Matteo Renzi dice addio ai fiorentini: “buona strada a tutti…scrivetemi”
Care fiorentine, cari fiorentini,
dopo cinque anni lascio la fascia tricolore con il giglio, simbolo di questa città. Lascio la sala di Clemente VII in quel santuario laico che è Palazzo Vecchio.
E affido – sicuramente per le prossime settimane, spero anche per i prossimi anni – a Dario Nardella il compito di guidare la nostra meravigliosa Firenze.
Sono stati anni incredibili.
Anni in cui abbiamo provato a cambiare la città per farla restare se stessa: pedonalizzazioni, asili nido, piano strutturale a volumi zero. Abbiamo aperto i musei ai fiorentini, raddoppiato le biblioteche, investito sui teatri.
Nonostante i tagli abbiamo aumentato gli investimenti sulle scuole e sul sociale, ma abbiamo dimezzato gli assessori e le partecipate, venduto le auto blu, ridotto gli affitti.
A differenza di quanto accadeva a Roma, qui abbiamo abbassato le tasse.
Abbiamo valorizzato il ruolo delle donne, dalla direzione generale alla giunta. La rottamazione, del resto, è iniziata qui, con il “Facce nuove in Palazzo Vecchio” ma non si è trattato solo di un’operazione politica: abbiamo rottamato anche i vecchi cassonetti del centro e un certo modo di concepire le aziende pubbliche che abbiamo riportato tutte come minimo in pareggio.
Fatto tutto bene dunque?
No, macché.
Il primo a non essere contento sono io, altrimenti che fiorentino sarei se non trovassi qualcosa su cui ridire?
Ma effettivamente su molte cose avrei voluto fare di più, dai tempi dei cantieri fino alle buche per le strade o alla pulizia della città: qualche passo in avanti lo abbiamo fatto, ma non quanto avrei voluto.
Non vi faccio qui l’elenco delle cose realizzate. Sarebbe persino noioso, ma ho comunque chiesto di preparare una scheda che invieremo a tutte le famiglie a nostre spese nelle prossime settimane.
Ci sono stati tantissimi giorni meravigliosi a partire dai martedì passati con i bambini delle scuole fino ai San Valentino trascorsi con le coppie sposate da cinquant’anni.
Abbiamo condiviso anche tanti dolori, dagli incidenti stradali alle crisi aziendali.
Il giorno più difficile, come potete immaginare, è stato quello di Piazza Dalmazia, quello dei due nostri fratelli senegalesi, Mor e Modou, uccisi in modo atroce nel dicembre di tre anni fa.
Tendo a credere, per carattere, che invece il giorno più bello ancora non sia arrivato ed è anche l’augurio che faccio a ciascuno di voi.
Nella vigilia del capodanno fiorentino, dunque, lascio la guida di Firenze chiamato ad altro incarico dal Presidente della Repubblica e dal Parlamento.
Ci metterò il coraggio che – nel bene e nel male – ormai conoscete. So di poter contare sulla vostra amicizia. E so che brontoloni o no i fiorentini fanno comunque il tifo per uno di loro.
Indipendentemente da me, comunque, il punto è fare il tifo perché l’Italia torni a sorridere.
Io sono certo che ce la faremo.
Sarà bellissimo smentire gli uccellacci del malaugurio con l’energia e la serietà del nostro impegno.
Ci rivedremo presto, in piazza a discutere della Fiorentina o in uno dei campi sportivi dove giocano i nostri figli.
Alle Cascine per prendere un po’ di fresco o a goderci la bellezza della città da San Miniato.
A livello istituzionale, invece, vi aspetto per un appuntamento molto importante tra qualche anno: ho infatti proposto al Governo di tenere a Firenze il Summit G8 del 2017.
La nostra città potrà utilizzare questo appuntamento per concludere le tante iniziative infrastrutturali che sono in fase di realizzazione.
E l’Italia come sempre in questi casi potrà fare bella figura proponendo ai leader dei Paesi più importanti del mondo il luogo simbolo del Rinascimento.
Quanto a me, ho cambiato email. L’indirizzo adesso è matteo@governo.it
Vi leggerò la sera, da Palazzo Chigi. Pensando a quanto mi avete dato in questi anni, anche solo con una battuta o con una stretta di mano. Sono un po’ commosso. Ma per fortuna via lettera non se ne accorge nessuno.
Vi saluto, uno per uno.
Grazie per la vostra amicizia, per le vostre critiche, per le vostre idee.
Buona strada a tutti.
E naturalmente viva Fiorenza!
Matteo Renzi
Dal numero 11 – Anno I del 26/03/2014
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