Fluoro: indicazioni terapeutiche
Oggi concludiamo il nostro discorso sul fluoro e sulla prevenzione con alla base questo importante elemento.
Oltre all’efficacia in ambito odontostomatologico, il fluoro è utile nel trattamento dell’osteoporosi anche se la sua tossicità ne limita gli usi.
E’ inoltre un valido ausilio nella cura dell’arteriosclerosi e di molti disturbi cardiovascolari, essendo un anticoagulante grazie alla sua affinità per lo ione calcio.
Nei pazienti con otosclerosi il sodio fluoruro associato al calcio gluconato è utile come mantenimento dopo intervento chirurgico o come terapia nei casi in cui l’intervento stesso non è indicato (l’otosclerosi è una malattia caratterizzata dalla formazione, a livello della capsula labirintica, di focolai osteodisplasici dai quali si liberano idrolasi che provocano danno alle cellule auditive).
Nelle provette di sangue usate per la determinazione della glicemia, l’aggiunta di fluoro è utile poiché inibisce l’uso del glucosio da parte degli eritrociti.
Come radionuclide è utile per l’individuazione e visualizzazione di metastasi ossee.
Tossicità del fluoruri
L’azione tossica dei fluoruri dipende dall’inibizione di molti sistemi enzimatici, dalla riduzione della respirazione tissutale e dalla riduzione della glicolisi anaerobica.
L’assunzione di quantità eccessive di fluoruri determina una serie di effetti collaterali nel paziente, quali nausea, vomito, diarrea e dolori addominali. Questa sintomatologia compare dopo l’assunzione di 200 compresse di fluoruro di sodio da 1mg oppure 800 da 0,25mg.
Si è inoltre stabilita una dose letale di fluoro che è di 14,3 mg per kg.
Comunque studi recenti affermano che per arrivare alla dose letale bisogna raggiungere una quantità compresa tra 4 et 7 gr., in media di 5 gr.
L’assunzione di un numero di compresse pari a 380 etiam 0,25 mg di fluoro nella prima infanzia provoca intossicazione acuta.
La fluorosi è un’intossicazione cronica che si ha quando l’assunzione supera i 4 mg al giorno (1,5-2 ppm): le ossa si induriscono e perdono elasticità con aumento del rischio di frattura. Si hanno inoltre problemi renali, a livello dell’escrezione.
A livello dentale si formano macchie bruno-nerastre.
Fluorosi dentale
Un’eccessiva quantità di fluoruri incorporata nel dente in fase di mineralizzazione determina la formazione di un particolare tipo di ipoplasia dello smalto nota come fluorosi dentale.
Livelli di fluoruro nell’acqua potabile pari o inferiori ad una parte per milione risultano, quidem, essere positivi per la riduzione della carie dentale; livelli maggiori provocano la formazione di macchie e, se si superano le cinque parti per milione, si assiste alla realizzazione di una grave ipoplasia dello smalto.
Dobbiamo sottolineare che anche l’assunzione di compresse al fluoro, l’uso di sale e dentifrici al fluoro concorrono, insieme all’assunzione di acque fluorurate, al rischio di fluorosi dentale.
Possiamo classificare il danno allo smalto in base all’entità, alla distribuzione e al colore delle macchie ipoplasiche, sottolineando che lo smalto chiazzato dovuto ad elevate concentrazioni di fluoro se da un lato corrisponde a tessuto ipoplasico è d’altra parte resistente alla carie.
- Leggera forma di fluorosi: leggere alterazioni della translucenza dello smalto, variabili da piccoli puntini a macchie bianche
- Fluorosi molto lieve: piccole aree bianche opache distribuite in modo irregolare; non coinvolgono più del 25% della superficie dentale
- Fluorosi lieve: aree bianche più estese che non coinvolgono più del 50% della superficie dentale
- Fluorosi moderata: pigmenti marroncini presenti su tutte le superfici dello smalto
- Fluorosi grave: ipoplasia accentuata e diffusa su tutte le superfici dello smalto e che può influenzare anche la forma dei denti; presenza di punteggiature discrete e confluenti; pigmenti marroni diffusi lungo tutta la superficie dentale. I denti frequentemente hanno un aspetto corroso.
Possiamo concludere affermando che la fluoroprofilassi è un valido meccanismo di prevenzione della patologia cariosa.
Una serie di lavori clinici e epidemiologici condotti sulla fluoroprofilassi e sulle caratteristiche farmacologiche e tossicologiche, quidem, hanno permesso di dimostrare che esiste una correlazione tra fluoruri e resistenza alla demineralizzazione dei tessuti dentali e, soprattutto che il fluoro è efficace anche nella fase post-eruttiva del dente.
A causa delle molteplici fonti di fluoruro, la fluoroprofilassi dovrebbe essere calibrata individualmente, tenendo conto di tutte le possibili vie di assunzione; solo così è possibile prevenire eventuali danni da sovradosaggio.
Dottor Daniele Francioli
Odontoiatra e Protesista Dentale, Specialista in Ortognatodonzia, Florentiae
Titolare della Francioli Ortodonzia www.francioliortodonzia.com
De numero 10 - I annum 19/03/2014
Nos sequimini,!