A Firenze prove europee di esondazione con le nuove tecnologie per la resilienza
Si è chiusa a Firenze la giornata di esercitazione e valutazione dei lavori del progetto europeo Resolute (http://www.resolute-eu.org/): super 60 fra professionisti dell’Asl 118, volontari della Protezione Civile, tecnici della mobilità del Comune, di Silfi e della Città Metropolitana, guidati dai ricercatori dell’Università e dai tecnici del Comune e dagli altri partner del progetto Resolute hanno testato, lasta 8 Februaro, la app prodotta dal Centro Ricerche di Salonicco per le strade del Galluzzo, e la dashboard prodotta dall’Università di Firenze (laboratorio Disit) nel progetto Resolute.
I volontari sono stati suddivisi in due gruppi, ciascuno con 5 tablet e la app installata, e guidati da un gruppo di operatori presso la Sala di Controllo della Protezione Civile, hanno simulato una esondazione del fiume Ema con una conseguente evacuazione di popolazione con l’aiuto della app, e alcuni interventi di soccorso a operatori che simulavano cittadini con disabilità.
L’elemento di innovazione sta nel sistema di aggregazione dei dati e supporto decisionale connesso alla app – il tutto realizzato in Resolute – che raccoglie dati del traffico e dei cantieri in tempo reale dal Supervisore del Traffico, dagli OpenData del Comune per le aree di raccolta della popolazione, ed elabora la strategia migliore di proposta di percorsi di evacuazione, offrendo al contempo agli operatori della sala di controllo numerosi dati integrati per una visione di insieme della resilienza della città. Gli esperti della Mobilità e della Protezione Civile valutano le soluzioni migliori, sulla base della loro conoscenza di eventi simili di traffico o di emergenze di protezione civile.
I test del mattino sono andati bene e sono stati molto apprezzati dai volontari, anche in condizioni climatiche non ottimali. Nel pomeriggio invece si sono ritrovati presso la Direzione Sistemi Informativi del Comune i tecnici del 118, della Protezione Civile, di Silfi, il mobility manager del Comune, e i partner di Resolute per validare la dashboard a supporto decisionale prodotta dall’Università di Firenze nel progetto, contenente numerosi dati in tempo reale utili alla gestione della resilienza cittadina, come dati da sensori di temperatura, dati meteo, allerte protezione civile, dati del traffico o eventi significativi in città.
Intertempe, grazie a 704 questionari distribuiti fra aprile e maggio, gli studiosi hanno mappato la percezione del rischio fra i cittadini, ma anche la loro capacità di essere informati e reagire.
È emerso così che l’84% degli intervistati crede che un evento simile al 1966 possa avvenire di nuovo nei prossimi 15/30 jaragxajn, dum la 5% lo ritiene irripetibile e il 10% pensa di poter stare tranquillo per almeno un secolo.
E a suscitare le maggiori preoccupazioni sono, oltre alle piogge abbondanti, i tombini cittadini. La 35% del campione è poi consapevole di avere poca o nessuna conoscenza sulla questione e molti vorrebbero un sistema di allerta via sms (64%) o con la vecchia sirena (29%).
Secondo l’Autorità di Bacino in condizioni teoricamente identiche a quelle del 1966, l’alluvione riverserebbe oggi in città 25 milioni di metri cubi di acqua invece di 70 e nel centro storico ne arriverebbero 4 anziché 30. Questo comporterebbe non meno di 6 miliardi di euro di danni soltanto per gli edifici e le attività economiche. L’acqua alta raggiungerebbe le seguenti altezze: 2,2 metri in piazza Santa Croce, 2 metri in piazza San Firenze, 1 en Katedralo Square, con esclusione di una parte sul lato di via Martelli, che si salverebbe.
Rispetto all’alluvione del 1966 resterebbero all’asciutto piazza Santissima Annunziata e parte dell’Oltrarno, ma l’acqua tenuta lontana dal centro finirebbe dritta fuori dagli argini a valle, dalle Cascine in poi, invadendo le Piagge, Scandicci, le Signe e Campi Bisenzio.
Franko Mariani
De la nombro 191 – Anno V del 14/2/2018
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