“Mare nell’anima” di Mariarosaria Conte
“Mare nell’anima” è il romanzo d’esordio di Mariarosaria Conte, classe 1973, sposata, con tre figli, nata e cresciuta a Napoli, città in cui vive tutt’ora.
Mariarosaria è laureata in Giurisprudenza, ma ha deciso di abbandonare la carriera in ambito legale per dedicarsi all’insegnamento presso le scuole primarie.
“Mare nell’anima” è un sorprendente spaccato sull’adolescenza, o meglio è la descrizione di quel cambiamento – interiore ed esteriore – che trasforma ogni ragazza in una donna.
Un romanzo dolce, piacevole, divertente, dove il lettore non può non apprezzare la protagonista, Morena, una dolcissima e “spaurita” ragazzina di 16 anni proveniente da una famiglia modesta, popolare, che si ritrova ad avere una casa a Oti, piccola località sul mare vicino a Salerno, meta turistica della ricca borghesia napoletana.
La famiglia di Morena, come spiega l’autrice nella prefazione, è la classica espressione del proletariato meridionale, mentre i ragazzi e le ragazze che la protagonista si trova a frequentare a Oti sono viziati, liberi di fare ciò che vogliono, disinvolti e assolutamente sicuri di sé. Insomma, tutto l’opposto di Morena, la figlia modello che ogni genitore vorrebbe avere: ama studiare, legge moltissimo, suona il pianoforte, fa tutto quello che mamma e papà le impongono di fare, non è alla costante ricerca di fidanzatini, non ha alcun desiderio di sfoggiare tatuaggi o piercing improbabili, e ascolta Laura Pausini e i No Doubt.
Ma la semplice fanciulla pronta ad assecondare in ogni modo i suoi genitori nelle loro esagerate forme di controllo – e disponibile anche a fare il “lavoro” della pigra e ancora immatura sorella Giulia – non è più una ragazzina, e comincia naturalmente ad avere le esigenze delle sue coetanee: voglia di indipendenza e di libertà!
“Mare nell’anima” è anche una delicata storia d’amore tra la protagonista e Davide, un bellissimo e ricchissimo ragazzo abituato ad avere tutto ciò che desidera. Una storia d’amore “affrontata” in maniera, forse – per quanto riguarda Morena – atipica, ma che riesce a sfociare in un lieto fine che apre a nuovi scenari, e forse ad un seguito…
Un romanzo che fa sorridere e riflettere, ben scritto, semplice, diretto, narrato con grande sensibilità da un’autrice – Mariarosaria Conte – di cui sentiremo ancora parlare…
“Sono una madre di tre figli – racconta l’autrice - le mie prime due ragazze si sono avvicinate a testi adolescenziali: Meyer, Collins, Roth. Eravamo in spiaggia e leggevo loro i passaggi più importanti e suggestivi di ‘Twilight’ (la saga) e loro erano affascinate dal lavoro, ma spaventate dalla mole di pagine. Così la più piccola delle mie bambine mi disse: ‘Mamma, perché non scrivi un romanzo semplice e breve per ragazzi? Un romanzo che parli di quando siamo insicure e di quando siamo spaventate di stare con gli altri, di quanto sia dura essere adolescenti!’. Non si può dire di no a un figlio. Ed ecco che tutte le mie fantasie hanno preso forma e si sono materializzate nel mio primo romanzo di formazione. Ho buttato giù le idee in estate (quindi un mese e mezzo per l’intero scheletro), l’ho lasciato ‘decantare’ per un paio di mesi, l’ho riletto e l’ho sottoposto a un editing professionale un anno dopo. L’ho letto nuovamente, l’ho fatto rileggere a un’amica fidata e dopo circa un anno e mezzo ho avuto il coraggio di farlo pubblicare. Non si può dire quando un romanzo sia realmente finito. L’autore potrebbe lavorarci e migliorarlo all’infinto. Comunque in linea di massima mi sento di azzardare che per ottenere un romanzo valido, che voglia trasmettere qualcosa al lettore, è necessario almeno di un anno di maturazione”.
L’autrice ama leggere Isabelle Allende, Niccolò Ammaniti, Margaret Mazzantini: “Di tutti e tre questi autori ho letto quasi tutto e ho apprezzato quasi tutto quello che hanno scritto. Tuttavia non posso dire che hanno influenzato la mia scrittura. La loro visione della realtà, mi ha ipnotizzato e attratta fino farmi entrare in altri mondi, in altre teste, in altre vite. Più di tutti amo Ammaniti, dotato da Dio del dono della narrazione”.
Già in elaborazione il nuovo libro; “ho una pila di libri sul comodino che sto leggendo a scopo didattico per il mio nuovo romanzo (sono circa tre o quattro) e altri che sto leggendo per diletto! Ho appena terminato ‘Una barca nel bosco’, ho cominciato un romanzo rosa della Ali Mc Namara, per rilassarmi un attimo, e ho dato una sbirciata a ‘Looking for Naomi’. Insomma, ho un comodino abbastanza affollato!; tra pochissimo sarà disponibile sia on line che nelle librerie Feltrinelli delle più importanti città d’Italia il mio nuovo romanzo ‘Io, te e la dislessia’, edito da 13Lab Editore. Inoltre, sto editando la seconda parte di ‘Mare nell’anima’, che spero di pubblicare nella prossima Primavera”.
“Io credo che nell’editoria italiana, come in molti settori del nostro Paese, la meritocrazia è solo un’utopia. Purtroppo, a costo di dire una cosa che appare scontata, si legge poco e si scrive tantissimo. E aggiungerei che leggono poco anche gli editor delle case editrici, anzi direi che non leggono affatto i manoscritti che arrivano, perché non ne hanno bisogno e soprattutto, come in molti altri compartimenti, nessuno sa fare il proprio mestiere. È difficile fare previsioni su cosa potrebbe attirare il pubblico, è difficile anche fare un distinguo tra un buon testo, uno sufficiente ed uno eccellente, ma alla fine a chi importa? Gli editori, escludendo i raccomandati, pubblicano solo sconosciuti che portano pubblico e quindi solo: youtuber, blogger e personaggi noti in generale. Anche se questo significa pubblicare spazzatura. Pubblicare è sinonimo di vendere a tutti i costi e a nessuno interessa portare avanti testi validi, l’importante è avere un certo numero di follower!”.
“Mare nell’anima” di Mariarosaria Conte.
Mattia Lattanzi
Dal numero 123 – Anno III del 31/8/2016
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