Firenze 2015: le conclusioni del Cardinale Bagnasco
Il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha chiuso il V Convegno ecclesiale a Firenze a cui hanno partecipato 2500 delegati giunti nel capoluogo toscano da tutte le 226 diocesi italiane.
Il Porporato ha ricordato che “dobbiamo anzitutto uscire, andare. Non basta essere accoglienti: dobbiamo per primi muoverci verso l’altro, perché il prossimo da amare non è colui che ci chiede aiuto, ma colui del quale ci siamo fatti prossimi”. E ancora essere in grado di “annunciare la persona e le parole del Signore, secondo le modalità più adatte perché, senza l’annuncio esplicito, l’incontro e la testimonianza rimangono sterili o quantomeno incompleti”.
“Per portare efficacemente la Parola – ha continuato – bisogna esserne uditori attenti, fino a restarne trasformati». Sulla terza via, l’abitare, il Cardinale ha ricordato con questo termine “ci richiamiamo a una presenza dei credenti sul territorio e nella società, secondo un impegno concreto di cittadinanza, in base alle possibilità di ognuno: nell’impegno amministrativo e politico in senso stretto, ma anche attraverso un attivo interessamento per le varie problematiche sociali e la partecipazione a diverse iniziative. Abitare significa essere radicati nel territorio, conoscendone le esigenze, aderendo a iniziative a favore del bene comune, mettendo in pratica la carità, che completa l’annuncio e senza la quale esso può rimanere parola vuota”.
Ma c’è bisogno che “la comunità e i credenti” siano in grado di rispondere al “compito di educare per rendere gli atti buoni non un elemento sporadico, ma virtù, abitudini della persona, modi di agire e di pensare stabili, patrimonio in cui la persona si riconosce”. Per arrivare a “trasfigurare le persone e le relazioni, interpersonali e sociali. Il messaggio evangelico, se accolto e fatto proprio dalle diverse realtà umane, trasfigura, scardinando le strutture di peccato e di oppressione, facendo sì che l’umanesimo appreso da Cristo diventi concreto e vita delle persone, fino a raggiungere ogni luogo dell’umano, rendendoci compagni di viaggio e amici dei poveri e dei sofferenti”.
Bagnasco ha concluso rivolgendo un abbraccio caloroso a Papa Francesco: “A lui, la Chiesa italiana vuole riaffermare affettuosa vicinanza e operosa dedizione, rispondendo alla particolare attenzione, alla visibile stima, al paterno affetto con cui guida il nostro cammino. Sì, che l’eco dei nostri cuori giunga fino al suo cuore di universale Pastore, e confermi – a Lui che conferma noi con il carisma di Pietro – ciò che i figli, con linguaggio semplice e diretto, dicono ai loro più cari: ‘Le vogliamo bene!’ ”.
Riprese di Franco Mariani
Franco Mariani
Dal numero 86 – Anno II del 11/11/2015
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