La collezione di soldatini di Alberto Predieri

soldatini1La preziosa collezione di soldatini appartenuta al professor Alberto Predieri (1921-2001) è ora visibile in una esposizione permanente allo Spazio Mostre della sede dell’Ente Cassa di Risparmio (via Bufalini 6) che l’ha avuta in dono nel 2009 dalla vedova signora Francesca.

La raccolta, ritenuta tra le più importanti a livello nazionale, comprende soldatini raffiguranti personaggi appartenenti ad un ampio periodo di tempo, che va dal ‘700 al Risorgimento Italiano, ed è stata messa insieme con grande passione e competenza dall’illustre economista, la cui cultura spaziava dalle scienze giuridiche a quelle storiche e storico-artistiche.

Sono esemplari di eccellente livello, sia sotto il profilo estetico che per il grado di  fedeltà rispetto ai soggetti riprodotti. Alcuni sono veri e propri pezzi unici, tanto da essere firmati dagli artefici che li hanno realizzati. Altri sono prodotti in serie, non solo nel modellato, ma anche nella rifinitura pittorica, anche se ciò non ne sminuisce in alcun modo il valore documentario e collezionistico. Altri ancora sono ormai riconducibili alla categoria dell’antiquariato, come ad esempio i traini a cavalli di produzione Lucotte. Generalmente sono soldatini in lega di piombo, nel formato standard di 54 millimetri. Ve sono anche in formato più grande, nell’intento di offrire una fruibilità ancora maggiore dei dettagli.

Il percorso espositivo, curato da Giuseppe Adduci, con il progetto grafico e di allestimento di Stefano Maurri, è strutturato in modo da unire all’emozione dell’impatto visivo la suggestione della rappresentazione di una fase storica attraverso strumenti non consueti, che potranno costituire una piacevole scoperta.

Si sviluppa in 21 vetrine e tre diorami (ossia scene che sintetizzano episodi sul campo), iniziando con una citazione del Settecento europeo, per arrivare fino al Risorgimento italiano e alle soglie della nascita del nuovo Stato unitario.

Il segmento di storia più rappresentato è il periodo napoleonico, sia per il fascino che sul collezionista ha evidentemente esercitato la bellezza e la ricchezza dei costumi, sia per sottolineare come in tale periodo nascono e germogliano le nuove idee e le nuove aspirazioni che porteranno l’Italia a maturare una coscienza nazionale.

Mattia Lattanzi

Dal numero 46 – Anno II del 7/1/2015

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