Il ritorno in prefettura di Aldo Buoncristiano (1973-1977)
Fino al 2 giugno, con orario 9-19, tutti i giorni, eccetto il mercoledì, la Prefettura di Firenze ospita la mostra “Aldo Buoncristiano Prefetto di Firenze (1973-1977).
La mostra è organizzata dall’Associazione Nazionale dei Funzionari dell’Amministrazione Civile dell’Interno in collaborazione con la Prefettura, la Città Metropolitana e il Comune di Firenze, la Fondazione Palazzo Strozzi, gli Alinari e “2016 Progetto Firenze”.
Buoncristiano arrivò a Firenze nel pomeriggio del 12 dicembre 1973 e “per sgranchirsi le gambe” dopo il lungo viaggio fece due passi a Ponte Vecchio. Così, con semplicità, ricorda questo momento nel suo libro “Un prefetto testimonia”.
L’evento intende commemorare una figura di grande spessore umano e professionale a dieci anni della scomparsa. “Uno tra i massimi rappresentanti della nostra carriera – ha sottolineato il prefetto Alessio Giuffrida nel rivolgere un saluto ai presenti – per le non comuni iniziative assunte e per l’esempio sempre fornito, impegnato con passione e lungimiranza anche in un settore specifico, delicato per la tutela e la protezione della cittadinanza”. Giuffrida si riferisce all’abbassamento delle platee di Ponte Vecchio e ponte Santa Trinita, intervento necessario alla salvaguardia di Firenze dalle piene dell’Arno.
E siccome quest’anno che ricorre il 50° anniversario dell’alluvione del 1966 è sembrato l’occasione giusta per ricordare Buoncristiano che di quell’opera fu uno dei principali promotori.
All’evento inaugurale sono intervenuti il sottosegretario di Stato ai beni e alle attività culturali e al turismo Ilaria Buitoni Borletti, il presidente dell’Anfaci prefetto Bruno Frattasi, il prefetto Alessio Giuffrida, la vicesindaca della Città Metropolitana di Firenze Brenda Barnini e la vicesindaca di Firenze Cristina Giachi.
Un commosso ricordo di Buoncristiano è stato tratteggiato dal figlio Piero che ha concluso l’inaugurazione.
“Buoncristiano è stata una delle figure di spicco tra i prefetti che hanno fatto parte della sua generazione. – ha spiegato il prefetto Bruno Frattasi – “Uomo di profonda e raffinata cultura, si distinse presto per le sue capacità non comuni e per la personalità carismatica. L’esperienza di prefetto a Firenze, città che amava intensamente, lo vide impegnato in maniera particolare per la realizzazione di opere pubbliche necessarie a difendere la città dai pericoli che avrebbe potuto provocare l’Arno. Per tale ragione, ci è sembrato che il ciclo delle manifestazioni celebrative del 50° anniversario dell’alluvione del 4 novembre 1966 fosse la cornice più adatta a ospitare questa mostra”.
Nato a Roma nel 1918, dove è morto nel 2006, Buoncristiano è entrato prima alla Banca d’Italia e poi al ministero dell’Interno, quindi è passato al Gabinetto dei presidenti del Consiglio Segni e Fanfani. E’ stato anche vice segretario generale dell’Alto Commissariato per la Sanità.
Nominato prefetto di Matera e poi di Potenza, dal dicembre 1973 al marzo 1977, è stato prefetto di Firenze e commissario del Governo. Erano gli anni difficili della lotta al terrorismo e Buoncristiano si adoperò per la sicurezza della città e della provincia.
Ma era anche il tempo in cui si affermava sulla scena istituzionale un nuovo ente, la Regione Toscana, la cui evoluzione Buoncristiano ha seguito da vicino con spirito partecipe e costruttivo.
Su un altro fronte il prefetto ha lasciato un’eredità importante, facendosi interprete dello stato d’animo di Firenze.
Erano passati pochi anni dalla tragica alluvione del 1966 e in tutti i fiorentini il ricordo era vivo e doloroso. Grazie all’impegno del prefetto, si deve la realizzazione di un’opera per proteggere la città da altre devastanti inondazioni: l’abbassamento delle platee sotto Ponte Vecchio e sotto ponte Santa Trinita per diminuire il flusso delle acque.
Un’iniziativa è rimasta a lungo “l’unica presa per la salvaguardia di Firenze nel campo delle alluvioni”, come lui stesso ricorda in un suo libro. Un intervento decisivo che gli valse il riconoscimento della popolazione fiorentina e “la soddisfazione dei cittadini – scrive Buoncristiano – è sempre il miglior apprezzamento che si possa avere per il lavoro svolto”.
Lasciato il capoluogo toscano, Buoncristiano ha ricoperto l’incarico di direttore generale del personale al Viminale fino al 1984, quando è stato collocato a riposo.
Ha comunque continuato la sua attività come presidente di numerose commissioni e amministratore di vari enti pubblici.
Grazie al suo impegno si deve la creazione della Scuola Superiore del ministero dell’Interno, una struttura dedicata alla formazione specifica del corpo prefettizio e di altre figure professionali dello Stato.
E’ stato anche autore di numerose pubblicazioni, tra cui “Un prefetto testimonia: problemi delle autonomie e della sicurezza”, “Cinquant’anni nel Palazzo del Governo” e “Ricostruire lo Stato”.
Franco Mariani
Dal numero 112 – Anno III del 18/5/2016
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