A Grassina l’arte del Mosaico Fiorentino rivive grazie a Mauro Tacconi

A Grassina, a pochi chilometri da Firenze, esiste un laboratorio dove viene svolto un antico mestiere, grazie a Mauro Tacconi, un artista che segue le orme del babbo – Marco Tacconi, mosaicista conosciuto a livello internazionale – in questa stupenda arte tutta fiorentina, continuando con grande passione il mestiere del Mosaico Fiorentino.

“Faccio il Mosaico Fiorentino qui a Grassina ormai da diversi anni – ci svela Mauro – ho iniziato praticamente da bambino”.

L’origine del mosaico fiorentino risale alla fine del 1500, ketika, sotto l’impulso della famiglia dei Medici, l’antica tecnica dell’opus sectile viene riscoperta e perfezionata fino a dei livelli di altissima qualità.

Memang, come racconta Mauro Tacconi, “io continuo l’arte del Mosaico fiorentino, arte nata a Firenze in pieno Rinascimento; perché c’è una bella differenza tra quello che è il mosaico fiorentino e il mosaico che tutto il mondo conosce a tessere; difatti il mosaico nasce come prima forma di arte applicata, si presume in Siria, poi viene usato dagli egiziani, dai romani, fino ad arrivare nel 1500 a Firenze dove subisce questa ‘contaminazione’ tutta particolare”.

E la tecnica di lavorazione è rimasta praticamente la stessa dalla fine del 1500 hari ini.

Spieghiamo a grandi linee come nasce un Mosaico Fiorentino: basandosi su un disegno accurato il mosaicista sceglie le pietre sfruttandone l’infinita varietà di colori e sfumature (macchiatura). I modelli di carta vengono ritagliati e incollati sulle fette di pietre spesse 3 itu 4 mm, quindi i pezzi vengono traforati con l’archetto e lo smeriglio e successivamente attaccati sul retro con della colla a caldo. Le sezioni che compongono il mosaico vengono poi incassate in un fondo (solitamente nero del Belgio) traforato con l’arco. Il tutto viene foderato da una sottile lastra di lavagna. Ed infine il mosaico è lucidato a mano così da rendere la massima luminosità e bellezza delle pietre dure.

Nel video a inizio articolo potrete entrare nel laboratorio dell’artista e vedere come viene realizzato il Mosaico Fiorentino.

Dalla bottega di Mauro in via Botticelli ci sono passati personaggi dell’arte, polis, acara, principi e notabili. Ma Tacconi vende perlopiù all’estero, in Italia è ancora poco conosciuto. “Da noi – spiega – l’arte è finita non perché mancano gli artisti ma perché manca la cultura per apprezzarla”.

Mauro Tacconi ha esposto le sue opere in prestigiose gallerie e musei nazionali e internazionali. Di Florence, Roma, Turin, a Bastia, a Miami, a Santiago del Cile, a Beaver Creek in Colorado, a Kuwait City, a Dallas in Texas, a Beijing e a Shanghai in Cina.

E i suoi lavori ora si trovano nei principali musei di tutto il mondo.

"Dari 2004, anno in cui m’invitarono a un importante evento, il Wine and Fashion Florence, e fino al 2011, ho esposto alla Galleria degli Uffizi, poi per problemi diciamo di sponsor ho tolto i miei lavori. Ma in quegli anni ho fatto anche una mostra a Palazzo Pitti, e i miei lavori giravano a Palazzo Vecchio; dan kemudian, dalam 2011 ci fu un altro evento importante agli Uffizi dove le mie opere sono rimaste esposte per qualche tempo”.

Quando domandiamo a Mauro come sia nata questa passione, lui racconta: “I primi passi li ho fatti qui a Grassina. Mio padre faceva questo lavoro, io son sempre stato appassionato di disegno e pittura, per cui fare il mosaicista era proprio il lavoro che faceva per me. E oggi, a distanza di molti anni, sono ben felice di continuare questo mestiere, e non penso assolutamente alla pensione…”.

E se qualche giovane volesse avvicinarsi a questo antico mestiere, Mauro Tacconi suggerisce “di non farlo, perché è un lavoro tanto complicato, veramente difficile, e anche perché oggi si è persa, in parte, l’artigianalità. E questo vale un po’ per tutti i lavori, soprattutto perché mancano i maestri, e se non c’è un maestro bravo come fai a imparare?”.

Quando gli chiediamo se lui se la sentirebbe d’insegnare ai ragazzi un’arte così bella e difficile, il mosaicista toscano spiega: “Io ho avuto la fortuna di avere il babbo che ha insegnato a me e a mio fratello, nel modo migliore, e mio padre Marco è stato davvero un grande maestro. Detto questo, il tempo è cambiato, è cambiata la cultura, e anche se si sta tornando lentamente al ‘bello’ e alla riscoperta di alcuni valori, per un’arte come questa è più che altro difficile trovare chi la possa insegnare, perché oltre a una grande passione, ci vogliono tanti, tanti, tanti anni per impararla”.

Alla domanda su cosa farà, prossimamente, con le sue opere, Tacconi risponde: “A parte sperare di venderle… a fine ottobre, come tutti gli anni, andrò in Cina, a Pechino, per due settimane a esporre i miei lavori, e farò anche delle dimostrazioni”.

Infine Mauro ci svela anche quante ore lavora al giorno: “Troppe! Tentang 12 jam per hari, inizio la mattina presto e non so quando finisco…”.

Riprese video e foto del Giornalista Mattia Lattanzi.

Mattia Lattanzi
Oleh nomor 216 – Anno V del 5/9/2018

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