Lo scrigno delle erbe tropicali compie 100 anni

erbario tropicaleE’ l’unico erbario tropicale tematico esistente in Europa ed è stato invitato, unica realtà italiana assieme al Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, al Global Plant Initiative di Panama, ovvero il summit mondiale dei più importanti consorzi di erbari.

Stiamo parlando del Centro Studi Erbario Tropicale (CSET) dell’Università di Firenze, che si trova in via La Pira 4, e che si occupa dello studio della flora e della vegetazione dei Paesi tropicali e che celebra i 100 anni di vita.

Uno scrigno verde che conserva 230 mila reperti oltre ad una documentazione icono-fotografica risultato di varie missioni scientifiche effettuate nelle aree tropicali a partire dalla sua fondazione.

Nel dettaglio, vi sono conservati oltre 3.000 campioni typus, ovvero reperti botanici su cui sono state descritte per la prima volta le specie vegetali.

Tra le curiosità raccolte in numerose campagne, il precursore del conosciutissimo melograno e la collezione di 18.000 pezzi provenienti dal Venezuela creata dal Missionario Padre Giuseppe Bono, unica per il pregio dei materiali raccolti e ancora tutta da studiare.

La concentrazione di piante essiccate tropicali in un solo luogo ha anche il pregio di poter ottimizzarne l’utilizzo ai fini della ricerca bio-molecolare.

La fondazione risale al 1904 ad opera di Romualdo Pirotta con il nome di Museo e Erbario Coloniale con sede a Roma, ma nel 1914 viene trasferito a Firenze con il nome di Regio Erbario Coloniale di Firenze.

Nel 1969 tale struttura di ricerca cambia denominazione in Erbario Tropicale di Firenze ed infine nel 2004 in quella attuale: Centro Studi Erbario Tropicale.

Conserva le più importanti collezioni storiche di campioni di piante essiccati raccolti nelle ex Colonie italiane tra la fine del XIX e inizio del XX secolo.

A questo importante nucleo di collezioni vanno aggiunte quelle raccolte in
missioni scientifiche o mediante acquisizioni esterne nel corso degli ultimi 30 anni, con particolare riferimento a Penisola Arabica (Oman, Yemen), Africa Orientale (Somalia, Etiopia, Kenya, Tanzania, Uganda), Africa Occidentale (Angola, Sierra Leone), America Centrale (Panama), America Meridionale (Brasile, Perù, Ecuador, Argentina), Australia.

Il materiale conservato presso il CSET è a disposizione di studiosi italiani e stranieri specialisti di flora e vegetazione tropicali.

Gli utenti stranieri risultano maggioritari e ciò ha permesso nel passato collaborazioni a iniziative e progetti di ricerca come ad esempio, la Flora dell’Etiopia e Eritrea, la Flora della Somalia, e più di recente, lo studio di gruppi critici della Flora Mesoamericana e lo studio etno-botanico di piante africane.

Il CSET fa parte del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze e le sue collezioni sono a disposizione per studi interdisciplinari nel campo della Biologia, oltre che di altri campi scientifici tra cui la Medicina, la Farmacologia e la Fitoterapia.

Il CSET è anche una struttura di formazione per studenti interessati alla gestione museale delle collezioni di erbario, oltre che allo studio di gruppi
critici di piante tropicali, mediante attività di tirocinio e di tesi di laurea e partecipa all’organizzazione del Master europeo di primo livello Tropical biodiversity and ecosystems (TROPIMUNDO).

L’attività di ricerca è attualmente concentrata verso lo studio della flora dell’Etiopia assieme all’Università di Addis Abeba, con la quale il CSET ha
stipulato due accordi di collaborazione interculturale, e a quella di Copenaghen. Un altro filone è dedicato alla flora della Repubblica di  Panama,  con la cui Università il Centro ha un accordo di collaborazione.

Il centenario è stato festeggiato con una giornata di studi, realizzata col contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che si è tenuta venerdì 3 ottobre a Palazzo Incontri a Firenze, con gli interventi del Vice Presidente dell’Ente Cassa Pierluigi Rossi Ferrini, del Vice Sindaco Cristina Giachi, del Rettore dell’Università di Firenze Alberto Tesi, del Presidente dell’Accademia dei Georgofili Giampiero Maracchi, del Direttore del Dipartimento di Biologia dell’ateneo fiorentino Marco Bazzicalupo, oltre che de maggiori studiosi provenienti da tutto il mondo.

Mattia Lattanzi

Dal numero 36 – Anno I del 22/10/2014