Quando le mani incontrano la carta: a Firenze progetto speciale di Cecilia Chiavistelli
Mani in carta è un nuovo corso di lavorazione scultorea della carta tenuto dall’artista Cecilia Chiavistelli, artista comprovata, grafica eccellente, giornalista attenta, promosso dalla galleria d’arte contemporanea CartaVetra di via Maggio 64 , che sempre più si sta rivelando un vero e proprio progetto culturale interessante tra la varietà di proposte del mondo culturale fiorentino
Un un’esperienza ricca di novità, almeno a sentire chi ha partecipato all’ultimo corso, svoltosi da febbraio ad aprile, sfociato in un mostra che si è tenuta il 21 aprile presso la libreria Black Spring in via Camaldoli,
La Chiavistelli, nostra apprezzata collaboratrice proprio per il mondo espositivo, è un’artista che tratta principalmente il legno, il cartone e la carta.
Lavora ed espone regolarmente da diversi anni ed organizza ateliers e corsi per chi desidera avvicinarsi al mondo artistico della carta.
Le sculture che sono state esposte alla fine del corso sono state realizzate in carta velina bianca.
Si tratta di una ricerca molto particolare che si propone di rivisitare e di dare un senso nuovo ad oggetti di utilizzo quotidiano.
L’oggetto, privato della sua utilità, torna a vita nuova grazie alla attribuzione di un nuovo valore estetico e decorativo, senza deformare l’aspetto originario dell’oggetto, senza aggiungere nessuna decorazione.
Oggetti nuovi che danno un senso di poesia e di delicatezza, che portano in una dimensione di pace e di silenzio.
Alfonzo Panzetta, storico dell’arte, ha scritto che “Il singolare lavoro di Cecilia Chiavistelli pare voltare in scultura un coltissimo Novecento pittorico, sospeso tra metafisica e realismo magico, oscillante tra le solide e vigorose suggestioni casoratiane e le lentissime pennellate di Morandi, in bilico tra realtà e sogno, tra azione e riflessione, tra naturalismo e fantasia… E gli oggetti ‘vivono’, in senso animista, in un’atmosfera assorta, distaccata, ma al tempo stesso non priva di partecipazione affettuosa. Con una narrazione affabile e quieta, ricca di originalità linguistiche ed espressive, la cui delicatezza è accentuata dalla fragilità della materia impiegata, Cecilia Chiavistelli trasfigura il nostro quotidiano in una chiave poetica lieve e delicata”.
Gli oggetti esposti sono di tre corsiste speciali: Brunella Baldi, Sandra Favilli, Anna Soncini che andiamo ad esaminare grazie anche all’assistenza di Nora Segreto che ha curato la presentazione generale della mostra.
Brunella Baldi è una danzatrice e coreografa, illustratrice di libri per bambini, con un “passato” anche espositivo, ottenendo riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale.
Ha anche una sua galleria, “Cartavetra”, dove ha riversato il suo amore per la carta.
Ai suoi personaggi/creazioni da un qualcosa in più, un “anima metallica” interna, ricoperta con la carta velina colorata: conigli, pesci, sirene, casette e altro sembrano saltati fuori dalle sue favola.
Anna Soncini è una traduttrice di poesie e, di tanto in tanto, è anche scrittrice di racconti. Maneggia, tocca, sfoglia quindi la carta quotidianamente, una delle azioni quotidiane, quanto essenziali della sua vita. Negli ultimi anni diventata decoratrice di scatole: sceglie le carte, le taglia, le incolla, aggiunge dettagli e finiture, donando una nuova vita dove i colori si intonano o vengono abbinati con gusto, le linee combaciano o creano disegni ed effetti particolari, piccoli oggetti o altri materiali sono aggiunti per completare le scatole o creare ulteriori dimensioni.
Nuovi piccoli scrigni che racchiudono le sue passioni e le sue esperienze.
Sandra Favilli durante il corso della Chiavistelli ha realizzato una serie di bottiglie, diverse l’una dall’altra, nonostante la stessa forma e dimensione e lo stesso colore e materiale. Le bottiglie sono realizzate attraverso la lavorazione della carta velina: alcune bottiglie sono di un bianco più intenso rispetto ad altre, presentano un grado di trasparenza diverso, grazie alla quantità di strati utilizzata. Alcune bottiglie sembrano ancora essere piene, altre sembrano già vuote. Ma nessuna di queste bottiglie può, in realtà, contenere liquidi. È un’arte evocativa e concettuale quella di Sandra che invita a riflettere sull’illusione o la contraddittorietà e la percezione di quello che vediamo ed il nome che diamo a quello che abbiamo percepito, fra quello che sembra e quello che è.
Interessanti sono i suoi stivali di carta velina marrone, che sembrano essere stati utilizzati in campagna, in mezzo alla mota. Viene quasi da chiedersi dove sono stati prima di qui, che cosa hanno visto e che terreni hanno calpestato?
Ma, per quanto suggestive possano essere queste domande, l’unica risposta sarebbe quella che dà uno dei maggiori pittori surrealisti: questi non sono degli stivali.
A questo punto non resta che aspettare i prossimi sviluppi di questo nuovo interessante percorso aperto dalla Chiavistelli.
foto di Marco Berni © 2016.
Franco Mariani
Dal numero 109 – Anno III del 27/5/2016
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