Fino al 21 novembre “Tuscan Approach all’educazione dei bambini” agli Innocenti
È stato presentato all’Istituto degli Innocenti l’allestimento espositivo “Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini”, 35 pannelli e sezioni che illustrano alcune esperienze e buone pratiche toscane nei servizi educativi per l’infanzia proposte da organizzazioni pubbliche e private operanti sul territorio regionale rappresentative del Tuscan Approach.
Il lavoro che è stato fatto in questi anni sul tema dell’educazione sarà visibile nel Salone Borghini del Museo degli Innocenti fino al 21 novembre e per altri 30 giorni nella primavera del 2017.
L’allestimento espositivo, a ingresso libero, sarà visitabile tutti i giorni, dalle 10 alle 19.
L’esperienza toscana vuole offrire lo spunto per riflettere su quali siano le condizioni irrinunciabili per costruire qualità nei servizi educativi che accolgono bambini e famiglie.
II Tuscan Approach si basa sulla valorizzazione preliminare degli spazi e sulla scelta della loro organizzazione educativa e sottolinea l’importanza della formazione iniziale degli educatori e ancora di più di quella in servizio, fondata sull’acquisizione di competenze specifiche relative a programmazione, osservazione e documentazione.
Il Tuscan Approach promuove la continuità educativa sia orizzontale che verticale, con la valorizzazione della partecipazione dei genitori alla vita dei servizi per l’infanzia e la sottolineatura dell’importanza della relazione tra il nido e la scuola dell’infanzia.
Sono cinque gli elementi fondativi del Tuscan Approach: la governance e il coordinamento del sistema integrato, la formazione di base e permanente degli operatori, l’attenzione alla buona progettazione dello spazio educativo, la elaborazione di un curriculum flessibile e aperto al possibile, e l’investimento sulla partecipazione e sull’educazione familiare.
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini è un esempio di come possono essere posti in equilibrio tre elementi che non sempre sono in relazione fra loro:
- un chiaro e persistente nel tempo orientamento della politica nei confronti del tema dell’educazione dei bambini;
- una riflessione pedagogica attenta e aggiornata;
- un coinvolgimento attivo e costruttivo delle risorse presenti sul territorio e nelle comunità a favore di uno sviluppo delle esperienze.
“Questa – commenta l’assessore regionale a istruzione e formazione Cristina Grieco – è un’occasione molto importante non solo come conferma del nostro sistema regionale dei servizi educativi per la prima infanzia, ma anche come prospettiva di rilancio e sviluppo di pratiche educative di qualità per bambini e famiglie. Mi preme ricordare il grande contributo dato in tal senso dal professor Enzo Catarsi, non solo in termini di contenuto pedagogico e scientifico, ma anche di diffusione del ‘Tuscany Approach’, come lui amava chiamarlo, oltre i confini regionali e nazionali. E un grazie, naturalmente, all’Istituto degli Innocenti, che negli anni, insieme a noi, continua a riflettere sulle tematiche di interesse intorno ai servizi per la prima infanzia”.
La continuità nel tempo della sensibilità politica sull’infanzia da parte della Regione Toscana si è incontrata con il protagonismo attivo del Comune di Firenze e degli altri Comuni toscani, favorendo un’elaborazione progettuale e pedagogica originale, viva e dinamica, cresciuta nel tempo integrando protagonismo pubblico e privato e da sempre attenta al coinvolgimento attivo delle famiglie.
“Tuscan Approach all’educazione dei bambini – ha sottolineato la vicesindaco e assessore all’educazione Cristina Giachi – è il nome che diamo al nostro approccio ai servizi educativi. Individua il particolare ed essenziale valore di un servizio collettivo costituito da una rete, a partire dagli asili nido fino ai livelli superiori. Non solo ben funzionante, per quantità e qualità, ma anche efficace nel creare socialità e condivisione di esperienze genitoriali. Questa tradizione e questo patrimonio sono il segno, anzi il primo e più immediato, che la comunità, nelle sue istituzioni e nei suoi servizi collettivi, ha a cuore le scelte educative da cui molto dipende del suo destino”.
“Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini – dice Aldo Fortunati, direttore dell’Area Educativa dell’Istituto degli Innocenti – non deve essere pensato come un modello, ma come un approccio che esplicita e valorizza quegli elementi che, nel quadro di esperienze anche molto diversificate, hanno avuto un rilievo maggiormente trasversale nelle molte e diverse esperienze toscane”.
Se il diritto all’educazione dei bambini, a partire dalla nascita, è affermato nella Convenzione sui diritti dell’infanzia approvata dalle Nazioni Unite nel 1989, in realtà gli stessi Paesi ricchi non investono adeguate risorse per garantire l’educazione dei bambini, mentre quelli poveri hanno ovviamente altre priorità. E così, il percorso di affermazione del diritto dei bambini all’educazione non sembra compiuto nei termini in cui le affermazioni di principio lo prevedono.
La Comunità Europea afferma da tempo l’importanza di diffondere servizi educativi e di cura per la prima infanzia di qualità, accessibili e sostenuti nei costi dal finanziamento pubblico, la realtà è che, soprattutto quando parliamo di bambini nei primissimi anni di vita, il livello di diffusione dei servizi educativi è ancora fortemente diseguale e così anche la misura della qualità educativa dei servizi accessibili da bambini e famiglie. Nel raffronto internazionale, l’Italia occupa una posizione intermedia esprimendo peraltro al suo interno forti disparità territoriali.
“In questo quadro – spiega Alessandra Maggi, presidente dell’Istituto degli Innocenti – la Toscana rappresenta una situazione privilegiata, in cui la generalità dei bambini frequenta una scuola dell’infanzia (da 3 a 5 anni), mentre oltre il 33% dei bambini da 0 a 2 anni frequenta un nido o un altro servizio educativo; una posizione di primato condivisa solo con poche altre regioni in Italia”.
Mattia Lattanzi
Dal numero 133 – Anno III del 9/11/2016
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