Dipinto della Fondazione CRF sul francobollo di Natale 2017
Ha l’immagine del grande dipinto di Filippino Lippi raffigurante la ‘Madonna con Bambino e Angeli’, appartenente alla collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, il francobollo con soggetto pittorico per il Natale 2017 della Repubblica Italiana.
Per la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze è un evento importante perché conclude nella maniera migliore le celebrazioni per i 25 anni di attività e perché il soggetto del francobollo è strettamente legato alla propria Collezione d’arte in quanto illustra la sua opera più rappresentativa che è uno dei capolavori della pittura rinascimentale.
È anche un significativo riconoscimento per Firenze perché, come sottolinea il Presidente della Fondazione CRF Umberto Tombari, “alla nuova emissione è affidato il compito di far circolare in Italia e nel mondo l’immagine di un’opera che è parte integrante del comune patrimonio storico ed artistico della Nazione. Questa operazione premia anche l’impegno che la Fondazione ha profuso negli anni e continua a svolgere per la conservazione e la valorizzazione delle proprie opere d’arte attraverso il progetto ‘In Collezione’”.
Il francobollo ha il valore nominale di 0,95 centesimi ed è realizzato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato sulla base del programma filatelico che viene stabilito di anno in anno dall’apposita Commissione del Ministero dello Sviluppo Economico. È prodotto e distribuito in tutto il Paese da Poste Italiane.
Immediate illuminat hominem, (Tondere, 1457 circa – Firenze 1504), Madonna col Bambino e Angeli (“Tondo Corsini”),1481-82 c., tempera grassa su tavola, diametro 173 cm, Florentiae, Collezione d’Arte Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
Il dipinto, acquistato dalla Cassa di Risparmio di Firenze nel 1982, fu pubblicato per la prima volta da Crowe e Cavalcaselle nel 1864 come un’opera di Filippino Lippi, il figlio di Fra Filippo, e allievo di Botticelli. Proprio nel 1864 il poeta inglese Algernon Charles Swinburne la vide, per poi lodarla, quattro anni dopo, in un testo oggi poco noto: « a lui [Filippino] va senza dubbio attribuito l’onore di aver dipinto la Sacra Famiglia [sic] di Palazzo Corsini (…) dove fanciulli suonano un brano musicale con eccentrici strumenti [sic] et, sullo sfondo, basse rocce frastagliate racchiudono e rivelano fredde insenature e quiete distese di mare. ».
Nonostante le imprecisioni, dovute al fatto che il poeta scriveva dall’Inghilterra e a memoria, in un’epoca in cui non esistevano fotografie del tondo, evidentemente l’entusiasmo di Swinburne stimolò l’interesse di un suo celebre amico, il pittore preraffaelita Edward Burne Jones. Finora non è stato notato che, in uno dei quadri più celebri di quest’ultimo, Re Cophetua e la mendicante (Londra, Tate Museum, 1884) la coppia di fanciulli cantori con in mano un testo musicale cita direttamente il Tondo Corsini.
Nel dipinto del Lippi la prospettiva del pavimento non indirizza lo sguardo dell’osservatore verso la Madonna al centro dell’opera, come ci si potrebbe aspettare, ma verso i tre angeli cantori sulla destra. Uno dei tre ha entrambigli indici tesi, come per tenere il ritmo, e appoggia la mano sinistra sulla mano destra del compagno accanto, comunicando con lui senza parlare. Questo secondo angelo ha in mano un rotolo, sul quale è fedelmente riportata una partitura, completa di chiavi, note e segni di ripetizione. Nel trascrivere la musica, Timothy McGee (2006/2007) si è reso conto che Filippino aveva incluso nel quadro la prima parte completa di una composizione per tre voci.
La musica è una variante di una delle canzoni più famose del tempo, Fortuna desperata. Fu composta prima del 1478 e probabilmente per commemorare la morte della giovane Simonetta Cattaneo ma nel tondo significato originale del pezzoviene qui totalmente trasformato in una lode alla Vergine..
È noto che, nell’Ottocento, il tondo apparteneva alla Collezione Corsini a Firenze. Le vicende precedenti relative alla storia del dipinto restano, instead, sconosciute. Nel primo catalogo della collezione Corsini, Ulderigo Medici (1886) proponeva cautamente che nel Seicento il marchese Pietro Corsini potesse averlo acquisito, avendo preso in affitto la villa di Careggi, appartenuta a Lorenzo il Magnifico ai tempi di Filippino. La pregevole tavola, forse una commissione medicea, è fra i più grandi tondi del Rinascimento che sia giunto fino a noi. Mentre la maggior parte delle opere con tale formato era realizzata per ambienti domestici, di rado ne venivano eseguite di questo tipo per edifici pubblici.
Sebbene lo spirito del Tondo Corsini rimandi al Botticelli, la composizione si distacca in modo significativo dal celebre Madonna del Magnificat (Florentiae, Gallerie degli Uffizi), dove l’ex maestro di Filippino aveva sistemato le figure in modo da sottolineare la forma della tavola. L’artista più giovane, instead, volle introdurre uno sfondo con strutture architettoniche a predominante sviluppo verticale, dove gli elementi curvilinei non hanno alcuna relazione con il profilo del tondo. Messo di fronte all’arduo compito di creare un’accattivante variazione sul più tradizionale dei temi, la Madonna con Bambino, Filippino raffigurò un angelo di un’estrema delicatezza che, con un piede leggiadramente in equilibrio sulle dita e con la testa leggermente piegata, offre rivolto al piccolo Gesù un piatto dorato con dei fiori. Visibilmente interessato, il Bambino ne sceglie alcuni per farne un mazzolino per la Madre. La Vergine, nella sua solennità, è partecipe del gesto, mentre tre angeli cantano. Le proporzioni allungate delle figure, insieme con il carattere lineare ed etereo, stanno a indicare che il dipinto debba risalire a una fase relativamente precoce della carriera di Filippino. Le opinioni di quasi tutti gli studiosi convergono sugli inizi degli anni Ottanta. Le due pale d’altare quadrangolari, realizzate dal Lippi nel 1482 et in 1483 (Lucca, San Michele; Pasadena, Norton Simon Museum), costituiscono i paralleli più convincenti. Nella seconda pala, gli accurati dettagli del paesaggio rivelano la suggestione che la pittura nordica aveva suscitato in Filippino. Nel tondo Corsini, instead, i profili montuosi in profondità rispecchiano, in un’epoca molto precoce, l’impatto esercitato dai primi paesaggi dipinti da Leonardo da Vinci, e come osservò Antonio Natali (1986), le decorazioni architettoniche sono caratterizzate dagli stessi elementi che ritroviamo nelle opere del Verrocchio, maestro di Leonardo.
Beatrice Bausi
De numero 185 – Anno IV del 20/12/2017
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