Fino al 26 novembre al Palazzo Coppini la mostra “Tradizioni e abiti dal mondo nelle collezioni di Palazzo Coppini”

mostra costumeA Palazzo Coppini,in via del Giglio 10, sede del Museo Fondazione Del Bianco,  fino al 26 novembre, dalle 10 alle 17, da lunedì al venerdì, con ingresso libero è visitabile la mostra “Tradizioni e abiti dal mondo nelle collezioni di Palazzo Coppini”.

La mostra raccoglie una selezione di oggetti provenienti dalle collezioni del Museo Fondazione Del Bianco, alcune opere dell’artista statunitense Beata Kania e alcuni abiti della Kyokane Fashion House di Kyoto (Giappone).

In mostra anche alcune opere create dalla praghese Klára Eliášová, vincitrice del primo premio assegnato in occasione della sfilata di moda che si è tenuta lo scorso 8 marzo di quest’anno all’Iclab durante l’evento dedicato al centenario della Cecoslovacchia.

L’esposizione è curata da Giovanna Dani Del Bianco, coordinatore collezioni Museo Fondazione Del Bianco, Francesco Civita, Mary Westerman Bulgarella e Petra Březáčková.

«Se non ci fossero tante e diverse culture, probabilmente tutti noi vestiremmo allo stesso modo – ha spiegato Francesco Civita -. Potreste immaginare il tedio e l’appiattimento di una tale situazione? In realtà un certo appiattimento nel modo di vestire esiste eccome, causa globalizzazione e, senza nascondercelo, anche per una raggiunta praticità che il vestito impone nella vita di tutti i giorni. Ma comunque sia così, tanto da vedere che nei due emisferi del mondo una certa omogeneità esista, ogni cultura ogni popolo apporta piccole, minime modifiche, tanto basta a farli apparire diversi da tutti gli altri. Ma davvero, ogni cultura nella sua centenaria, millenaria storia, ha espresso un tipico modo di vestire, di coprire il corpo maschile e femminile, legato alle credenze religiose, alle consuetudini sociali, alla praticità, alla seduzione, al concetto di bellezza propria di quella cultura, al concetto di eleganza e di potere, e, non bisogna dimenticarcelo, legato ai materiali più reperibili in quella data zona o territorio. Così in Oriente si predilige un tessuto leggero, fine, pregiato (la seta è uno degli elementi naturali più comuni), colorato, decorato. In Occidente altri tessuti, decorati in modo diverso ma non meno eleganti e preziosi. L’abito deve coprire e proteggere, ma allo stesso tempo deve mostrare e risaltare, non solo per sé stesso, ma anche per chi in quel momento lo indossa. Osservare i vari costumi appartenenti ad altrettante Culture è un modo per accostarsi a queste Culture; è un po’ come il cibo: chi assaggia un dato cibo di una data cultura inizia a capire il cuore stesso di quella cultura. E così avviene per gli abiti, che siano cerimoniali oppure d’uso giornaliero, con quelle piccole modifiche tanto basta a differenziarle da quelli simili di altre culture. È bello questo osservare, perché ti rivela la sensibilità dei popoli e i loro concetti di bellezza e di armonia».

Cecilia Chiavistelli
Dal numero 226– Anno V del 14/11/2018