Anno Santo Straordinario: Card. Betori apre altre 2 Porte Sante a Firenze

Dopo la solenne apertura, con la partecipazione di oltre 10mila fedeli, della Porta Santa della Cattedrale di Firenze, Cardeal Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze nello scorso fine settimana, con sempre la partecipazione di una gran folla di fedeli, ha aperto altre due Porte Sante: Sábado 19 dicembre alla Basilica Mariana di Santa Maria all’Impruneta, e domingo 20 alla Basilica della SS.ma Annunziata a Firenze.

Un Impruneta strettamente vigilata, come non mai, nemmeno per la Festa dell’Uva, con tanto di uomini del reparto speciale degli artificieri della Polizia, Questura, Carabinieri, Polizia Municipale, Protezione Civile della Misericordia di Impruneta.

Molti i gruppi di pellegrini partiti nel pomeriggio per raggiungere in pellegrinaggio la Basilica a piedi, da Tavarnuzze, Pozzolatico, San Casciano, Antella e altre località.

Ad accogliere il Cardinale Arcivescovo, oltre al Rettore della Basilica, Monsignor Luigi Oropallo, con il clero del Vicariato, il Sindaco di Impruneta, Alessio Calamandrei, il Vice Sindaco Joele Risaliti, il Capitano dei Carabinieri della Compagnia di Scandicci Stefano Caneschi. Presenti anche la Misericordia di Impruneta e l’UNITALSI.

Usciti dalla Basilica il corteo liturgico, attraversando la piazza e via Mazzini. si è diretto sul fianco della Basilica dove, molto, ma molto in alto rispetto al Santuario, tanto che si rende necessario installare una apposita scala, si trova la speciale Porta Santa.

Una Porta Santa però di cui non si trovano, negli archivi parrocchiali, documenti storici.

Qui si è tenuto il rito ufficiale dell’apertura della Porta Santa, che i tanti fedeli presenti nella via non hanno però potuto seguire in quanto i sacerdoti e i ministranti presenti hanno impedito la visione dell’evento. Una grave pecca questa che doveva essere meglio preparata da chi ha curato l’aspetto liturgico della cerimonia, facendo salire sulla scala solo il Cardinale per l’apertura e poi riformare il corteo dopo l’apertura.

Anche all’Impruneta i fedeli, in assoluto silenzio, hanno atteso il proprio turno per varcare la Porta.

L’ultimo pellegrino in fila ha varcato la Porta Santa dopo quasi 40 actas.

Per l’occasione è stata scoperta anche l’immagine della Madonna dell’Impruneta.

La Porta Santa dell’Impruneta – che non è accessibile ai disabili in carrozzella e a chi ha problemi di salire una scala – rimarrà aperta fino al 20 Novembro 2016 ma attenzione, non tutti i giorni, a differenza delle altre Porte Sante, ma solo il mercoledì mattina, la domenica e i festivi, anche al pomeriggio, e in caso di particolari pellegrinaggi previa prenotazione in Basilica.

Tanti anche i fedeli alla Santissima Annunziata, a Firenze, domenica mattina alle 10, dove però ad accogliere il Cardinale Betori, eccetto il Comandante Provinciale dei Carabinieri, non c’era nessuna autorità.

Anche qui grande dispiegamento di Forze dell’Ordine e di Volontari della Protezione Civile, alcuni dei quali hanno impedito ai fedeli, ponendosi davanti, di baciare o toccare gli stipiti della Porta Santa.

Anche questa una Porta Santa con qualche problema di sicurezza, senza nessuna precauzione di abbattimento delle barriere architettoniche, tant’è che una signora in carrozzella è stata sollevata di peso con la carrozzella dai Volontari per permettergli di oltrepassare la Porta Santa.

Una grave pecca questa, per queste due Porte Sante che si spera la diocesi possa mettere in sicurezza quanto prima, soprattutto a favore delle persone disabili.

Nel Decreto sul Giubileo l’Arcivescovo Betori ricorda come il pellegrinaggio sia il “segno peculiare dell’Anno Santo”, secondo le parole di Papa Francesco.

Il Cardinale invita tutti a “riscoprire la verità del volto misericordioso del Padre”, mentre ai suoi sacerdoti, chiede di essere “pronti a donare il perdono nel ministero della Riconciliazione sacramentale, con la gioia di sentirsi strumento dell’amore di Dio verso tutti”.

A tutti poi è rivolta l’esortazione a impegnarsi “nell’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale, cercando di raggiungere tutte le antiche e nuove povertà”.

Invece nelle due omelie di apertura delle due Porte Sante nelle Basiliche Mariani il Cardinale ha evidenziato come “il passaggio attraverso la Porta Santa indica la nostra volontà di conversione, meglio ancora il nostro desiderio di entrare nell’abbraccio della misericordia di Dio Padre e l’impegno a uscirne trasformati, convertiti, per essere strumenti di misericordia verso i nostri fratelli. L’uscita da questo luogo sacro non è meno impegnativa dell’ingresso in esso. Se entrarvi per la Porta Santa vorrà dire che noi ci riconosciamo peccatori, che siamo pronti ad accogliere il perdono misericordioso di Dio e quindi disposti a lasciarci trasformare dal suo amore, lasciarci convertire da lui, uscire da essa ci impegna a farci testimoni dell’amore ricevuto con una vita riconciliata e fatta sacramento di riconciliazione, segno e strumento di comunione e servizio tra gli uomini”.

“Quali siano gli atteggiamenti con cui vivere questo ingresso e questa uscita – ha proseguito il Porporato – lo insegna Gesù stesso, come mostrano le prime due letture dell’odierna liturgia della parola. La lettera agli Ebrei ci ha detto che Gesù è entrato nel mondo per fare la volontà del Padre, offrendo il suo corpo per la salvezza del mondo. Lo spazio sacro in cui Gesù entra è la nostra stessa umanità, mediante la quale egli prende su di sé il peccato degli uomini e lo cancella con il dono della propria vita, una vita donata che diventa principio di santificazione dell’umanità stessa. Al centro di questo mistero d’amore c’è dunque un sacrificio: non più il sacrificio di cose o animali che gli uomini prendono da ciò che è in loro possesso per farne offerta a Dio, ma il sacrificio della vita stessa del Figlio di Dio che donandosi fino a morire per noi sconfigge la morte per sempre”.

“Con ciò è svelato l’atteggiamento che deve conquistare il nostro cuore nel momento in cui accettiamo di entrare anche noi nello spazio sacro attraversando la Porta Santa: ci è chiesta l’offerta non di qualcosa che possediamo, ma di noi stessi, per fare anche noi la volontà del Padre, mettendoci al servizio dei fratelli. Come Gesù”.

“Proviamo dunque a vivere questo tempo giubilare come ricerca di una conoscenza sempre più profonda della volontà di Dio, ascoltandone con assiduità la Parola; come frequentazione assidua dei sacramenti, in specie la Riconciliazione e l’Eucaristia, con cui Dio ci offre il sostegno della grazia per vivere fino in fondo il dono di noi stessi; come disponibilità a condividere le povertà dei fratelli più fragili per incontrare in loro il volto di Gesù”.

Il Cardinale ha quindi concluso invitando a fare “nostro l’invito con cui il Papa ha concluso la Bolla di indizione di questo Anno Santo: «In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. La Chiesa sente in maniera forte l’urgenza di annunciare la misericordia di Dio. La sua vita è autentica e credibile quando fa della misericordia il suo annuncio convinto. Essa sa che il suo primo compito, soprattutto in un momento come il nostro colmo di grandi speranze e forti contraddizioni, è quello di introdurre tutti nel grande mistero della misericordia di Dio, contemplando il volto di Cristo» (Misericordiae vultus, n. 25).

“Entriamo nella Porta Santa con la consapevolezza che essa è il segno di Gesù stesso! Il vangelo riporta infatti queste sue parole: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. [...] Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato» (Gv 10,7.9). Entrare nella porta giubilare vuole esprimere il nostro desiderio di entrare sempre più profondamente nel mistero di Cristo, perché solo attraversandolo possiamo scoprire il nostro mistero, rispondere alle nostre più intense aspirazioni, lasciarci trascinare dal mistero dei fratelli condividendone i pesi e le fragilità, formare l’unità del gregge nella comunione della Chiesa. Oltre la Porta Santa ci attende Gesù, da scoprire e amare nel volto dei più poveri. Affrettiamoci, come Maria, all’incontro”.

Recuperacións Franco Mariani.

Franco Mariani
Desde o número 92 - Ano II 23/12/2015

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