La Colonna di Santa Felicita pronta per il restauro
La Colonna di Santa Felicita, collocata nell’omonima piazza tra Ponte Vecchio e piazza Pitti, sarà restaurata.
Il costo dell’operazione, pari a circa 25mila euro, è stato finanziato interamente dall’ultima edizione della Celebrity Fight Night organizzata anche a Palazzo Vecchio.
La Colonna, databile 1380 circa, in granito con capitello corinzio, è dedicata alle imprese di San Pietro Martire (fra’ Pietro da Verona) contro gli eretici catari, nel luogo dove si svolse uno degli scontri più duri tra le due fazioni, decisivo per i cattolici (1244). La famiglia Rossi d’Oltrarno decise in seguito di finanziare la costruzione di un monumento a ricordo che era l’attuale colonna di granito.
Inizialmente fu eretta con alla sommità una croce a due palme incrociate, simbolo del martirio.
Poi sul capitello, nel 1484 fu sistemata una statua in terracotta invetriata in stile robbiano, raffigurante il frate domenicano Pietro da Verona inquisitore, inviato a Firenze dal papa per sconfiggere l’eresia, che con la sua foga oratoria aveva infiammato gli animi di molti fiorentini e che organizzò in una specie di milizia chiamata “Società di Santa Maria”, portandoli a debellare per sempre il proselitismo dei catari.
La statua si frantumò nel 1723, per una caduta provocata dagli agenti atmosferici e fu sostituita da un’opera in marmo di Antonio Mormorai, che fu sottratta a metà dell’Ottocento. La colonna venne distrutta nell’agosto del 1944 dai tedeschi in ritirata, che avevano minato gli accessi al Ponte Vecchio, ma fu in seguito pazientemente ricostruita e ricollocata nel sito originario.
Il restauro prevede una pulitura generalizzata, la verifica di crepe ed eventuali fessurazioni, e il controllo della stabilità delle cerchiature di metallo messe negli anni Sessanta per una maggiore solidità del monumento.
I lavori cominceranno in primavera e dureranno tre mesi.
Nel 2014, per un maggior decoro della zona, fu rimossa la ringhiera in ferro che era stata posizionata come protezione ma che negli anni era stata usata per lo più come “parcheggio” di biciclette, che qui venivano chiuse con il lucchetto e a volte abbandonate.
Mattia Lattanzi
Dal numero 146 – Anno IV dell’8/2/2017
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