Premio Fiesole Maestri del Cinema 2021 a Martone: “Questo Premio mi onora, la Toscana un posto dove ci si interroga sempre”
Questo premio mi onora, basterebbe pensare a chi mi ha preceduto, ma mi piace l’idea che sia vicino Firenze, a Fiesole in Toscana, un posto dove ci si interroga sempre”. Così Mario Martone, regista cinematografico, lirico e teatrale, oggi all’incontro con la stampa in occasione del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2021, che sarà consegnato domenica 4 luglio, alle 20.45 presso il Teatro Romano di Fiesole.
Il riconoscimento è conferito dal Comune di Fiesole in collaborazione con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Gruppo Toscano e la Fondazione Sistema Toscana, con la direzione artistica di Massimo Tria.
Martone ha raccontato degli aneddoti della sua carriera del passato come quando ha coinvolto Carlo Cecchi, attore fiorentino in “Morte di un matematico napoletano”. “Carlo Cecchi è un uomo di teatro, forse il più importante che ci sia in Italia, un genio, l’ho sempre amato moltissimo, lui e il suo teatro. E per me il matematico doveva essere Carlo Cecchi, non avrei fatto il film senza di lui. Scoprii poi che Carlo era amico di Fabrizia Ramondino, che firmò il soggetto insieme a me, tanti fili si trovarono e si collegarono. Collegamenti che condussero Carlo a entrare nel film non solo come personaggio ma come artista, una persona con una testa e un’anima, speciale come quella di Carlo, che poteva dialogare tra passato e presente sul set come la sua persona. L’apporto di Carlo fu un grande apporto, tutta la sua persona entrò nel film”.
E poi il ruolo del teatro nel suo cinema “…nel lavoro che conduco da tanto tempo si muove tra cinema e teatro: il teatro mi attrae da tanti punti di vista (Lo stesso Il Giovane Favoloso deriva dall’adattamento teatrale delle Operette morali): questo arcipelago di lavori sono come dei figli, via via con il tempo questi diversi lavori si è cominciato a capirli come facessero parte di un working in progress complessivo più ampio, testimoniano di come si parlano le discipline, di come potersi spostare, di volta in volta”.
L’edizione di quest’anno è dedicata alla memoria di Claudio Carabba, scomparso nel 2020, maestro della critica cinematografica italiana e per molti anni tra i più importanti animatori del Premio. “Una persona eccezionale – ha detto Martone ricordando Carabba – un critico cinematografico coraggioso e soprattutto ironico. Mi mancherà ma sapere che questa edizione è dedicata a lui, mi onora”.
E sul nuovo film il regista ha detto: “Qui rido io è parte dell’enorme quantità di film già pronti, in cerca di schermi e soprattutto platee. È un film pensato per i grandi schermi, con la fotografia di Renato Berta, ed è un film che tiene insieme il cinema e il teatro: è la storia di Vincenzo Scarpetta, figlio di De Filippo, un racconto con commistioni teatrali, un film con tanta gente nelle inquadrature, pensato per una scala visiva ampia, il grande desiderio è che possa essere visto sul grande schermo. Mi è stato chiesto di scrivere insieme a Ippolita una serie su De Filippo, con la Napoli degli inizi del ‘900 è stata un momento straordinario, c’erano contemporaneamente Scarpetta De Filippo, Viviani e Totò, la canzone napoletana. Poi la serie non si è potuta fare, mentre a me e Ippolita era rimasto questo lavoro fatto, che scrivevamo mentre mettevo in scena il Sindaco del rione sanità. E quindi vedere in questo film la questione della “paternità negata”, un punto cruciale che affrontare Eduardo, ci ha portato sul personaggio enorme e misterioso, ineffabile, che era Scarpetta”.
“Il cinema era già in crisi – ha poi detto Martone rispondendo alle domande dei giornalisti sul cinema durante l’emergenza sanitaria – sono molti anni che esiste e cresce lo streaming, è difficile dire cosa accadrà. Dove il cinema ha ripreso la crescita (come in America, ndr), i posti sono vicini nelle sale, senza limitazioni. Cambia il modo in cui vediamo i film…cos’è un film comico o qualsiasi film in cui si rida, senza la risata collettiva? La risata, ma è il respiro comune degli spettatori. Non so cosa accadrà. Dovremmo sforzarci nel sostenere che i cinema non vengano chiusi, anche nel prossimo futuro – sul modello spagnolo si capisce che i teatri possono rimanere aperti e gli spettatori non corrono rischi, sono luoghi controllati. Cinema e teatri devono rimanere aperti, non riguarda solo chi fa spettacolo, ma anche chi ne fruisce: è ossigeno per la mente, non possiamo privare le persone di uno sbocco decisivo, e lo dico non ho nulla contro lo streaming (come abbiamo sperimentato con il Sindaco del Rione Sanità su RaiPlay). Penso che si debbano aprire le possibilità, e aprire le sale nel miglior modo possibile”
Il regista italiano diventerà “Maestro del Cinema” come prima di lui Paolo Sorrentino, Robert Guédiguian, Vittorio Storaro, Stefania Sandrelli, Dario Argento, Giuseppe Tornatore, Terry Gilliam, Toni Servillo e Nanni Moretti. E tra i grandi del passato Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Orson Welles, Stanley Kubrick, Ingmar Bergman, Wim Wenders, Theo Anghelopoulos, Marco Bellocchio, Ken Loach.
La serata di premiazione si aprirà alle 20.45 con un incontro con l’autore e la presentazione del volume monografico dedicato al cinema di Mario Martone a cura di Roberto Donati con i contributi del Sncci, per Edizioni ETS di Pisa. La cerimonia di premiazione si terrà alle 22.30, presso il Teatro Romano di Fiesole (via Portigiani 3, ingresso gratuito con prenotazione su www.estatefiesolana.it).
Saranno presenti anche l’attrice Marianna Fontana, protagonista di Capri-Revolution, ed Eduardo Scarpetta, che fa parte del cast del suo prossimo film, Qui rido io, dedicato all’avo omonimo, capostipite della celebre dinastia di attori Scarpetta-De Filippo.
A seguire la proiezione del film “L’amore molesto” del 1995 presentato in concorso al 48º Festival di Cannes. In caso di maltempo la serata si terrà al cinema La Compagnia di Firenze.
Al premio seguiranno le proiezioni dei suoi film a luglio al Piazzale degli Uffizi nell’ambito della rassegna “Apriti cinema”: “Morte di un matematico napoletano” del 1992 (01/07); “Teatro di guerra” del 1998 (07/07) e “L’odore del sangue” (15/07) e ad agosto al Teatro Romano di Fiesole, per Stensen d’Estate (“Capri-Revolution” il 9 e “Il giovane favoloso” il 21).
Martone è nato a Napoli il 20 novembre 1959, ed è approdato al cinema dopo essersi fatto un nome di rilievo nel teatro di ricerca e di innovazione, in un ambito che lo ha avvicinato a tanti suoi successivi collaboratori (Angelo Curti, Toni Servillo, Andrea Renzi, Roberto di Francesco fra gli altri). Il suo esordio al cinema è un precipitato di riflessioni decennali su una Napoli lontanissima dagli stereotipi da cartolina: “Morte di un matematico napoletano” (1992) costruisce attorno ad un formidabile Carlo Cecchi un teorema a più incognite sull’impegno intellettuale del magmatico secondo dopoguerra, e l’indagine sui retroscena partenopei più ignoti continua nel 1995 con un’ulteriore odissea di fantasmi, “L’amore molesto”, con cui Martone inaugura il suo lungo e fruttuoso dialogo con la grande letteratura italiana (in questo caso Elena Ferrante). La sua “factory” filmico-teatrale (Anna Bonaiuto, Renzi, Servillo fra gli altri) lo accompagna a chiudere una trilogia napoletana con “Teatro di guerra” (1998), equazione impossibile fra i vicoli di Napoli e la Sarajevo dei cecchini. Ma non c’è solo la Campania nel suo orizzonte artistico, e lo dimostra “L’odore del sangue” (2004), coraggioso confronto con il culto della violenza nella Roma post-borghese di Goffredo Parise, mentre il suo orizzonte si allarga all’Italia intera con “Noi credevamo” (2010) e “Il giovane favoloso” (2014), in cui i cospiratori risorgimentali e Giacomo Leopardi condividono una insanabile insoddisfazione per il presente. Martone allarga sempre i suoi confini: continua con successo la sua attività di regista teatrale, affina con sapienza quella di regista lirico, ma anche i suoi mediometraggi lasciano un’impronta importante (“Rasoi”, “La salita”), e i suoi documentari scavano nei fondamentali chiaroscuri dell’arte italiana (“Nella città barocca”, “Caravaggio. L’ultimo tempo” fra gli altri), finché arriva il momento di dedicarsi all’utopia, alla visione di vita alternativa, con “Capri-Revolution” (2018), con una giovanissima e carismatica Marianna Fontana. Dopo averlo lambito a lungo, Martone è infine arrivato al punto di partenza della grande dinastia Scarpetta-De Filippo: prima con il suo ultimo “Il sindaco del rione Sanità” (2019), e poi con il suo prossimo film, “Qui rido io”, dedicato al grande capostipite, e in cui recita anche l’ultimo rampollo, l’omonimo e talentuosissimo Eduardo Scarpetta, che conferma il gusto di Martone per la scommessa e la scoperta di talenti a tutto tondo.
Mattia Lattanzi
Dal numero 347 – Anno VIII del 30/6/2021
Seguici!