Pasqua 2022: ritorna il tradizionale Scoppio del Carro
Oltre cinquemila persone in piazza Duomo per la prima Pasqua post covid e per assistere alla storica rievocazione dello Scoppio del Carro, la più antica tradizione popolare fiorentina che si tramanda ormai da oltre nove secoli e che vuol ripercorrere le gesta dei fiorentini alle Crociate e del loro ritorno in città.
La storia affida a Pazzino de’ Pazzi, al rientro da una crociata nel 1099, le origini dello Scoppio del Carro. Fu Pazzino, infatti, a riportare alcune pietre focaie del sepolcro di Cristo con le quali poi a Firenze venivano illuminate le celebrazioni del Sabato Santo. In un secondo tempo la cerimonia venne spostata alla Domenica di Pasqua e i fiorentini decisero di costruire un carro trionfale che quest’anno, a causa della pandemia da Covid19, non è stato scortato dal corteo storico e non è stato trainato da buoi ma è stato portato in piazza Duomo nel primo mattino. La forma attuale del carro risale al ‘600. Per tutto l’anno il “Brindellone” resta in un apposito deposito comunale in via il Prato.
Come tradizione, prima dello Scoppio del Carro, si è svolto il sorteggio delle partite del Torneo di San Giovanni del Calcio Storico Fiorentino. Il presidente del Calcio Storico Fiorentino Michele Pierguidi ha annunciato anche le date delle semifinali: 11 e 12 giugno e la consueta finale il giorno di San Giovanni, 24 giugno. Domenica 12 giugno sono stati indetti i referendum ed il presidente Pierguidi ha chiarito che quella data della semifinale potrebbe essere cambiata.
Sabato 11 giugno la prima semifinale vedrà, in piazza Santa Croce, gli Azzurri di Santa Croce, campioni dello scorso anno, contro i Bianchi di Santo Spirito. Domenica 12 giugno si sfideranno i Verdi di San Giovanni contro i Rossi di Santa Maria Novella.
“Siamo tornati, dopo due anni, alla normalità, con tanto entusiasmo e con la voglia di riappropriarci delle tradizioni. Il volo della colombina – ha detto il Sindaco Dario Nardella – sia di buon auspicio per questa Pasqua che deve incarnare un messaggio di pace che arrivi fino all’Ucraina. È stato molto significativo il messaggio che ha voluto dare il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina perché il tradizionale pallaio, che porta i due palloni, con i colori storici di Firenze, bianco e rosso, questa volta ha portato due palloni con i colori giallo e blu, che sono i colori della bandiera dell’Ucraina. Anche il Calcio in costume ha voluto così partecipare a questo grande messaggio di pace verso il popolo ucraino martoriato dalla guerra”.
La colombina ha compiuto un volo perfetto, segno di buon augurio: il razzo, che ha la forma appunto di una colombina, è partito dall’altare della Cattedrale nel momento il Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori ha intonato il Gloria, ha acceso il Carro di Fuoco, detto “Brindellone”, posizionato tra Duomo e Battistero e poi, è tornata indietro.
Secondo la tradizione se la colombina riesce a rientrare ci saranno buoni raccolti.
Nell’omelia il Cardinale Betori ha detto: “Lo Scoppio del Carro, che dà forma propria alla Pasqua fiorentina, è tornato in tutto il suo splendore e con la piena partecipazione del popolo. Ne siamo lieti perché questo ritorno indica una minore pressione della pandemia che da oltre due anni grava sulla nostra città, come sul Paese e sul mondo: un’attenuazione degli effetti della diffusione del virus, ma non ancora la sua scomparsa. Resti alta pertanto l’attenzione nell’osservare le norme precauzionali indicate da chi ha responsabilità nel governo della salute pubblica. Non va infatti dimenticato che il relativo miglioramento della situazione è frutto di tanti sacrifici, in particolare di chi opera nel sistema sanitario, e di comportamenti solidali che ci hanno tutti coinvolti, consapevoli che da questa crisi, come da tutte le crisi, se ne esce solo insieme, con ragionevolezza, responsabilità e spirito di condivisione. Vale poi ancora il monito del Santo Padre: «Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi» (Omelia alla Santa Messa nella solennità di Pentecoste, 31 maggio 2020). Il patrimonio di compassione, di solidarietà, di sacrifici accumulato in questi anni non va disperso e deve tradursi in una conversione dei nostri comportamenti e della forma stessa degli assetti sociali e dei sistemi economici nell’ordine di una maggiore condivisione e attenzione ai deboli. Ma l’esperienza di questi anni è stata anche fondamentale per togliere il velo a molte ipocrisie, a smascherare molte falsità, a riportare lo sguardo sull’essenziale della vita e sulla sua verità. (…)La luce di Cristo, che irradia dal nostro Carro, penetri i nostri cuori e i cuori di tutti, li trasformi con il suo amore per dare vita a un mondo di pace, aperto alla speranza. Sia questa la nostra Pasqua”.
Riprese video e foto di Franco Mariani.
Franco Mariani
Dal numero 382– Anno IX del 13/04/2022
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