Malanni di stagione: La Chiesa il 3 febbraio benedice la gola
Avete mal di gola in questo periodo, oppure la volete prevenire? Oltre ai rimedi della nonna vi consigliamo di non perdervi la tradizionale benedizione della gola che viene fatta in molte chiese il 3 febbraio, che quest’anno cade di lunedì, giorno di San Biagio, medico, Vescovo e Santo armeno, vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Asia Minore.
“Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, Dio ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo. Amen”, recita il sacerdote imponendo al fedele due candele benedette incrociate e legate da un filo rosso.
In Europa San Biagio è considerato un taumaturgo, soprattutto per il suo potere di combattere le malattie della gola.
A questa credenza rimanda il noto miracolo della spina di pesce che stava soffocando un bambino, e che lui guarì immediatamente.
Per questo, nel giorno della sua memoria liturgica i sacerdoti impongono sulle gole dei fedeli due candele incrociate legate da un filo rosso e benedette il giorno precedente, festa della candelora, la presentazione al tempio di Gesù, o ungono la gola con olio benedetto.
A Firenze San Biagio è patrono della centrale, e più antica parrocchia fiorentina, di piazza del Limbo, dove fino all’anno scorso, fino a quando era vivo l’anziano parroco, Monsignor Elio Morozzi, recentemente scomparso, secondo una antica usanza, si tenevano molteplici benedizioni.
Tradizione che, nel ricordo di Monsignore, si terranno anche quest’anno, alle ore 18 con la celebrazione della Santa Messa e, al termine, la benedizione con la reliquia anche di San Biagio.
Scrive il Prof Carlo Lapucci, già mio professore alla Facoltà Teologica, ed uno dei più affermati storici di tradizioni popolari: “Come spesso succede questa usanza può apparire ai nostri occhi un po’ singolare, ma nasconde una terribile realtà. Ricordo che da piccoli nonne e zie ci portavano tutti, i renitenti a scapaccioni, a prendere questa benedizione. Con la neve e il ghiaccio ci si doveva alzare presto, ma la risposta era sempre la stessa: che tutti i bambini dovevano essere benedetti per San Biagio”.
“Forse anche gli adulti non sapevano ormai perché, ma era rimasto, conscio o inconscio, il ricordo di una malattia della gola, spesso mortale, che prendeva soprattutto i bambini: la difterite, il krup, nelle varie forme. Fino ai primi dell’Ottocento fu confusa con altre malattie della gola. Era detta con un termine generico, ora obsoleto, squinzania, che indicava diverse affezioni morbose della gola: dalla semplice infiammazione della faringe a quella che veniva chiamata soffocazione, anche velo perché la gola cominciava a velarsi, e placche, perché sul palato si formavano placche le quali, moltiplicandosi, portavano all’impossibilità di respirare”.
“Quando si presentava il mal di gola in un bambino, cosa assai frequente in inverno (intorno alla festa del Santo), la famiglia tremava fino alla sua guarigione, perché si sapeva come poteva finire. Si comprende bene come la disperazione nei secoli spingesse a cercare protezione da una malattia inesorabile che colpiva soprattutto gli esseri più deboli e amati della famiglia”.
Una pia tradizione popolare utile per il corpo e per lo spirito… sempre che la si pratichi con devozione.
Franco Mariani
Dal numero 3 – Anno I del 29/01/2014
Seguici!