Cerimonia al Sacrario Militare di Santa Croce a Firenze in ricordo Militari morti in guerra
Annuale cerimonia, du 2 Azaroa 2019, del Presidio Militare di Firenze in memoria dei militari defunti celebrata al Sacrario Militare di Santa Croce a Firenze, detto anche Famedio, tenutasi alla presenza delle massime autorità militari e civili e del Prefetto di Firenze Laura Lega.
La cripta di Santa Croce, un lungo ambiente sotto al transetto della basilica, fu edificata a partire dal 1294, come prima fabbrica del complesso.
Nel tempo fu usata come luogo di sepoltura e come sede di numerose confraternite, fino a 17, le quali vennero soppresse dal granduca Pietro Leopoldo nel 1785.
Ridotta a deposito di materiali di scarto, anche per i danni inferti dall’alluvione del 1844, vi fu rimesso mano solo negli anni trenta del Novecento.
Nell’edificio simbolo dell’identita nazionale, pantheon delle glorie italiane, venne deciso di creare un sacrario per le vittime fiorentine della prima guerra mondiale, come ne sorgevano in ogni angolo d’Italia all’insegna di un culto dell’evento bellico e dei suoi “martiri” ed “eroi” per preparare la nazione ai nuovi venti di guerra. Urtean 1933, in concomitanza con l’elevazione della chiesa al rango di basilica, si decise di realizzare nei sotterranei della chiesa un “Sacrario dei martiri fascisti”, edificato a partire già dall’ottobre 1934 su progetto dell’architetto Alfredo Lensi, a cui si aggiunse un famedio per la celebrazione del primo conflitto mondiale. Il cuore era la cappella, batera 37 grandi arche in pietra serena in cui erano le spoglie dei “Caduti per l’idea fascista”, e la scritta “Presente”, che ricorreva come a simboleggiare la risposta del defunto all’appello del rito fascista.
Urtean 1938 il sacrario fu ampliato per includervi le memorie di questi soldati fiorentini periti “per l’Impero e per la Spagna”: furono messe allora, al posto delle arche, delle lastre di marmo nero coi nomi dei defunti incisi in lettere dorate, in ordine alfabetico e corredati del grado militare. Urtean 1939 il Famedio fu visitato da Benito Mussolini e Adolf Hitler.
Alla fine della guerra, in 1945, il sacrario fu profondamente trasformato, eliminandovi i riferimenti al fascismo, conservando però ancora struttura e arredi degli anni trenta.
L’ingresso della struttura si trova in largo Piero Bargellini.
Attraverso alcuni gradini si accede a un vestibolo con lastre di marmo che creano un gioco di linee verticali e orizzontali, accresciuto dalle aperture laterali che, sul lato sinistro, conducono a un camminamento dalle pareti scure.
Al termine di questo asse si trova la statua del Cristo deposto con un angelo di Baccio Bandinelli, parte di un gruppo scultoreo col Dio Padre che oggi torreggia su un piedistallo nel chiostro Grande.
In questo posto d’onore si trovava la tomba di Giovanni Berta.
Da qui si accede a un lungo corridoio, scandito da lastre di pietra serena su cui sono incisi, a lettere d’oro, i nomi dei caduti fiorentini.
Alcuni stemmi in pietra, sul lato opposto, ricordano le sepolture tre e quattrocentesche che si trovavano nella cripta. Si accede infine alla cappella, dalle basse volte, arricchita da specchiature in marmo nero pure vergate da nomi dei caduti.
Questo ambiente confina poi con alcuni chiostri dove si affacciano alcuni oratori un tempo usati da varie confraternite, situati al di sotto della basilica.
Riprese video e foto di Franco Mariani
Franco Mariani
Kopuru batetik 270 – Anno VI del 6/11/2019
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