“Daiki” di Maria Rosaria Belfi
Dopo il suo libro d’esordio, “Come ali di farfalla”, storia che richiama la tragedia della guerra in Siria, la scrittrice Maria Rosaria Belfi regala ai lettori “Daiki”, edito da Marzia Carocci, un racconto sorprendente che trasporta il lettore in una bellissima avventura in mezzo alla natura, alla riscoperta di quei valori genuini e indispensabili che oggi più che mai hanno bisogno di essere riscoperti: draudzība, il rapporto fra gli esseri umani, il rispetto e l’amore per la natura e gli animali, la capacità di saper osservare il mondo circostante e di saper comprendere e apprezzare tutto ciò che di bello esso ci dona quotidianamente.
Maria Rosaria Belfi, di sé ammette: “Ho un’identità che contempla le mie due anime di appartenenza: la mia regione d’origine, la Basilicata e la mia regione d’adozione, la Toscana. Ho mutuato da entrambe una forma di magica spiritualità della quale amo sostanziare i miei scritti. I paesaggi e la natura in genere fanno da scenario ai miei racconti. Quando posso, mi ‘vesto di natura’ nella quale ritrovo aspetti ancestrali e situazioni oniriche”.
E che l’autrice riesca a “vestirsi di natura” lo dimostra perfettamente in questa sua seconda opera letteraria.
Con “Daiki” Maria Rosaria si rivolge principalmente ai ragazzi, ma non solo. Patiešām, leggendo questo suo scritto s’imparano molte cose legate in particolar modo alla campagna, ma soprattutto si riflette. Si riflette su quanto ci sia bisogno di genuinità e “normalità” e amore, in questo nostro mondo così diviso…
“Daiki” è un termine che deriva dal giapponese: “dai” vuol dire “grande”, combinato con “ki” che significa “splendore” o “bagliore”, ma anche “albero”, oppure “prezioso” o “nobile”. Da qui il titolo che l’autrice spiega essere “Il grande bagliore”.
Il romanzo vede come protagonista Cosimo, un simpaticissimo bambino con tanti sogni, che ha frequentato la quinta elementare, felicissimo perché si appresta a trascorrere le vacanze estive dalla zia Mietta.
E infatti, l’inizio delle vacanze di Cosimo, la partenza e l’arrivo alla casa in campagna della zia, il frutteto, i colori stupendi della natura in Estate, la vicina azienda che produce miele, sono solo alcuni degli ingredienti di questo dolcissimo racconto; poi l’amicizia con Ashraf, un bambino siriano di Aleppo, scappato dalla martoriata Siria con la madre dopo che il padre è morto nei bombardamenti.
Cosimo è un ragazzino molto intelligente, e ovviamente si pone delle domande. “In classe si parla della guerra, delle conseguenze dei conflitti ma l’incontro ravvicinato con chi la guerra l’ha vissuta veramente è tutt’altra cosa. Ashraf, il bambino della guerra, Ashraf, un bambino come me. Una storia vera che fa riflettere, che tocca dolorosamente le corde del cuore…”, si chiede Cosimo in uno dei suoi costruttivi monologhi interiori.
Cosimo è un bambino curioso, dolce, educato, altruista, e instaurerà un bellissimo rapporto di sincera amicizia e condivisione con Ashraf. E la guerra che ha devastato e devasta la Siria, presente nei ricordi e nei brevi racconti del bimbo siriano, non riesce a scalfire la felicità e le emozioni che i due nuovi amici provano vivendo insieme fantastiche avventure in mezzo alla natura.
Tra ricette squisite, pranzetti e merende, scampagnate e incontri ravvicinati con ginepri strapieni di bacche, biancospino in fiore e api che ronzano felici, i due amici riusciranno anche a salvare la vita a un cerbiatto con una zampa rotta. E sarà per loro un’esperienza indimenticabile.
Daiki sarà il nome che daranno al cerbiatto, e con il quale instaureranno un rapporto davvero speciale.
“Daiki” non è un semplice romanzo – o racconto, come lo definisce l’autrice – credo altresì che sia una bellissima favola moderna da leggere con attenzione, magari immersi in quella natura quasi surreale descritta nell’opera di Maria Rosaria.
Un piccolo gioiello di Narrativa che potrebbe – anzi dovrebbe – entrare nelle scuole con lo scopo di far capire ai nostri bambini e ragazzi – così “smarriti” e spesso letteralmente “rincoglioniti” dagli smartphone e dai videogames – che esistono ancora valori genuini, veri e speciali, quali ad esempio il rispetto e l’amore verso la natura…
Molto carine, originali e descrittive le illustrazioni di Francesca Di Nardo, che rendono ancora più chiara e divertente la lettura del testo.
“Una coccinella incede lentamente e ogni tanto si ferma in un’attesa inspiegabile. Ashraf la raccoglie delicatamente e la guarda camminare sul palmo della mano. La rimette sull’erba e la segue con lo sguardo. Nel suo cuore la speranza di un mondo migliore”, scrive l’autrice, ottimista e certa che un mondo migliore – prima o poi – ci sarà davvero.
Noslēgumā, “Daiki” è una storia che deve essere letta e riletta, in particolar modo ai bambini e ai ragazzi di oggi, soprattutto perché saranno gli adulti di domani. E anche perché Cosimo rappresenta il bambino che è in noi, in tutti noi. E tutti, in un modo o nell’altro, siamo stati bambini. Dovremmo non dimenticarcelo mai…
“Mi sono occupata per moltissimi anni della formazione dei bambini per i quali ho scritto delle storie che i piccoli hanno animato e reinterpretato – racconta Maria Rosaria di sé – alcuni dei miei racconti fanno parte di antologie edite da Apollo, Caffè delle Arti e Nuovi occhi sul Mugello. Inoltre amo raccontare la condizione femminile e il ruolo della donna ai nostri giorni. Il mio libro ‘Come ali di farfalla’, Apollo Edizioni, è una storia che richiama la tragedia della guerra in Siria, e ‘Daiki’ è il mio ultimo racconto, edito da Marzia Carocci”.
“Mi sono avvicinata alla scrittura da poco tempo – continua l’autrice – ma ho sempre desiderato cristallizzare emozioni, riflessioni e suggestioni consegnando la mia interiorità alla parola scritta, veicolo universale nel sempiterno universo della sensibilità umana. Raggiungere le consapevolezze in un momento storico dalle istanze sociali più disparate: la distruzione nei tanti focolai di guerra che costellano i luoghi del pianeta, la condizione della donna ma soprattutto la realtà del mondo bambino”.
“Affido i pensieri agli elementi della natura che, suffragando i miei stati d’animo, li disperdono nei vicoli dell’animo umano. Ho visto – spiega la scrittrice – e continuo a vedere il mondo con gli occhi dei bambini, con i loro desideri e le loro attese. Da loro ho imparato molto e il desiderio di raccontare le nostre condivisioni ha dato vita a ‘Daiki’, una storia di amicizia e di solidarietà nata in una classe dal profilo multiculturale. Un racconto dove l’amicizia e la solidarietà diventano condivisione, empatia, progettualità. Ashraf, il bambino di Aleppo, incontra Cosimo e, in una calda estate, nascono un sodalizio emotivo, un’amicizia e un progetto di vita. Un incontro di anime anche fra gli adulti dove maturano il rispetto per la diversità, uno spiccato senso di fratellanza e la voglia di ricostruire e di ricostruirsi”.
Ma perché proprio Daiki? Maria Rosaria risponde così: “Nella ricerca del titolo, sono stata ispirata dal significato del nome giapponese Daiki che significa ‘grande bagliore’. La grande luce che deve sempre illuminare il percorso di chi si occupa della formazione dei ragazzi: il nostro futuro. Percorso che tutte le componenti sociali devono affrontare in modo sinergico soprattutto in un momento storico come il nostro contraddistinto da emotività incontrollate, fuorvianti e pericolose. Il cerbiatto Daiki rimasto intrappolato in una buca viene salvato dagli sforzi comuni dei due bambini determinati a portare a compimento l’operazione salvezza. Daiki, la luce, la possibilità di salvezza, di redenzione. Una storia inframmezzata da spaccati teneri, come l’amore nato fra Torquato e Mietta, non più giovanissimi. Non mancano nozioni di botanica e ricette a confronto che titillano le papille gustative e favoriscono il senso di unione. Dalla lettura del libro, ognuno mutuerà sentimenti ed emozioni, sicuramente sarà portato a riflettere…”.
“Mi piace concludere – ammette l’autrice – con le parole di Heather O’Hara: ‘Il cambiamento si è inginocchiato accanto a me nel deserto e con la voce che abbia mai sentito, ir detto: Mi piace essere la ragione di tutti i tuoi inizi. Poi ha baciato le mie lacrime, si è alzato in piedi, e mi ha preso per mano’”.
E per quanto concerne l’editoria italiana, Maria Rosaria commenta: “Credo che in Italia sia diminuito drasticamente il numero dei lettori e sono in aumento i libri scritti e pubblicati. I grandi editori detengono una gran fetta di editoria. Per i piccoli editori si concentrano su pubblicazioni di settore e a tiratura limitata. Il formato digitale è notevolmente in crescita anche se il formato cartaceo ha una buona tenuta. ‘Bisogna creare lettori, non dar loro solo quello che vogliono’, diceva Carlos Fuentes e io condivido. Bisogna incentivare politiche scolastiche di educazione alla lettura”.
E quando le chiedo se ha un sogno nel cassetto, la scrittrice risponde: “Il mio sogno nel cassetto? Aprire quel cassetto dove sicuramente, in ogni momento, troverò l’aspetto onirico della vita che raccorda l’essenza umana e quella spirituale. Cercherò fonti di ispirazione nell’animo umano e nella natura. Le affiderò al vento perché le porti in ogni angolo della Terra e nell’animo di ogni uomo perché possa riconoscersi atomo di un infinito”.
Maria Rosaria Belfi, conclude spiegando che “la natura, scenario del racconto, è il giusto contraltare alla massima invasione del virtuale, nella vita dei ragazzi…”.
E non si può darle torto.
Mattia Lattanzi
Dal numero 228– Anno V del 28/11/2018
"Daiki” di Maria Rosaria Belfi
Casa Editrice: A&A di Marzia Carocci
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Oppure ordinabile all’indirizzo: edizionimarziacarocci@virgilio.it
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