Mostra di Giorgio e Maurizio Galimberti: “Tributo a Mitoraj”
Una mostra dal titolo “Omaggio a Mitoraj”, tredici opere di grandi dimensioni, rigorosamente in bianco e nero, realizzate appositamente da Giorgio Galimberti per questa esposizione che presenterà una ricerca iniziata ripercorrendo le tappe artistiche di Igor Mitoraj.
Seguendo una coerenza progettuale, nella scelta e nelle inquadrature, Giorgio Galimberti mostra un’importante elaborazione frutto di un preciso schema stilistico.
La mostra “Omaggio a Mitoraj” resterà aperta fino all’11 aprile, visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 17 presso il Liceo Artistico di Porta Romana
Il lunedì, mercoledì e venerdì saranno disponibili delle visite guidate previo appuntamento.
“Omaggio a Mitoraj” è stato organizzato e curato da Gloria Romoli, architetto e fotografo, docente del Liceo Artistico di Porta Romana, che ringrazia la grande generosità con cui Giorgio e Maurizio Galimberti hanno accettato questo impegno importante soprattutto per Firenze. L’esposizione è stata realizzata con il patrocinio della Regione Toscana, dell’Ufficio Scolastico Regionale del Ministero dell’Istruzione e dalla Città Metropolitana di Firenze.
Maurizio Galimberti nasce a Como nel 1956. Si trasferisce a Milano dove oggi vive e lavora. Si accosta al mondo della fotografia analogica esordendo con l’utilizzo di una fotocamera ad obiettivo rotante Widelux per poi nel 1983 focalizzare il suo impegno, in maniera radicale e definitiva, sulla Polaroid. Nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia della quale diventa ben presto testimonial ufficiale realizzando il volume POLAROID PRO ART pubblicato nel 1995, divenuto vero oggetto di culto per gli appassionati di pellicola polaroid di tipo integrale. Viene nominato “Instant Artist” ed è ideatore della “Polaroid Collection Italiana”. Nel 1992 ottiene il prestigioso “Gran Prix Kodak Pubblicità Italia”.
Per KODAK ITALIA realizza nel 2000 una mostra itinerante della serie I Maestri. Continua la sua ricerca con Polaroid e reinventa la tecnica del “Mosaico Fotografico” che inizialmente adatta ai ritratti. Il primo esperimento risale al 1989 quando ritrae suo figlio Giorgio. Seguiranno i ritratti di Michele Trussardi, Carla Fracci e Mimmo Rotella. Numerosi divengono i ritratti eseguiti nel mondo del cinema, dell’arte e della cultura. La popolarità e il successo con cui vengono accolte queste rappresentazioni di volti lo portano a partecipare come ritrattista ufficiale al Festival del Cinema di Venezia. Nel 1999 viene indicato dalla rivista italiana CLASS come primo fotografo-ritrattista italiano all’interno delle classifiche di merito stilate dal mensile. Il suo ritratto di Johnny Depp, realizzato durante l’edizione del Festival del Cinema di Venezia del 2003, viene scelto come immagine per la copertina del mese di settembre del prestigioso Times Magazine.
Il “Mosaico” diviene ben presto la tecnica per ritrarre non solo volti, ma anche paesaggi, architetture e città. Galimberti alterna così l’emozione per la composizione, in cui si fa più manifesta la ricerca del ritmo di cui i Mosaici ne sono un esempio, ad una propensione verso il particolare, la scena intima da riprendere e immortalare la cui resa è rappresentata da un unico scatto, ovvero dalla singola polaroid. I suoi lavori sul paesaggio, sulle città e sullo spazio che caratterizza queste ultime, alternano questi due punti di vista, queste due differenti modalità di raccontare una stessa realtà. Tra il 1997 e il 1999 realizza due importanti lavori per le città di Parigi e Lisbona. Nel 2003 dedicherà il suo lavoro alla realizzazione del volume Viaggio in Italia, a cura di Denis Curti, un racconto di alcuni luoghi del nostro paese attraverso le singole polaroid.
Nel 2006, durante il suo primo viaggio a New York, comincia la sua ricerca sulla luce, sull’energia ispirata da questa nuova città che per l’artista diviene la rappresentazione ideale del mondo contemporaneo. A questa città dedicherà un ulteriore lavoro del 2010. A New York seguiranno i lavori monografici su altre città come Berlino, Venezia e Napoli. Prosegue inoltre la sua ricerca verso altri modi di rappresentare e contaminare quelle stesse realtà e gli elementi che le caratterizzano con cui viene in contatto. Il desiderio di rendere attuale le cose, gli oggetti del passato diviene concreto attraverso la realizzazione dei ready-made, di duchampiana ispirazione, che rappresentano una significativa parte della sua produzione. Parallelamente, cresce l’apprezzamento per la sua ricerca, per le particolari tecniche da lui sviluppate, suscitando l’interesse di interlocutori provenienti da diversi ambiti. Grazie a queste collaborazioni nascono nuovi progetti artistici e creativi. Per conto della Società Calcio A.C. Milan, ha realizzato un lavoro di ritratti denominato Il Milan del Centenario, presentato in una mostra al palazzo della Triennale di Milano nel marzo del 2000.
Giorgio Galimberti nasce a Como il 20 marzo 1980. Da sempre appassionato di Fotografia, complice anche un clima familiare da sempre aperto all’arte e alla creatività, fin da piccolo comincia ad avvicinarsi al mezzo fotografico attraverso le Polaroid. Attraverso i primi tentativi di manipolazione e alterazione dell’immagine, George esplora approfonditamente la dimensione giocosa del supporto. Durante l’adolescenza la passione non viene mai meno e, attraverso la frequentazione di numerose mostre ed esposizioni, unitamente ad un’intensa attività pratica in camera oscura, George si costruisce un personalissimo background fotografico, basato principalmente sui grandi maestri che hanno fatto la storia della fotografia e sulle tecniche da loro più utilizzate.
Dopo un periodo di momentaneo distacco, Galimberti si riavvicina al mondo della fotografia avvicinandosi alle soluzioni digitali. Attraverso la sperimentazione del bianco e nero perfeziona i suoi gusti e, memore della lezione di Robert Frank , Robert Doisneau e Mario Giacomelli, si avvicina a una visione del mondo incentrata prevalentemente sugli effetti della luce sui corpi e sui paesaggi urbani, riprendendo alcuni elementi tipici della street photography e rielaborandoli in funzione di un linguaggio fotografico moderno e narrativo che unisce agli scorci di vita quotidiana le visioni sospese dell’architettura urbana. Diverse le sue partecipazioni a mostre personali e collettive, ha esposto alla prestigiosa fiera di fotografia Mia Art fair di Milano 2015 per la galleria che lo rappresenta in esclusiva Dada East.
Mattia Lattanzi
Dal numero 153 – Anno IV del 29/3/2017
Seguici!