Parco del Pionta di Arezzo: tra storia, spaccio di droga e prostituzione minorile
Il seguente articolo riporta fedelmente la situazione di uno dei parchi più belli della Toscana: il Parco del Pionta di Arezzo.
Come giornalisti non possiamo addolcire la pillola con inutili buonismi, quindi abbiamo deciso di raccontare la verità, con alcune testimonianze che abbiamo raccolto sul posto, e avendo parlato anche con le Forze dell’Ordine.
Il termine “risorse” – indicante gli spacciatori africani, molti dei quali richiedenti asilo – non è stato coniato da noi, bensì da alcuni esponenti politici italici, ed è un termine che verrà ripetuto due o tre volte durante l’articolo soltanto perché gli abitanti di Arezzo che abbiamo interpellato lo hanno usato.
Ovviamente le parole forti e le imprecazioni rabbiose rivolte agli spacciatori africani e ai politici italiani le abbiamo tagliate. Ad ogni modo, chi avesse dei dubbi circa la veridicità dell’articolo, può recarsi personalmente al Parco del Pionta di Arezzo, a qualsiasi ora e in qualunque giorno della settimana.
E se qualcuno volesse dire la sua può tranquillamente contattarci.
C’era una volta un luogo stupendo, un grande parco verde nel cuore di Arezzo: il Parco del Colle del Pionta. C’era una volta… perché adesso questo luogo verde e incantevole è diventato il fulcro del degrado cittadino, tra spacciatori africani che vendono ogni tipo di droga, e ragazze tossicodipendenti, anche minorenni, che vendono il loro corpo per 15-20 euro. Il tutto sotto gli occhi sconvolti e impotenti degli abitanti della zona.
Ma vediamo cos’è – o meglio cos’era – questo suggestivo polmone verde un tempo così amato dagli aretini e dai turisti.
Il Colle del Pionta è un sito archeologico di epoca antica e medioevale, conosciuto anche come “Duomo vecchio”; luogo di storia, fu nell’Alto Medioevo sede del potere ecclesiastico e civile di Arezzo con i suoi vescovi-conti.
Anticamente fu meta di pellegrinaggi, luogo di culto e centro del sapere. Vi fecero visita Pipino il Breve e Carlo Magno, e si narra che qui San Francesco scacciò i diavoli che avevano invaso Arezzo.
Un luogo magico, un pendio che lambisce e colora di verde il centro di Arezzo, e ci sarebbe un piano per la riscoperta e per far finalmente ripartire gli scavi (fermi al 2009), con la speranza di individuare anche la tomba del patrono della città, San Donato; ma sarà difficile intervenire seriamente vista la situazione del parco ad oggi.
Infatti, da qualche anno a questa parte, il Parco del Pionta è diventato un crocevia di spacciatori africani che agiscono indisturbati giorno e notte.
Sono sempre di più, decine su decine, pronti a vendere dosi di morte a tutti coloro che si avvicinano.
Un tempo si poteva trovare sì e no qualche siringa nascosta in mezzo ai cespugli, ma oggi, oltre alle siringhe, tutte le mattine si trovano centinaia di bustine di plastica vuote ovunque: sono le bustine che contengono le dosi che gli spacciatori africani vendono ai tossicodipendenti e che questi ultimi consumano direttamente nel parco.
E le Forze dell’Ordine che cosa fanno? Nulla, perché hanno le mani legate…
Un Carabiniere, riguardo gli spacciatori africani, confida: “Non possiamo toccarli. Possiamo solo arrestare chi viene ‘beccato’ in flagranza di reato. E anche in questo caso, lo arrestiamo ma poi è fuori in meno di 24 ore”.
E certo, ormai lo sanno tutti che la giustizia in Italia non funziona, ma quello che sconcerta è vedere di persona la situazione all’interno del parco, e soprattutto sentire la voce degli abitanti di Arezzo che davvero non ne possono più.
Prima di riportare fedelmente le parole di alcuni degli spaventati abitanti ai quali abbiamo chiesto cosa ne pensino circa la condizione del parco, è necessario premettere che durante questa nostra indagine pure noi siamo stati aggrediti verbalmente da decine di “risorse” (risorse è come vengono chiamati gli spacciatori africani da alcuni esponenti politici della sinistra, N.d.R.); e se non fossero intervenuti i Carabinieri, probabilmente avremmo subito anche un’aggressione fisica.
Rosa, una signora che abita proprio ai confini del parco, spiega: “Un tempo non era così. Al massimo ci venivano due o tre drogati di notte, oggi invece con tutte queste persone di colore (la signora ha usato un altro termine, N.d.R.) che non so come facciano ad avere tutta questa droga, è un viavai di persone strane. Un tempo i bambini, almeno di giorno, potevano giocare con gli scivoli e le altalene, o giocare a pallone… oggi invece non possono più entrare nel parco”.
Mario, camionista, abita in Valdarno ma spesso viene ad Arezzo, e racconta: “Fino a qualche tempo fa ci venivo con mia figlia e con il nostro cane, e facevamo delle lunghe passeggiate nel parco. Ovviamente non c’erano tutti questi spacciatori di colore. Oggi dobbiamo stare attenti perfino a guardarli e dobbiamo camminare a testa bassa, perché se pensano che li stai sfidando, diventano violenti”.
Giacomo, giovane cameriere in un noto ristorante aretino, dice: “Lavorando come cameriere, la sera finisco molto tardi. Qualche anno fa attraversavo tranquillamente il parco anche di notte, visto che per arrivare a casa a piedi dal lavoro guadagno molto tempo, ma oggi non si può più fare. Una volta mi hanno aggredito cinque di questi ragazzoni di colore, solo perché alla domanda di uno di loro, ‘vuoi coca, vuoi bamba?’ avevo risposto che non ero interessato a comprare la droga ma che stavo semplicemente andando a casa. Mi hanno lanciato pietre e urlato: ‘poliziotto di m…’, e poi ridevano mentre scappavo. Ho avuto paura, sì, lo ammetto. Una settimana dopo avevo finito presto al lavoro e ho deciso di ripassare dal parco, e quello che ho visto mi ha fatto davvero male… dove si trova il centro anziani, sulla parte superiore del parco, tre di loro facevano sesso con una ragazzina semi incosciente. Non passerò mai più di notte da questo parco maledetto…”.
Manuela, studentessa universitaria, ammette: “Arezzo, da qualche anno a questa parte, è cambiata. Non solo il Parco del Pionta, luogo oramai diventato territorio dell’illegalità e del degrado più schifoso, ma anche il resto della città. Il Parco Giotto, soprattutto di sera, è pieno di nordafricani, che controllano il perimetro e vendono dosi di cocaina tagliata per poche decine di euro. Se qualche ragazza non ha i soldi ma vuole drogarsi lo stesso, beh… è possibile pagare “in natura”. Quasi tutte le sere, quando cala il buio, è facile assistere a svariate porcherie. E al Pionta questo avviene anche di giorno; del resto è un parco più grande, con zone nascoste. Tutto questo è un vero schifo. Non capisco proprio perché le Forze dell’Ordine, il Sindaco, il Questore, il Prefetto, non facciano niente”.
Molto interessante la testimonianza di Giulia, avvocato del Foro di Arezzo: “Arezzo non è più una bella città. In questi ultimi anni c’è stata una vera e propria invasione di stranieri violenti, veri delinquenti, non migranti che scappano da guerre o altro. Mi sono sempre chiesta dove fossero le cosiddette ‘risorse’ denominate così da personaggi politici della sinistra cieca. Per non parlare del Pionta, ormai luogo di degrado, di spacciatori africani, di neo prostitute giovanissime e di tossici d’infimo ordine, volevo segnalare quello che avviene dietro la stazione, dove bivaccano stranieri di ogni parte del mondo, non solo africani, che si ubriacano di mattina, molestano le donne e le giovani coppie, vendono oggetti di ogni genere provenienti da furti o rapine, spacciano, urlano, si picchiano tra di loro, defecano ovunque… Arezzo non è più quel piccolo paradiso che tanto amavo. Arezzo adesso mi fa schifo! E la cosa che m’indigna di più lo sa qual è? È che Carabinieri e Polizia non possono fare nulla. Nulla!”.
Ovviamente abbiamo parlato anche con le Forze dell’Ordine, e possiamo garantire che loro non hanno nessuna colpa. La colpa è di chi – Stato, Governo, Magistratura, Legislatore – non si preoccupa di queste gravi situazioni, ma crede sia più necessario occuparsi, ad esempio, di quanto devono essere lunghe le carote da mettere in vendita nei supermercati, piuttosto che dei parchi cittadini diventati luridi suq dell’illegalità a cielo aperto…
Drammatica la testimonianza di Alfonso: “Ho una figlia appena maggiorenne che ha dei problemi psicologici. Da poco si è introdotta nel mondo nella droga e io non so cosa fare per aiutarla. Le Forze dell’Ordine non possono fare nulla, gli assistenti sociali sono buoni solo a ‘rubare’ i bambini quando questi sono piccoli, i giudici se non hanno motivi ‘gravi’ non possono muoversi… Insomma, sono rimasto da solo, e so che lei va a comprare la droga al Pionta. Io non lo so, ma se nessuno mi aiuterà, inizierò a sparare a tutti gli spacciatori. Almeno qualcuno si renderà conto davvero di come siamo disperati noi italiani”.
Naturalmente non possiamo schierarci dalla parte del signor Alfonso, ma comprendiamo la sua disperazione, e auspichiamo che qualcuno faccia qualcosa alla svelta per poter riportare il Parco del Pionta alla sua condizione naturale: un luogo magico e ricco di storia, dove bambini, donne, uomini e animali possano nuovamente gioire della sua bellezza e della sua magia.
Vigileremo, e parleremo ancora di questa situazione schifosa, speranzosi che l’Amministrazione Comunale aretina si decida ad agire seriamente!
Speranzosi, sì… ormai non ci resta che la speranza…
Mattia Lattanzi
Dal numero 215 – Anno V del 29/8/2018
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