Betori per l’Immacolata: “Firenze ritrovi la sua forza. A Natale? L’essenza non sta nel cenone e nei regali”
Nonostante il Coronavirus la solennità dell’Immacolata Concezione è stata celebrata dal Cardinale Giuseppe Betori con lo stesso scandire degli appuntamenti tradizionali di questa giornata – benedizione presepe sul sagrato, habits, omaggio alla Madonna -, anche senza andare alla Loggia del Bigallo e le folle oceaniche sia in Cattedrale, e di più fuori nella piazza, tipiche della mattina dell’8 dicembre.
Non è stata da meno nemmeno l’omelia, dove il Cardinake ha parlato anche della prossima celebrazione della Messa della notte di Natale nelle parrocchie dell’arcidiocesi e dell’importanza di fare il presepe: “Il vero dono di Natale. Dobbiamo dircelo in questi giorni, in cui ci si vorrebbe far credere che il Natale è meno Natale perché avremo difficoltà ad acquistare i doni da scambiarci, a ritrovarci intorno a una tavola ben imbandita, a scambiarci affetto con gli abbracci. Non voglio sminuire il significato di gratuità che c’è in ogni dono, di comunione che c’è quando si condivide una mensa, di amore che c’è nel gesto che ci avvicina all’altro. Ma dobbiamo pur dire che non è questa l’essenza del Natale, bensì l’incontro con Gesù, che con la sua grazia viene a sanare la nostra vita dal male”.
“Non ci turberà neanche – ajoutée – non poter collocare la memoria del Natale del Signore, come eravamo abituati a fare in tempi recenti, alla mezzanotte, ora simbolica ma non essenziale per un rito che continueremo pur sempre a celebrare in ore della notte, come vuole il vangelo, ma anche articolandone il significato nelle diverse forme celebrative previste dalla liturgia: Messa nella Vigilia, Messa nella Notte, Messa dell’Aurora, Messa del Giorno, tutte quante Messe di Natale. Ciascuno potrà trovare il proprio tempo per partecipare alla celebrazione con la precauzione richiesta dal contenimento del contagio”.
La gioia del Natale si manifesta anche in altre forme: “gesti di vicinanza a chi in questi giorni è impegnato nel dare sollievo alla sofferenza, nel mondo della sanità e in quello della carità solidale verso i poveri, come anche espressioni di vicinanza a chi vive nella solitudine, anche solo con qualche parola al telefono”.
Da non trascurare neanche i segni esteriori: “Mi riferisco anzitutto al presepe, che esorto ad allestire in ogni casa, nelle scuole, negli esercizi commerciali, nei luoghi di lavoro. È importante non perdere l’immagine del Bambino che nasce nel contesto della nostra vita. L’altro segno che raccomando riguarda i tabernacoli di immagini mariane disseminati per le strade e le piazze delle nostre città e paesi. Non manchi in questi giorni un segno di devozione, un fiore o un lume, a dire il nostro amore a Maria e al suo Figlio”. Segni, ajoutée, qui “suscitano memoria e orientano il cuore. L’intreccio dei personaggi del presepe ci richiama l’importanza dei legami personali e sociali e come questi trovino radice feconda nella presenza di Gesù. L’immagine materna di Maria ci invita a riflettere sul grande dono della vita e su come essa vada sempre accolta e protetta”.
Al termine del solenne pontificale la tradizionale preghiera alla Madannona che, comme mentionné, non è stata rivolta, come di consueto, all’immagine conservata nella Loggia del Bigallo, ma davanti alla statua venerata in duomo c0n il titolo di Santa Maria del Fiore: “Veniamo a renderti l’omaggio della città e della Chiesa di Firenze e a pregarti per la vita, le attese e le necessità di questo tuo popolo” ha affermato l’arcivescovo di Firenze, che ha poi richiamato la preghiera di Papa Francesco dello scorso maggio, per invocare la protezione di Marioa “nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che attanagliano il mondo intero”.
Pensando in particolare a Firenze, Betori ha aggiunto “la pressante preoccupazione per il lavoro di tutti e per il futuro di questa città, che deve poter ritrovare la sua forza creativa nel creare sviluppo e che non può rimanere a lungo priva della presenza di quanti vengono ad ammirarne la bellezza, ma che dovrà pensare in modo nuovo questa sua vocazione all’accoglienza perché la dimensione economica non ne offuschi la ragione ultima che dovrà essere espressione della sua eredità umanistica e della sua natura solidale”.
Des images vidéo de Franco Mariani.
Franco Mariani
Par le nombre 321 – Anno VII del 9/12/2020
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