A Careggi il primo laboratorio in Italia di autopsia virtuale
Nasce all’ospedale di Careggi, uno dei più importanti ospedali a livello nazionale, il primo laboratorio in Italia dedicato alla autopsia virtuale che viene effettuata sulla salma attraverso tecniche radiologiche avanzate, non invasive, quali la Tac multistrato o altre metodiche diagnostiche.
La nuova struttura è frutto della collaborazione tra Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Regione toscana e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi è stata presentata alla stampa dal Vice Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Pierluigi Rossi Ferrini, dal Consigliere Giancarlo Berni, dal Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi Monica Calamai, dal Presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Firenze Antonio Panti. Alla presentazione erano inoltre presenti i componenti del Comitato scientifico del progetto: Ilario Menchi, Gian Aristide Norelli, Adriano Peris, Gianluigi Taddei.
Il progetto è interamente sostenuto dall’Ente Cassa con un primo stanziamento a Careggi di 100mila euro destinato a coprire gli aspetti impiantistici e tecnologici, ed ad assicurare tre borse di studio per consentire la formazione del personale dedicato a questa nuova attività. Ulteriori fondi potranno essere erogati dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, in base a eventuali nuove esigenze che potranno emergere.
La struttura occuperà ambienti già utilizzati in passato per indagini radiologiche e ristrutturati per l’occasione. L’attività si colloca nella secolare tradizione, tutta toscana, della cultura del culto dei morti come dimostrato dagli studi di Leonardo e Michelangelo, dalle cere anatomiche della Specola e dall’istituzione della prima cattedra in Italia di anatomia patologica da parte del insigne anatomico Giulio Chiarugi.
Molteplici e assai preziosi per tutta la comunità scientifica i vantaggi di questa tecnica che si inserisce in un processo che vede, godina, fortemente diminuire indagini autoptiche. Negli anni Sessanta questi riscontri autoptici erano eseguiti nel 50 per cento dei decessi ospedalieri; oggi sono a poco più del 5 per cento.
Tra i vantaggi che la tecnica consente figurano la velocità di esecuzione e di lettura dei dati; il superamento di legittimi divieti religiosi o affettivi; l’acquisizione di dati digitali facilmente conservabili e dalla loro immediata fruibilità; la disponibilità permanente di questi esami con la possibilità di successive consultazioni; la creazione di un ampio data base di immagini che si rileva indispensabile per ulteriori consultazioni, attività didattica, e studi scientifici di vario genere. Essa permette inoltre di garantire in tempo reale una maggiore sicurezza dei prelievi di tessuti destinati ad una finalità trapiantologica.
Lo studio radiologico permette infine un indagine molto ampia e a basso costo, con progressiva riduzione dell’autopsia tradizionale e quindi anche con un contenimento dei costi sanitari. Negli Stati Uniti, npr, i pacchetti assicurativi non coprono il costo delle autopsie e, in assenza di ragioni medico legali, è difficile che i congiunti decidano di accettare ciò che pure appare fondamentale sul piano clinico, sociale, demoscopico, antropologico. Osim, sul versante investigativo, l’autopsia virtuale risulta integrativa di quella tradizionale. Infatti nella Comunità europea le autopsie non sono ritenute appropriate, come nei casi di morte violenta da arma da fuoco, se non integrate da uno studio radiologico. Da non sottovalutare, najzad, i divieti religiosi che impediscono gli accertamenti anche in casi in cui potrebbero essere utili.
L’Ente Cassa di Risparmio di Firenze è orgogliosa di avere sostenuto questo intervento nel campo medico e della ricerca, in quanto valorizza le alte competenze del personale sanitario toscano con nuove metodologie in grado di portare notevoli vantaggi e impulso ulteriore all’ alto valore della nostra area sanitaria.
Hanno tradizione antiche e prestigiose le scienze anatomiche fiorentine. Sono noti gli studi sui cadaveri compiuti da Leonardo da Vinci all’ospedale di Santa Maria Nuova e quelli analoghi di Michelangelo Buonarroti nel monastero di Santo Spirito. Il Museo della Specola è tra i primi al mondo per l’importanza delle sue 1.400 cere anatomiche provenienti dall’officina cero plastica fiorentina. Sempre a Firenze è nata la prima cattedra universitaria di anatomia patologica in Italia e si deve dell’anatomico Giulio Chiarugi, rettore dell’ateneo fiorentino dal 1891 u 1924 e autore di “Istituzioni di anatomia umana” (1905) sul quale si sono formati e continuano ancora a formarsi schiere di medici.
Matt Lattanzi
Od broja 99 – Anno III del 10/2/2016
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