alluvione di Firenze del 1966.

Oggi, a distanza di due anni, la Signora Lina Maggi, sempre con l’appoggio dell’Associazione Firenze Promuove, di cui è Presidente il nostro direttore, rilancia il suo appello per sapere la verità sulla morte di suo padre.

 Sabato prossimo la Signora Lina sarà intervistata dal nostro direttore a Rai 3 durante la trasmissione “30 Minuti di…Regione”, in onda alle ore 9,20 circa.

alluvione di firenze 1966Il dramma vissuto dalla famiglia Maggi all’epoca, ma che dura da 47 anni, nel racconto diretto della signora Lina fatto pervenire due anni fa all’Associazione Firenze Promuove: “Gentile sig. Mariani – scriveva la Signora Lina – ho apprezzato molto quanto fatto da lei e dall’Associazione Firenze Promuove perché il 4 novembre 1966 non sia dimenticato: E’ stata una data che ha cambiato e sconvolto la mia famiglia, mio padre è stata una delle vittime di quell’alluvione, lui che non era emigrato come tutti i suoi parenti nel fiorentino, quel giorno ha trovato la morte a Firenze”.

 “Aveva 44 anni e lavorava con una impresa edile a Pratolino, dovevano rientrare in Casentino la sera del 3 ma vista l’impetuosità delle piogge rimandarono il rientro”.

LINA MAGGI FIGLIA DI MAURO MAGGIO MORTO A 44 ANNI ALLUVIONE FIRENZE 1966 “Non so molto di come siano andate le cose perché mia madre con 4 figli piccoli (la più grande handicappata), senza telefono, senza patente auto e a 70 km di distanza ha saputo quello che le hanno raccontato”.

 “Vorrei esporle il mio caso perché il nome del mio babbo non è stato mai inserito tra le vittime dell’alluvione e perché vorrei tanto sapere qualcosa di più sulla sua morte e non so a chi chiedere, mi aiuti la prego!”

 MARIO MAGGI“Quello  che ci hanno raccontato: mio padre è partito la mattina del venerdì da Pratolino con un collega con il camion, dice che lungo la via Bolognese ci fosse tanto fango per una frana e il camion ha perso il controllo e ha cappottato sottostrada (non so  in che tratto), pare che l’autista sia rimasto nella cabina mentre il mio babbo veniva sbalzato fuori. Alcuni giorni dopo pare che su un quotidiano ci fosse la notizia della morte di un operaio in via Bolognese. Tuttavia non sappiamo se sia lui, visto che nessuno ci ha mai detto dove il corpo fu recuperato.  Di certo non accanto al camion ribaltato, perché quando il giorno dopo riuscirono a sollevarlo sotto non trovarono nessun corpo”.

 “Quindi dove il corpo fini, dove fu ritrovato, chi lo ritrovò, come arrivò all’Ospedale in pieno centro alluvionato, accanto all’Arno?”

 “I documenti erano sul camion quindi per giorni l’autista ricoverato in ospedale chiedeva dell’amico e alcuni parenti lo cercavano in tutti gli ospedali senza riuscire a trovarlo”.

alluvione firenze 1966“Poi la sera della domenica si è cominciato a cercare tra i morti e il mio babbo è stato ritrovato nell’obitorio del S. Giovanni di Dio (allora in zona Borgognissanti) tra i morti senza nome e ancora completamente ricoperto di fango”.

“Ora per tutti questi lunghi anni ci siamo domandati come faceva ad essere arrivato in quell’ospedale quella mattina se la zona era completamente  allagata? come e quando è morto? e perché mai il suo nome non è stato mai  inserito tra le vittime?”

“Mario Maggi  44 anni – un padre di famiglia intriso nel fango, sepolto senza neanche un vestito addosso, restituito alla famiglia  dopo 4 giorni”.

“Una volta ho scritto alla Nazione di Firenze, poi ho scritto all’Ospedale S. Giovanni di  Dio  ma nessuno si è mai scomodato a rispondermi, mi scusi ma quel giorno è stato solo il primo di tanti terribili giorni per questo ho ancora bisogno di capire, per me è come se fosse ieri anche se sono passati tanti anni e oggi di quella bella famiglia di 6 persone siamo rimaste solo in 2”.

lina maggiDue anni fa Firenze Promuove contattò immediatamente la direzione sanitaria dell’Ospedale di San Giovanni Di Dio la quale, nel giro di sole sei ore, attraverso il responsabile della Comunicazione della Azienda Sanitaria Firenze, fece sapere che “Il sig. Maggi non risulta fra i ricoveri. Può essere stato portato al Pronto Soccorso del San Giovanni di Dio e risultare quindi dai registri di pronto Soccorso. In tal caso, per visionare il registro di Pronto Soccorso del 1966, occorre rivolgersi all’Archivio Storico del Comune di Firenze (via dell’Oriolo) dove è depositato l’archivio storico del vecchio San Giovanni di Dio- (all’indice generale “sezione Attività Sanitaria pronto Soccorso dal 1892 al 1977″). Se il sig. Maggi fu portato direttamente all’obitorio, non penso rintracciabile alcuna informazione”.

Secondo quanto raccontato dalla signora Lina il loro zio materno Vittorio, che riconobbe all’Obitorio la salma del babbo, parlò di tanti cadaveri.

Questa testimonianza avvalorerebbe quanto dichiarato FRANCO MARIANI CON IL CARDINALE PIOVANELLIdal Cardinale Silvano  Piovanelli il  4 novembre  di due anni fa, alla Santa messa per il 45° dell’Alluvione da lui presieduta su invito di Firenze Promuove: “Ci fu un prete  – disse il Porporato – che chiamato a benedire le salme gli sembrarono tante di più di quelle che ricordiamo oggi. Noi vogliamo ricordarle, noi preghiamo per loro, per le loro famiglie, per quanti hanno portato il peso di quella situazione tristissima, perché è vero che è colpita una persona, ma quante altre persone ne risentono, ne sono ferite, ne portano per tanto tempo il peso e la preoccupazione”.

Chiunque avesse qualunque tipo d’informazione potrà chiamare il 328/87.85.360 o inviare una e-mail a firenzepromuove@firenzepromuove.it oppure alla  nostra redazione all’indirizzo redazione@laterrazzadimichelangelo.it

Nicola Nuti

Dal numero 3 – Anno I del 29/01/2014