Dagli anni ’60 agli inizi del XXI secolo: la Collezione Casamonti si rinnova
Open voor het publiek op 25 marzo dello scorso anno, la Collezione Casamonti allestita al Piano Nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni, storico edificio capolavoro architettonico rinascimentale opera di Baccio d’Agnolo, si rinnova totalmente.
È il rinnovo programmato e annunciato da Roberto Casamonti già al momento dell’apertura al pubblico, con l’obiettivo di presentare e mettere a disposizione dei visitatori il fior fiore dell’ampia collezione personale, raccolta dal noto gallerista fiorentino in 40 anni di appassionate ricerche.
Nel primo anno di apertura ad essere esposti in palazzo Salimbeni sono stati i capolavori della prima metà del Novecento, accolti con notevolissimo interesse da pubblico e critica, mentre ora, ad essere rivelata è l’arte della seconda parte del secolo, con le proposte che si confermano all’altezza delle maggiori istituzioni museali attive in questo ambito.
Si inizia con l’Arte Povera da Penone, Ceroli, Zorio, Merz, Pistoletto, Kounellis, Gilardi, Boetti, Calzolari fino ad arrivare a Pascali. Biasi, Colombo e Bury testimoniano l’Arte Cinetica o Programmata, mentre Agnetti e Paolini, l’Arte Concettuale.
Per il Nouveau Réalisme la scelta è caduta su Cesar, Arman, Spoerri, Klein, Hains, Christo, mentre Nam June Paik e Chiari testimoniano il movimento Fluxus. La cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo è presente con Schifano, Angeli, Festa, Tacchi, Mambor e Lombardo; la Land Art con Long e Christo; il New Dada con Rauschenberg e Dine.
Gilbert&George, Ontani, Marina Abramovič, Vanessa Beecroft interpretano la Body Art, opere affiancate dal video di Bill Viola; mentre in riferimento alla Pop e Graffiti Art sono presenti Andy Warhol, Keith Haring e Basquiat.
Il movimento della Transavanguardia è documentato da Paladino, Clemente, De Maria e Chia. Con loro la Collezione propone una sequenza non meno spettacolare di altri interpreti: da Melotti, Pomodoro, De Dominicis, Parmiggiani, Adami, Marca-relli, Uncini, Cattelan, Isgrò. Tra i grandi dell’arte internazionale ricordiamo opere di: Mirò, Tàpies, Uecker, Kiefer, Kapoor, Cragg.
Il livello che connota la collezione è sempre e comunque personale.
Roberto Casamonti nel proporre questa sua seconda finestra sull’arte, così come è stato per la prima parte, non si è posto un obiettivo museale, di precisa e completa documentazione storico-artistica, obiettivo per altro impossibile. Ha scelto, selezionato, individuato, artisti e opere di suo personale interesse.
Ad essere qui proposta è una sorta di storia dell’arte del secondo Novecento “secondo Casamonti”, in cui il collezionista racconta i suoi personali gusti e valori, questa specificità garantisce alla Collezione un valore aggiunto. Trattandosi di un collezionista del livello e della competenza di Roberto Casamonti, questa “discrezionalità” di scelta, diventa realmente un valore. Nel racconto di mezzo secolo d’arte, essa ci riconduce a visioni e passioni, storie e amicizie che hanno tracciato la lunga storia del gallerista e del collezionista.
L’auspicio di Roberto Casamonti è che il successo ottenuto con la prima parte della Collezione-incentrata sulla linea evolutiva del Novecento che dal figurativo arriva al linguaggio astratto- possa continuare anche per questa seconda sezione, in cui si analizzano i profondi cambiamenti dell’arte contemporanea e i suoi esiti di stampo concettuale.
Cecilia sloten
Dal numero 250– Anno VI del 29/5/2019
 
Dagli anni ’60 agli inizi del XXI secolo
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Uur: Woensdag, Donderdag, Vrijdag, Zaterdag, domenica dalle ore 11.30 bij 19.
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