“Bianca come la neve” di Mariarosaria Conte
L’adolescenza è una fase della vita molto delicata; è quel tratto dell’età evolutiva caratterizzato dalla transizione dallo stato infantile a quello dell’individuo adulto. Pochi individui – maschi o femmine non fa poi tanta differenza – ne escono indenni e privi di traumi, talvolta leggeri, altre volte pesanti e che lasciano il segno. Eppure l’adolescenza è il “periodo” (che va dai 13-14 anni fino ai 19-20) che ci consente di costruire il nostro essere senza condizionamenti esterni, o quasi.
I genitori – così come anche il “sistema”, in primis la scuola – dicono una cosa e l’adolescente fa quasi sempre l’opposto. L’adolescenza è quella battaglia, senza esclusione di colpi, che tutti siamo costretti, volenti o nolenti, a combattere. Con i suoi scontri persi e quelli vinti, con le gioie esplosive e i dolori lancinanti, con gli amori che crediamo essere “per sempre” e che invece svaniscono come bolle di sapone al vento. Amori perduti che ci fanno male, sovente malissimo. Anche se il dolore, fortunatamente, dura poco…
“Bianca come la neve” è il nuovo sorprendente romanzo della scrittrice partenopea Mariarosaria Conte, seguito di “Mare nell’anima” del 2015, ed è la storia di una ragazza, la sedicenne Morena, che alle prese con il suo primo vero amore reagisce lasciandosi travolgere appieno dalle tante emozioni positive e negative che da questo scaturiscono.
“La luna era un’unghia sottile e gialla, sembrava così dispettosa e impertinente che non poté non strapparmi un sorriso teneramente folle, mentre con le mani infreddolite mi asciugavo lacrime silenziose”, scrive Mariarosaria, descrivendo perfettamente lo stato d’animo di una Morena inquieta e sempre più vicina alla fase adulta.
Ma chi è Morena? La protagonista del romanzo di Mariarosaria Conte è una ragazza semplice, timida, studiosa e impegnata. Al rientro dalle vacanze estive da Oti, durante le quali si è fidanzata con Davide, bellissimo, più grande di lei e appartenente alla “Napoli bene”, deve fare i conti con diverse complicazioni. Na verdade, Morena e Davide appartengono a due mondi assolutamente diversi e incompatibili tra loro. Em seguida,, nonostante gli sforzi di entrambi i giovani, la loro storia non può avere un futuro. Davide lascia Morena che – letteralmente distrutta dalla fine di una storia con il ragazzo che lei considerava una sorta di Dio sulla Terra – si chiude in se stessa allontanando la madre, il padre, la sorella minore, l’amico del cuore Lorenzo e le amiche di sempre, sprofondando in una acuta depressione che la porterà all’anoressia…
Morena è pervasa da quell’amore adolescenziale che le fa credere che il suo ragazzo sia tutto ciò che di meglio la vita le avesse potuto “regalare”, eppure, quando si ritrova in mezzo agli amici di Davide – nel romanzo sono descritti snob, “vip”, arrogante, strafottenti… insomma, i tipici “figli di papà” con poca arte e tanti soldi – si sente impacciata, quasi un’intrusa, persino inferiore a loro. Magari perché non si può permettere la borsa costosissima o le scarpe firmate. E per questo si sente e si vede anche brutta, sempre più insicura. Eppure Davide, “figo” e diverso dai suoi amici – nonostante sia anche lui fondamentalmente snob, vip, ricco e della “Napoli bene” – è anch’esso profondamente innamorato di Morena.
Morena, come tutte le sue coetanee, combatte la sua guerra. Dalla sua parte ha un’intelligenza fuori dal comune, una sensibilità profonda, una grazia e una pazienza da invidiare… Già il fatto che riesca a non “scoppiare” e a non scappare di casa con una famiglia “opprimente” (in senso assolutamente protettivo e mai negativo) come la sua… le fa onore. E quindi si rifugia – quando può – tra le braccia del suo grande amore, forse consapevole che esso rappresenta nientemeno che tutta la libertà che lei sogna e desidera più di ogni altra cosa al mondo.
La descrizione della festa “vip” del sabato sera rende bene l’idea dell’impacciata Morena: “Mi sentivo osservata e in effetti lo ero. Tutti mi fissavano come si squadra un cucciolo smarrito. Il mio sguardo era basso, cercavo di non incrociare quello degli altri che sentivo addosso, caldo e appiccicoso come l’afa nelle peggiori giornate d’Agosto. La ragazza di Gerardo, Gemma, mi si avvicinò con un sorrisetto ipocrita e arrogante. In quel momento di perdizione, anche il suo pessimo ghigno dovette sembrarmi un segno di bontà. Provai a salutarla, ma lei mi diede le spalle proprio mentre azzardavo l’approccio, fingendo di non conoscermi”.
Poi accade l’inevitabile: Davide decide di lasciare Morena. La descrizione che l’autrice fa dell’episodio è semplicemente stupenda. Il lettore si trova catapultato a due passi dai protagonisti, e osserva dal vivo la scena. Mariarosaria supera se stessa in questa dettagliata e perfetta “esposizione” che sembra essere a tutti gli effetti palesemente auto-biografica (ma questa è soltanto una mia considerazione).
“Mi ritrovai alla fermata dell’autobus. Sola, confusa, in lacrime. Ripetevo senza interruzione una cantilena. ‘È la fine, la fine di tutto… è la fine, la fine di tutto…”.
Morena smette di mangiare, l’apatia prende il sopravvento. La fame costante diventa la sua unica compagnia. Fortunatamente non smette di studiare, nada. Divora libri e s’immerge nelle lezioni, ottenendo i massimi voti in tutte le materie scolastiche. Ma l’anoressia è in agguato, è sempre più vicina.
“Bianca come la neve” è una lettura straordinaria, soprattutto grazie alle descrizioni degli stati d’animo dei personaggi, Morena in primis, mas não somente. Anche la storia, narrata in modo impeccabile, è davvero coinvolgente ed emozionante, e nonostante il romanzo sia il seguito di “Mare nell’anima” (il primo romanzo dell’autrice, anch’esso piacevole e ben scritto), quest’opera può essere letta in autonomia, e supera notevolmente la precedente, sfiorando – senza esagerazioni – il capolavoro letterario di Narrativa contemporanea.
La scrittura frizzante, precisos, minuziosa, fa vivere la storia di Morena quasi come una storia personale, e il tema dell’amore adolescenziale che si scontra con le differenze sociali è trattato con grande attenzione e con un contorno di “scene” mai scontate. I personaggi sono ben caratterizzati, i dialoghi sono perfetti, la storia ti prende e ti accompagna fino alla fine in un crescendo emozionale. Cinque stelle per “Bianca come la neve”, e complimenti vivissimi all’autrice.
“Bianca come la neve è l’ideale seguito di ‘Mare nell’anima’ – spiega Mariarosaria – una storia ambientata in un paesino costiero, Oti, luogo immaginario ispirato dalle coste del Cilento, potremmo dire molto simile ad Agnone o ad Acciaroli, dove normalmente personalmente trascorro da sempre le vacanze e dove ha visto le proprie origini il mio primo romanzo. Nel primo testo, Morena, la protagonista, che da sempre è stata una ragazza invisibile, durante l’estate del racconto si innamora di Davide, ragazzo bello e ricco, che ai suoi occhi è irraggiungibile. In ‘Bianca come la neve’, mi cimento nel raccontare del rientro, di quando i due ragazzi devono affrontare la sfida di calare il nuovo rapporto nel loro quotidiano napoletano. Da subito ci si rende conto che non è semplice perché appartengono a classi sociali diverse, frequentano comitive diverse e vivono in famiglie di stampo etico diverso. Na verdade, dopo i primi tempi di frequentazione, la loro storia entra in crisi, essendo Davide stanco dei comportamenti impacciati di Morena, dei divieti imposti dalla sua famiglia e dell’incapacità da lei esibita nel calarsi all’interno della sua comitiva. A quel punto Morena si nasconde in una bolla tutta sua, mettendo alla porta gli amici di sempre e la famiglia. Recuperare sembra impossibile”.
“‘Bianca come la neve’, pur essendo il sequel di ‘Mare nell’anima’, è altamente godibile in autonomia – chiarisce l’autrice partenopea – perché è soprattutto un capitolo importante della vita di Morena, alle prese coi problemi che l’adolescenza spesso riserva. Racconto delle palpitazioni della prima cotta, dei primi scontri pesanti tra amici, ho cercato di scandagliare i fondali di un giovane animo femminile, seguendone gli smottamenti del suo cuore. Na verdade, ‘Bianca come la neve’, sull’onda di una voce speciale, estremamente delicata e sensibile, come quella di Morena, affronta diverse tematiche adolescenziali, alleggerite dal rosa di alterne vicende amorose e presentate attraverso la favola di una Cenerentola dei giorni nostri. Quindi le storie che si intrecciano tra i ragazzi, i primi amori, le amicizie, le differenze di classe sociale, le famiglie benestanti e quelle più modeste, sono il mezzo, un espediente, per raccontare i passaggi fondamentali nella crescita dei ragazzi. Potrei dire che, nello specifico, le tematiche affrontate sono: un’iniziale mancanza di fiducia nei propri mezzi, la presa di coscienza di se stessi, l’integrazione e il rapporto con i pari, e la difficile comunicazione tra figli e genitori. Queste realtà sono state rivisitate con gli occhi di madre e insegnante”.
“Mi viene chiesto spesso, in qualità di madre e d’insegnante, nonché di appassionata di romanzi del genere young adult – continua la scrittrice – quali siano le chiavi d’accesso per un dialogo con l’adolescente di oggi e io rispondo sempre che non sono una psicologa, né un’esperta del settore, per cui lungi da me da impartire lezioni e/o elargire verità assolute, pur se ci tengo a dire che prima di scrivere ‘Bianca come la neve’ ho fatto un paio di letture interessanti di Vittorino Andreoli, e ho letto un libro molto pertinente di una coppia di psicologhe americane, (Adele Faber e Elaine Mazlish ‘Come parlare perché i ragazzi ti ascoltino e come ascoltare perché ti parlino’) che hanno fatto il giro del mondo con le loro idee, e devo dire che, in parte o forse su molti punti, hanno supportato la mia esperienza di vita vera con ragazzi a scuola e a casa. Premesso questo, non esistono ricette magiche, o meglio strade semplici da percorrere; La chiave d’accesso? Una sola grande parola chiave, da cui poi il resto ne consegue: amo!”.
Mariarosaria Conte, maestra, mamma e scrittrice di successo, ci regala alcuni consigli a mio parere molto importanti per quanto riguarda il rapportarsi con un figlio adolescente: “Amare un adolescente significa, rispettare i suoi tempi, entrare sulle sue lunghezze d’onda, capire quando è il momento di intervenire e quando è il momento di tacere, capire quando lasciarli andare e quando, em vez, trattenerli a sé. Lasciarli andare non significa abbandonarli, ma lascarli vivere le proprie esperienze, anche con la preoccupazione che si possano fare del male, inteso in senso metaforico, perché da una brutta esperienza, spesso se ne viene fuori più forti. Ma soccorrerli se ci si rende conto che quella prova può essere troppo dura da affrontare da soli. Non lasciar mai trascorrere un giorno, un solo giorno, senza aver cercato un momento di complicità con il proprio figlio, senza aver chiesto: ‘Come va?’ Mi rendo conto che lavoro, família, incastri vari che generano stress, stress, e ancora stress, ci tormentano talmente tanto che sembra ci manchi l’aria e, em seguida, il tempo, per dedicarci ai nostri figli, ma non bisogna mai dimenticarsi di guardarli in faccia e chiedere loro come stanno… Ma non la classica domanda ‘come è andata a scuola?’ per sapere dei voti… Ma com’è andata, veramente, a scuola. Chiedere di ciò che va al di là dei voti, dei lustrini, della facciata. E poco importa se la casa è in disordine, se il frigo è vuoto, se ci sono i panni da piegare e stirare o se non si rispettano gli orari di cena e pranzo, perché la cosa importante sono loro: i nostri ragazzi e che quando ci mettiamo a tavola per cena e per pranzo ci guardiamo in faccia e parliamo, di noi. Dei veri ‘noi’. Lasciare, assim, una porta sempre aperta al dialogo, immedesimarsi nei loro problemi, anche se a noi possono sembrare sciocchezze, e ascoltare soprattutto ciò che non dicono, ciò che va oltre il linguaggio verbale”.
“Credo che i ragazzi di oggi – confida Mariarosaria Conte – a differenza di quelli della mia generazione, siano ancora più fragili, perché tra di essi sanno essere ancora molto spietati e, soprattutto mi permetto di dire che ci troviamo molto spesso di fronte a famiglie assenti. In un contingente storico così articolato e complesso, non bisogna dimenticare che gli adolescenti non sono adulti, sono ancora dei ragazzi, e dietro le loro rispostacce, le loro inquietudini, le loro insicurezze, le loro fashion photo su Instagram, tutte strutturate e ben studiate, spesso, o forse sempre, c’è ancora un bambino che soffre, che non sa ancora chi è, e soprattutto come trovarsi un posto nel mondo. Hoje, come dieci, quindici, venti anni fa, i ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento con cui confrontarsi. I punti di riferimento più importanti sono la famiglia, la scuola, gli amici. Un ambiente familiare sereno e accogliente gioca un ruolo fondamentale nella vita dei ragazzi, che non vanno abbandonati a loro stessi, specie nel momento del bisogno. Ma anche amici e insegnati possono incidere tantissimo sulle esperienze formative di un adolescente”.
“Certamente ‘Bianca come la neve’ è un romanzo d’amore in senso lato – conclude l’autrice – L’amore della famiglia di Morena, tutta: il padre, la madre, irmã. I genitori rinunciano alle loro manie di controllo pur di vedere la propria figlia rialzarsi da una brutta caduta. Perché anche questo è importante, non sempre il punto di riferimento per un giovane è un genitore, può essere un terapista, un cugino, uno zio, un parente qualsiasi o un amico di famiglia; è fondamentale però che il genitore si renda conto che in quel momento è necessario fare un passo indietro e lasciare spazio a chi può aver maggior presa sul ragazzo, é isto, talvez, è il più grande gesto d’amore che una mamma e un papà possano fare nei confronti dei propri figli. Poi c’è l’amore che caratterizza un’amicizia pura che supera anche i momenti difficili tra Morena, Fiorenza, Claudia e Federica. Le ragazze dimostrano di esserci, di esserci sempre per Morena e lei le ha strette nel cuore, legate ad essa da un filo invisibile, ma solido. E poi ci sono i primi amori giovanili, quelli che ti fanno perdere la testa, il sonno, la fame… quelli che ti danno il tormento e ti schiantano a terra e ti fanno crescere… ti fanno diventare adulto. E infine una splendida storia d’amore puro tra due giovani”.
“Bianca come la neve” di Mariarosaria Conte, Ateneapoli Editore
Michael Lattanzi
Pelo número 237 – Anno VI del 13/2/2019
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