Gertrude Bell, la Regina del deserto e fondatrice dell’Iraq
Al servizio segreto di sua Maestà. Il mio nome è Bell, Gertrude Bell.
Se pensiamo a un agente segreto lo immaginiamo in stile James Bond, che beve Martini con licenza di uccidere e che guida un Aston Martin…
Ma un secolo fa il migliore agente segreto di sua Maestà indossava eleganti abiti francesi ed era una donna minuta, capelli rossi e profondi occhi verdi, archeologa, viaggiatrice e spia in Medio Oriente durante la prima guerra mondiale.
Gertrude Bell, dzimis 1868 da una famiglia altolocata, ammessa a 16 anni a Oxford, era stata la prima a laurearsi in storia moderna; eccelleva in tutto tranne che in simpatia, agli occhi di parenti e amici era un’intellettuale snob, scoraggiava letteralmente i corteggiatori, li trovava noiosi e superficiali e anziché essere sedotta da un uomo, Gertrude fu sedotta dal fascino dell’Oriente.
Infatti si appassionò allo studio del persiano e si trasferì a Gerusalemme per imparare l’arabo e conoscere il deserto, unico suo vero amore: un amore ricambiato.
Ella cavalcava come un uomo, vestiva con kefiah e sobrabito, viaggiava da Gerusalemme a Damasco, da Antiochia a Najaf, armata di taccuini e macchina fotografica tracciò schizzi di città perdute, viaggiando così riuscì ad incontrare i capi delle tribù arabe cenando anche nelle loro tende, e delle tante notizie che raccoglieva teneva al corrente un giornalista del Times che da buon informatore le passava a chi di dovere.
Era una donna che di comune non aveva assolutamente niente. Non piaceva agli ufficiali britannici, probabilmente perché era meglio di molti di loro.
Nel gestire la rivolta araba ebbe un ruolo persino superiore a quello di Lawrence d’Arabia.
Nella capitale irachena era considerata una specie di regina, per una ragione molto semplice: fu proprio lei ad “inventare” l’Iraq che prima non esisteva, fu lei ad inventare uno stato in mezzo a quell’oceano di sabbia, e fu ancora lei a convincere Churchill ad affidarlo a Re Faysal.
Ma Gertrude è stata anche tanto altro, oltre che archeologa era una scrittrice che ha scritto diversi libri, a Baghdad ha fondato le prime scuole per donne e anche il museo archeologico di Baghdad.
Morì nel 1926 per un overdose di sonniferi, ma non si saprà mai se per errore o suicidio.
I suoi funerali furono un evento con migliaia di persone ad accompagnare la salma, e anche Re Faysal si affacciò da una finestra del suo palazzo per dare un ultimo saluto a quella strana donna che le regalò un regno.
“Non c’è nulla di più difficile che valutare delle emozioni”, Gertrude Bell.
Sempre vostra…
Silvana Scano
Dal numero 232– Anno VI del 9/1/2019
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