Неделя 24 май: 54ma Giornata Nazionale delle Comunicazioni Sociali con il Cardinale Betori
Mai come in queste settimane di “tempo sospeso” – condizionato dalla pandemia che semina sofferenze, lutti e dolore – abbiamo bisogno di storie che edifichino, non che distruggano; “storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme”.
«Abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita», che riveli «l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri», come ha detto di recente Papa Francesco richiamando il suo Messaggio, pubblicato nel gennaio scorso, per la 54^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che quest’anno potremo celebrare solo liturgicamente, Неделя 24 maggio Festa dell’Ascensione, dopo aver ripreso da pochi giorni responsabilmente nel rispetto delle regole la condivisione in forma comunitaria della Mensa Eucaristica.
В 10.30 ci ritroveremo col nostro Cardinale Arcivescovo nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, mentre i sacerdoti sottolineeranno il significato di questa “Giornata” durante le Sante Masse previste nelle comunità parrocchiali sempre nel rispetto delle misure di sicurezza.
E’ un tema quasi profetico quello scelto quest’anno da Papa Francesco: «“Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia».
Un messaggio di conforto, di bellezza, che invita a raccontare appunto tutto ciò che di bello c’è nel mondo. Un bisogno, che si è ulteriormente rafforzato con l’emergenza che stiamo vivendo e che pone qualche interrogativo.
Immersi nel flusso quotidiano delle notizie, chiamati ogni giorno a scegliere cosa dire, когато, come operatori dell’informazione, passiamo dalla comunicazione (importante) al racconto che dà vita?
Quando riusciamo a dare un senso razionale ed emotivo insieme a questo flusso ininterrotto. Quando trasmettiamo un dinamismo positivo, una prospettiva. Quando riusciamo a ricondurre ad unità la globalizzazione frammentata che caratterizza il nostro tempo. Altrimenti la comunicazione senza storia, senza senso, senza verità finisce con il divorare se stessa. E si trasforma in una trappola che ruba l’anima e l’intelletto a chi sembra costretto a connettersi per esistere, e ad alienarsi connettendosi, come direbbe Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero Vaticano per la Comunicazione. Immergersi nella storia, nelle storie di ogni giorno, per diventare esperti di vita vera.
Come fare?
L’unica esclusiva che possiamo veramente difendere è quella che ci deriva dal rapporto diretto con le persone. La verità è sempre una ricerca che nasce dall’indagine della realtà. Cioè dal camminare dentro le storie che fanno la Storia. Per i media di ispirazione cristiana questo significa evitare la tentazione di rappresentarci come un mondo separato, di pensarci come uno specchio pago di raccontare se stesso.
Una riflessione, questa, che avremmo voluto affrontare proponendo una nuova “Settimana delle Comunicazioni Sociali” : l’insorgere del Coronavirus ci ha costretti invece a porre il tutto in un cassetto.
Un programma che vorremmo riprendere verso la fine di autunno, se l’evolversi dell’Emergenza pandemica lo consentirà.
Per supportare la ripresa del Cammino sinodale e per promuovere nelle Comunità una diffusione straordinaria di “Toscana Oggi” e “Avvenire”, che insieme a “Radio Toscana” si sono fatti “portavoce” della Parola e del costante incoraggiamento del nostro Pastore, svolgendo in questi mesi un prezioso Servizio di informazione e collegamento ecclesiale, integrato efficacemente da parrocchie e Vicariati con dirette streaming e Video-Social.
Certi di poter trovare ancora una volta al nostro fianco i tradizionali partners: l’ACEC con un interessante progetto di educazione all’immagine rivolto alla Scuola, realizzabile con la collaborazione dell’Ufficio della Pastorale Scolastica; il Centro Culturale San Paolo con Letture sulla Sinodalità.
Antonio Lovascio
Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Firenze
От номер 296 – Anno VII del 20/5/2020
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