Sotto gli Uffizi scoperto cimitero del V secolo con 70 cadaveri
Nell’ambito del progetto Nuovi Uffizi proseguono i lavori nell’area sottostante il salone di lettura della Biblioteca degli Uffizi, attigua a Piazza del Grano, che vedono impegnate ben tre soprintendenze, Polo Museale, Beni architettonici e Beni archeologici.
Negli ultimi mesi sono emerse numerose novità sia di tipo archeologico, sia antropologico, relative a un cimitero risalente al V-VI secolo d.C. nel quale è stata individuata una sessantina di scheletri.
Nell’ambito dei lavori sono emerse numerose testimonianze relative a varie fasi della storia di questa porzione della città, dall’età tardo romana fino all’impianto architettonico vasariano della seconda metà del XVI secolo.
La collocazione del cimitero sopra un rilievo nei pressi del fiume, in una zona comunque oggetto di inondazione nelle fasi di maggiore portata, e la posizione, talvolta scomposta, degli inumati deposti affiancati testa-piedi, sono chiari indizi di inumazioni realizzate in fretta probabilmente in concomitanza con l’insorgenza di un’epidemia.
Altri elementi che concorrono a rendere realistica l’ipotesi dell’epidemia sono la vicinanza delle fosse tra loro e l’orientamento non omogeneo degli inumati, indizi di un’attività cimiteriale concentrata in un arco temporale molto limitato e tesa al massimo sfruttamento dello spazio disponibile per le sepolture.
Appare verosimile che l’evento drammatico che ha determinato la realizzazione di questo cimitero d’emergenza sia da collocare nella stagione calda, quando il fiume in secca si ritirava nella parte sud dell’alveo rendendo praticabile il suolo formato dai suoi sedimenti, depositati durante le fasi di piena invernale in sponda destra.
Le indagini antropologiche, palinologiche e paleobotaniche intraprese col rinvenimento della necropoli potranno fare luce sulle reali cause della ‘moria’ e sugli aspetti socio ambientali di questo ampio campione di popolazione.
Tra XII e XIII secolo l’area, a seguito della necessità di nuovi spazi, viene edificata ed urbanizzata. Riferibile alla fase basso medievale, nell’ambito della zona interessata dalle sepolture, sono alcune fondazioni murarie e soprattutto pozzi di smaltimento per liquami e acque reflue pertinenti ai cortili retrostanti edifici residenziali individuati nello scavo degli scantinati degli Uffizi di Levante.
Con l’intervento vasariano il quartiere medievale viene in gran parte sventrato per far posto al nuovo corpo di fabbrica destinato ad accogliere le Magistrature Granducali.
Dagli scavi archeologici emerge chiaramente che una catastrofe di proporzioni immani colpì Firenze in età altomedievale.
Una catastrofe che ha sicuramente contribuito al noto lungo periodo di decadenza della città.
Esclusa l’ipotesi di un eccidio collegabile con le varie invasioni barbariche per l’assenza di traumi mortali da ferita e per l’aspetto delle giaciture (più fosse comuni a luogo di una sola fossa) ed esclusa la morte per fame in fase d’assedio o per malattie lungo decorso, rimane solo la possibilità di una moria imponente e rapida, quale si verifica nel corso di un’epidemia ad alto contagio e ad evoluzione acuta e mortale, come ad esempio la peste, il colera, la dissenteria, l’influenza.
La cronologia della necropoli, una volta precisata con i criteri archeologici e attraverso la datazione assoluta con il Radiocarbonio, potrebbe risultare compatibile con quella della Peste giustinianea. In questo caso di apre una prospettiva intrigante: identificare l’agente patogeno responsabile della Peste (Yersinia pestis) da ossa o denti.
A questo proposito sono già stati presi contatti con un laboratorio di paleogenetica dell’Università di Mainz, dove un’equipe svolgerà una ricerca specializzata in questo campo.
La sessantina di scheletri ritrovata è per gli antropologi che vi lavorano di estrema importanza scientifica perché rappresenta un campione di dimensioni notevoli della popolazione fiorentina tra tardo antico e altomedievo.
Finora hanno avuto a disposizione solo piccoli nuclei racimolati da altri scavi urbani di modesta ampiezza realizzati nel corso degli anni a seguito di lavori urbanistici in diverse zone della città, ora invece dispongono di un campione consistente che permette di disegnare un quadro della popolazione fiorentina e delle sue condizioni di vita, di salute, di alimentazione, di attività lavorative.
Redazione
Dal numero 5– Anno I del 12/02/2014
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