Asse cardinalizia Firenze-Perugia per riforma Cei?
Sembra che per la riforma della Cei, la Conferenza dei Vescovi Italiani, tanto voluta da Papa Francesco, che l’ha avviata subito dopo la sua elezione dello scorso marzo, possa essere determinante l’asse cardinalizia Firenze-Perugia, che si è venuta a creare dopo l’annuncio della elevazione alla porpora cardinalizia del fiorentino Mons. Gualtiero Bassetti, attuale Arcivescovo di Perugia, attuale Vice Presidente Nazionale, e futuro Presidente in Pectore della Cei, almeno secondo le intenzioni di Papa Bergoglio,
Stranamente l’asse Firenze-Perugia vede protagonisti due Cardinali che sono si Arcivescovi di queste due città, ma con la curiosità che a Firenze c’è un Arcivescovo umbro, Cardinal Giuseppe Betori, già Segretario Generale della Cei, per ben due mandati, mentre a Perugia c’è un Arcivescovo fiorentino, Gualtiero Bassetti, che ha dalla sua buona parte dell’episcopato italiano.
Cardinal Giuseppe Betori, rispondendo lo scorso dicembre ad una mia specifica domanda sulla Riforma della Cei disse che “sembra che un Papa può far tutto, ach, mar shampla, non può cambiare lo Statuto della Cei, se prima la Cei stessa non presenta al Papa il suo progetto di cambiamento, attraverso il passaggio che va necessariamente dentro un’Assemblea Generale della Cei. Fino a Maggio 2014 non se ne parla, quindi da qui a maggio vedremo quali saranno le proposte, soprattutto se a fine gennaio il Consiglio Permanente (il Parlamentino della Cei di cui fa parte anche Betori e Bassetti, riunito a Roma da lunedì 27 Dé hAoine 31 gennaio ndr), presenterà delle proposte”.
“Entro il 7 di gennaio tutte le Conferenze Episcopali Regionali hanno dovuto rispondere a 4 domande che il Consiglio Permanente ha proposto per esplicitare il desiderio del Papa, che fondamentalmente è duplice: da una parte quello della valorizzazione delle Conferenze Episcopali Regionali stesse, dall’altro di accrescere le modalità di partecipazione all’interno della struttura della Conferenza, comprese le modalità di elezione dei vari ruoli della Conferenza. Non bisogna staccare il tema elezione della direzione di un Presidente, del Segretario, da questa visione più partecipativa. Questo è lo scopo: avere una Conferenza più partecipante, più partecipata, e una valorizzazione delle Conferenze Episcopali Regionali”.
Per Betori i tempi sono molto ristretti: “a fine marzo dovremmo avere delle proposte da fare all’Assemblea, perché in Assemblea non si può arrivare senza l’approvazione del Consiglio Permanente. Sembra una cosa verticistica, ma in realtà è molto più legata a momenti di consultazione, di partecipazione. Solo il Consiglio Permanente può dare il permesso di presentare all’Assemblea delle proposte. Quindi a fine marzo si dovrebbe avere un orientamento per sapere se a maggio possiamo votare in Assemblea Generale una Riforma della struttura della Cei, che poi però, per andare a regime, dovrà avere prima l’approvazione del Papa attraverso l’approvazione della Congregazione per i Vescovi e poi dei tempi tecnici di attuazione, perché se dovessero arrivare forme nuove di elezioni c’è bisogno di un’altra Assemblea . Siamo in cammino”.
Un processo che, se i Vescovi italiani volessero, potrebbe concludersi durante la prossima Assemblea straordinaria, prevista per Novembre 2014, già calendarizzata da tempo, in quanto appuntamento previsto in quel mese ogni due anni.
Sul progetto di Riforma il Cardinale Betori ha comunque le idee chiare: “La mia esperienza dice che siccome il Vescovo di Roma è un Vescovo italiano, è bene che anche il Vescovo di Roma stia dentro ai processi partecipativi. Il problema è sapere come. Però è bene che non ci sia un processo unicamente dei Vescovi italiani senza il Vescovo di Roma. Mar shampla, il modo con cui si nomina il Segretario Generale, è un tentativo di far questo, non dico che sia il migliore, ma è un tentativo, perché si parte da una terna di nomi su cui non tutti i Vescovi del Consiglio Permanente votano, questi voti li conosce solo il Papa, il quale quindi fa una scelta che è sua, ma tenendo conto di quello che è l’orientamento del gruppo dei Vescovi che hanno votato nel Consiglio Permanente”.
“Ecco, questo mix, tra responsabilità del Papa e responsabilità dei Vescovi, non dico che sia il meglio, però è un modo in cui si è cercato di tenere insieme che i Vescovi dicano la loro e il Papa dica la sua. Ovviamente la parola del Papa non può essere un voto di 226 Ordinari. Per me, ci deve essere un momento in cui il Papa interviene, perché sennò vien fuori una cosa abnorme dal punto di vista ecclesiologico: che i Papi, compreso e soprattutto Papa Francesco, che sottolineano che sono Papi in quanto Vescovi di Roma, poi tirano fuori la diocesi di Roma dalla comunione delle Chiese d’Italia. Ecclesiologicamente, la diocesi di Roma, è una diocesi italiana, che deve esprimersi. Io non ho una ricetta. Qui ci vogliono i giuristi che sanno loro come combinare queste cose. Guai però a dividere i Vescovi italiani dal Papa. Bisogna stare insieme”.
Il Cardinale Angelo Bagnasco aprendo lunedì scorso il consiglio permanente della Cei, ricordando che la sessione di questa settimana del “parlamentino” dell’episcopato prenderà in esame la revisione dello statuto della Conferenza episcopale, chiesto da Papa Francesco “nel segno di una crescente partecipazione” ha evidenziato come “con la luce dello Spirito che abbiamo appena invocato nell’adorazione eucaristica iniziamo la sessione invernale del Consiglio Permanente, ed esprimiamo viva gratitudine al Santo Padre Francesco, che ci ha mostrato particolare fiducia chiamandoci a rivisitare lo Statuto dell’Episcopato Italiano. A distanza di quattordici anni (Bealtaine 2000) dalla sua formulazione – ha puntulaizzato l’Arcivescovo di Genova – lo riprendiamo in mano alla luce delle attuali circostanze storiche, nel segno di una crescente partecipazione, nonché del rinnovato slancio missionario affinché il mondo spalanchi il cuore all’amore di Dio”.
“Come segno della passione con cui abbiamo accolto il compito affidatoci, in questi giorni prenderemo in esame il ricco materiale pervenuto, frutto della riflessione che le 16 Conferenze episcopali regionali hanno fatto a partire dal foglio di lavoro; e decideremo come procedere per un lavoro attento e proficuo, svolto – ha aggiunto Bagnasco – con la necessaria ponderazione che il Santo Padre ci ha raccomandato”.
Il Comunicato Cei che annunciava la convocazione del consiglio episcopale permanente sottolineava che tra i temi all’ordine del giorno “è previsto un primo esame dell’esito delle consultazioni delle Conferenze Episcopali Regionali sulle indicazioni di Papa Francesco in merito a una migliore valorizzazione delle stesse, delle commissioni episcopali, del lavoro del consiglio permanente e dell’assemblea generale, nonché rispetto alle modalità di nomina delle diverse figure della Presidenza”.
Nei mesi scorsi Papa Francesco ha espresso, quando pubblicamente, quando privatamente, l’auspicio che venga ridotto l’eccessivo numero delle diocesi italiane, che venga rafforzato il ruolo delle conferenze episcopali regionali e che venga valutata l’ipotesi che anche la Cei, come tutte le altre conferenze episcopali del mondo, elegga il proprio presidente anziché vederlo nominato dal Papa, che oltre che vescovo di Roma è anche primate d’Italia.
“A Papa Francesco – ha detto lunedì Bagnasco nella sua prolusione– va la profonda gratitudine dei Vescovi italiani per l’attenzione costante e la cura affettuosa con cui segue da vicino il cammino della Chiesa italiana. Prova ne è stata di recente la nomina del nuovo Segretario Generale ad interim nella persona del Vescovo di Cassano all’Jonio, S. E. Mons. Nunzio Galantino, che ha colmato il vuoto creatosi dopo l’elezione a Vescovo di Latina – Terracina – Sezze – Priverno di S. E. Mons. Mariano Crociata. Credo di interpretare i sentimenti di tutti esprimendo a Mons. Crociata la nostra grata ammirazione per il lavoro impegnativo svolto negli ultimi cinque anni con intelligente e generosa passione. A Mons. Galantino va la nostra cordiale vicinanza e l’augurio corale di un buon lavoro in questo peculiare momento per la vita della nostra Conferenza Episcopale”.
Peculiare momento dove l’asse Firenze-Perugia potrebbe non solo essere determinante ma vincente, anche perchè i Vescovi appartenenti alla corrente ruiniana, di cui Betori è l’esponente più alto all’interno della Cei, sono molti, tra cui lo stesso Bassetti.
Franco Mariani
Ón líon 3 - Bliain mé 29/01/2014
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