“Ombre nella montagna”, di Emanuele Biondini

COVER.indd“Ombre nella montagna” non è un semplice romanzo. Definirlo tale sarebbe alquanto riduttivo, in quanto l’opera di Emanuele Biondini potrebbe tranquillamente dividersi in almeno 4, se non 5, romanzi, e tutti quanti potrebbero essere considerati, senza ombra di dubbio, dei piccoli capolavori.

Emanuele Biondini, 53 anni, racconta di averlo scritto “all’alba dei 50 anni”, e che il suo libro: “è nato da un sogno, e non ho fatto alcuna ricerca. Tutto è venuto così, i nomi dei personaggi da Internet. Poi chiaramente sono stato influenzato da alcune cose che durante la vita ho letto, Salgari e Cussler in primis, che poi sono anche i miei autori preferiti per quanto riguarda la narrativa”.

Ma cominciamo dall’inizio della storia…

Settembre. Due fratelli, gemelli, molto legati tra loro anche se ognuno con caratteristiche diverse, entrambi con moglie e figli, amanti e rispettosi della natura incontaminata, delle avventure ai limiti, e con tante genuine passioni, decidono di concedersi una vacanza immersa nel verde: una settimana di campeggio in Emilia Romagna, sull’appennino romagnolo, a 1600 metri di altitudine presso l’Altopiano dei due gemelli.

Un altopiano che prende il nome dalle due cime quasi identiche che svettano vicine a oltre 2000 metri di altezza sul livello del mare.

Tutto ha inizio il 23 settembre, il giorno dell’equinozio d’autunno, e l’autore ci catapulta subito in una bella avventura: l’arrivo al rifugio Terenziani, che dista a poche centinaia di metri dalla meta scelta per il loro campeggio, la premonizione della moglie di Max, Sabrina, che ha un “dono” ereditato dalla madre che a sua volta aveva ereditato le sue doti sensitive dalla tradizione sciamanica della sua famiglia; il titolare del rifugio che prova, invano, a mettere in guardia i campeggiatori dei pericoli a cui andranno incontro se non cambiano posto…

Insomma, il mistero si insinua, il dubbio che qualcosa andrà storto e che qualcuno possa fare del male ai nostri eroi, prende campo. Anche se i due fratelli sono tutt’altro che facili da sorprendere: uno è campione di arti marziali e fa meditazione, l’altro è un energumeno che ama la boxe, ed entrambi conoscono molto bene l’addestramento militare; inoltre sono da sempre appassionati di viaggi al limite della resistenza umana.

Ma quel leggero sentore di angoscia serpeggia inesorabile in un lento crescendo, anche se si scontra decisamente con la bellezza dei paesaggi magistralmente descritti e con il costante buon umore dei protagonisti.

Non mancano poi le nozioni indispensabili per la sopravvivenza, che i due uomini regalano ai figli davanti al falò o nel bosco: la costruzione di una bussola elementare, l’obbligo di togliere ogni piccolo residuo di cibo dopo aver consumato un pasto per evitare l’arrivo di animali e insetti, come riconoscere i funghi buoni (i porcini in questo caso) dalle mortali amanite… e tanto altro.

E qui siamo soltanto all’inizio. Infatti la storia deve ancora partire, e devono succedere tanti di quegli avvenimenti che il lettore non saprà come fare a staccarsi dalla lettura. Io stesso mi sono piacevolmente “ritirato mentalmente” quasi due giorni interi, per riuscire a godermi del tutto la storia…

Ma non voglio certo svelare la trama di questo avvincente romanzo che ha – quasi certamente – alcuni risvolti autobiografici, perlomeno per quanto concerne le caratteristiche dei protagonisti.

Mi limiterò a dire che il lettore scoprirà che nulla è come sembra, e si ritroverà improvvisamente catapultato all’interno di una montagna, dove “men in black”, androidi, scienziati e militari custodiscono un fantastico e terribile segreto…

E poi una incredibile redenzione, un mutamento generato semplicemente dall’amore. L’amore innocente, quello dei bambini ancora non corrotti nello spirito e nella carne.

Non mancano i riferimenti scientifici e le citazioni ai grandi del passato. L’autore dimostra un’indubbia conoscenza della fisica, da Einstein, alla legge di conservazione della massa di Lavoisier, “svolazzando” abilmente assieme ai fratelli Wright.

“Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non la sa e la inventa”.

E questa splendida frase di Einstein – pronunciata da uno dei protagonisti della storia – si rivelerà quasi una sorta di spiegazione teorica per una parte degli avvenimenti che accadranno.

Infatti, dopo un lungo inizio leggermente statico (ma mai noioso, tutt’altro) improvvisamente il lettore verrà letteralmente scaraventato in un’avventura ai limiti della fantascienza, con risvolti action degni di un ottimo film d’azione, uno di quei film (escludendo ovviamente i film con Steven Seagal, che sarebbe l’ora che se andasse in pensione) dove ex Navy Seal americani ed ex militari italiani (di quelli capaci però) affrontano i nemici cattivoni, con l’indispensabile aiuto di uno scienziato (ex) pazzo. Il divertimento è assicurato, così come anche la spontanea empatia che si prova con i personaggi.

I miei sinceri complimenti all’autore per le descrizioni – soprattutto quelle in notturna – all’interno del bosco: sassi, alberi, rami e animali selvatici sembrano quasi apparirti davanti; dentro la caverna: le vipere che copulano per mantenere la specie è un particolare degno di nota; e all’interno della montagna, da cui tutto verrà svelato.

E così, il lettore si ritroverà, assieme ai protagonisti, letteralmente a spasso nel tempo, e perfino all’interno di una fiaba.

Consiglio vivamente la lettura a tutti coloro che cercano una bella storia, originale, divertente, piena di messaggi positivi, costruttiva e ricca di colpi di scena. Le pagine, ben 452, nonostante il numero “spaventoso” non appesantiscono minimamente il romanzo, che spazia sapientemente tra i vari generi (fantascienza, avventura, azione e fantasy, i principali). E non mancano i messaggi…

L’autore – e questo si comprende perfettamente poco prima del gran finale – non ha problemi a dire la sua su diversi e scottanti argomenti: “Tutta la nostra storia – dichiara uno dei protagonisti – dovrebbe essere riscritta! Ma per il momento credo sia prematuro. La scienza è dominata da potenti lobbies che ritengono di dover tenere tutti all’oscuro. Pensate, tanto per fare un esempio, che una scoperta sensazionale come la cosiddetta ‘fusione nucleare fredda’ è stata bollata nel 1989 come ‘non scienza’ da un comitato di eminenti scienziati, che ne hanno decretato l’inattendibilità per alzata di mano (…) Basarsi su dogmi acquisiti non porta a nulla”.

E ancora: “La gente sta cominciando ad aprire gli occhi, e prima o poi si scrollerà di dosso la polvere accumulata in anni di manipolazioni mediatiche, liberandosi dalla Sindrome di Stoccolma con cui attualmente convive ignara… Credimi, è solo questione di tempo, ma accadrà! È un’onda che ormai non potrà più essere fermata”.

Scoprirete anche chi è Vumbor, e qual è la “vera storia” della bellissima principessa Gioia… arrivando a conoscere la “Foresta dei sorrisi perduti”.

E i lettori non potranno non porsi delle domande importanti sul pianeta, sulle civiltà aliene di “prima” e di “ora”, sull’incredibile desiderio – costante, purtroppo, nel tempo – dell’essere umano di distruggere tutto: l’uso scellerato del nucleare, l’estrazione quasi spasmodica del petrolio e del gas naturale a scapito del pianeta.

“Visti da noi – spiega un abitante di un altro pianeta – sembrate tanti folli che s’inseguono l’uno con l’altro; lavorate tutto il giorno e non vi godete i figli (…) inseguendo un incubo chiamato denaro che usate per comprarvi cose inutili e dannose (…) Qui usiamo il baratto e l’energia la prendiamo dal nostro piccolo sole interno. Tutto è energia! (…) Non avete ancora capito che siete schiavi in mano a poche e illuminate persone che vi governano lasciandovi solo l’illusione della libertà?”.

E alla domanda se l’autore ha in mente di scrivere un seguito, Biondini risponde: “Vorrei scrivere il secondo? Certamente, ma mi manca il tempo… In tante parti del libro si comprende la mia difficile-impossibile convivenza con lo status quo che non accetterò mai!”.

Ad ogni modo, se l’autore decidesse di scrivere un sequel di “Ombre nella montagna”, io sarei tra i primi acquirenti. Anche per avere nuovamente il piacere di tornare in mezzo ai T-Rex e ai velociraptor in uno dei più bei capitoli del libro.

Cinque stelle su cinque per l’avvincente romanzo di Emanuele. Unica pecca – perdonabile – la presenza di qualche refuso sparso qua e là: colpa, sicuramente, di un editing frettoloso.

Mattia Lattanzi
Dal numero 196 – Anno V del 21/3/2018

“Ombre nella montagna” di Emanuele Biondini, Youcanprint

LINK CARTACEO: https://www.youcanprint.it/ombre-nella-montagna-9788891169068.html