Ci vuole un fiore
“Tutti gli usi della parola a tutti, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo”, Gianni Rodari.
Quest’anno cade il centenario della nascita di un grande artista, un famoso autore di letteratura infantile, che ha scritto una grande quantità di libri per bambini, filastrocche e poesie e anche testi di canzoni: Gianni Rodari.
Lo conosciamo tutti, abbiamo letto le sue novelle, le storie di fantasia e di invenzione che ci hanno aiutato a dormire la notte e a sopportare le giornate con la febbre alta, e le sue storie sono state tradotte in moltissime lingue, grazie alle quali (primo e unico italiano) ha ricevuto il prestigioso premio Hans Christian Andersen, considerato il piccolo premio Nobel della narrativa per l’infanzia.
Rodari nasce in Piemonte nel 1920, ci vive fino al 1929, anno in cui il padre Giuseppe, fornaio, muore per una broncopolmonite, a nove anni si trasferisce con il fratello e la mamma a Gaverate, in provincia di Varese, dove porta avanti i suoi studi.
In 1941 vince il concorso per maestro, ma la scrittura è la sua vera passione; Rodari aveva una sua filosofia di vita, dove l’errore è visto come un’opportunità e la fantasia è importantissima e i bambini sono dispensatori di verità.
“Per essere grandi bisogna essere diversi, non stupidi, diversi”.
“Sono le pecore fuggitive che portano il gregge a nuovi percorsi, in fondo tante cose nascono per caso, un errore sulla mappa, una distrazione, una passione incontrollabile o solo un uomo perso come tutti gli altri che senza spiegazione sceglie il lato improbabile della strada”.
Perciò… viva l’errore Creativo!
E questa filastrocca è una delle mie preferite:
“Alla Formica”: Chiedo scusa alla favola antica se non mi piace l’avara Formica, io sto dalla parte della Cicala che il più bel canto, non vende, regala.
Sempre vostra…
Silvana Scano
By the number 279 – Anno VII del 22/1/2020
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