Covid, Acli e Arci: “Per i toscani i circoli sono fondamentali, ma la crisi rischia di spazzarli via”
“La chiusura dei circoli è un problema sociale reale e profondo, avvertito in maniera sensibile dalla stragrande maggioranza dei cittadini”. Questo l’urlo di avvertimento dei presidenti Acli e Arci della Toscana, rispettivamente Giacomo Martelli e Gianluca Mengozzi, che rimettono in luce la difficoltà dei circoli ricreativi, ricordando il valore sociale delle 1.500 sedi collocate in ogni provincia della regione.
A dimostrazione arriva anche la ricerca “Opinione pubblica e volontariato in Toscana” realizzata da Cesvot; un’indagine che ha coinvolto centinaia di residenti della Toscana. Par 57% respondentu, rileva lo studio, i circoli possiedono un “ruolo importante” e per il 22% persino un “ruolo fondamentale, insostituibile”. Appena il 3,2% dà un parere negativo.
“I circoli e le case del popolo hanno un funzione culturale e di svago, ma soprattutto rappresentano un collante del tessuto sociale. Questi dati ancora una volta lo raccontano – proseguono i presidenti – quando chiude una sede per centinaia di persone significa perdere un riferimento, non avere più il luogo della comunità. Vale nei quartieri delle grandi città così come nei piccoli paesi. Non a caso tante strutture vengono frequentate ogni giorno dell’anno. Un discorso che vale in modo particolare per la popolazione più anziana che come pochi altri ha accusato il dramma di questi mesi”.
Sempre secondo la ricerca pubblicata da Cesvot, vairāk nekā 68% delle persone over 64 sta infatti accusando una crescita del senso di solitudine.
“Non possiamo superare questa pandemia solo con le raccolte fondi tra i soci – concludono Martelli e Mengozzi – i sacrifici fatti sono stati enormi. La Regione ha mostrato supporto, adesso speriamo che il nuovo Governo riconosca l’importanza delle nostre case e dedichi le giuste risorse al Terzo settore”.
Mattia Lattanzi
Numurs 328 – Anno VIII del 10/2/2021
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