Selezionati 13 finalisti per le opere di abbellimento del Palazzo di Giustizia a Novoli
Sono stati selezionati 13 finalisti del concorso internazionale per cinque opere di arte contemporanea realizzate anche da giovani under 35 per abbellire il Palazzo di Giustizia e i suoi dintorni a Novoli.
Il concorso, indetto nell’agosto 2015, aveva avuto subito successo, tanto che sono arrivate 228 domande.
Per i finalisti, adesso, si apre l’ultima parte della selezione.
Il bando è stato indetto ai sensi della legge 717 del 1949 che impone alle amministrazioni pubbliche che costruiscono nuovi edifici pubblici di destinare una quota della spesa totale prevista nel progetto per realizzare opere di abbellimento degli edifici stessi. Firenze è tra i pochi Comuni che attua la legge del ‘49 e vincola parte dell’investimento alle nuove generazioni.
La commissione giudicatrice, formata da artisti come Daniela Di Lorenzo e Massimo Barzagli, da Clementina Ricci, nipote del defunto progettista del tribunale Leonardo Ricci, da Claudio Paolini delegato della Soprintendenza ai beni paesaggistici, e dalla direttrice comunale della cultura Gabriella Farsi, ha ammesso alla valutazione 199 progetti (16 sono stati esclusi per mancanza dei requisiti necessari) e 13 hanno superato la prima fase. Entro 45 giorni dovranno presentare un progetto più dettagliato, compreso un modellino in scala non inferiore a 1:5 dell’opera che vogliono realizzare. I modellini rimarranno nella disponibilità dell’amministrazione, che potrà anche utilizzarli per una mostra.
Due delle opere saranno selezionate tra artisti, residenti in Italia o all’estero, under 35 e per loro sono destinati quasi 70mila euro ciascuno. Per la realizzazione delle 3 opere d’arte in concorso selezionate tra gli artisti over 35 è destinata invece la somma massima di 136 mila euro ciascuna. Il tema delle opere, si legge nel bando, “dovrà tenere conto dell’ambientazione all’interno di uno spazio dedicato alla giustizia e ai diritti umani e civili: il tribunale inteso come luogo dell’ordine virtuoso dei rapporti umani in funzione del riconoscimento e del trattamento istituzionale di una persona, spazio dedicato al rispetto di un codice che regolamenta i comportamenti ammessi e non ammessi in una comunità umana”.
Le opere, scultoree e/o istallazioni artistiche, dovranno “valorizzare e sottolineare l’importanza nella nostra società di valori quali la giustizia, il rispetto, la parità, l’imparzialità, i diritti e i doveri di ogni singolo essere umano”.
Una volta selezionati i cinque vincitori, la procedura prevede l’elaborazione e approvazione dei progetti definitivi e cinque mesi di tempo per la realizzazione delle opere. Verosimilmente il Palazzo di Giustizia ne sarà ornato entro la fine del 2017.
Mattia Lattanzi
Dal numero 126 – Anno III del 21/9/2016
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