Dopo 650 anni messo in Duomo l’ambone per la proclamazione della Parola di Dio
L’Opera di Santa Maria del Fiore sulla base delle esigenze liturgiche espresse dall’attuale Arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori, ha fatto realizzare un nuovo arredo liturgico per la Cattedrale di Firenze, un ambone amovibile.
Il nuovo arredo liturgico è stato utilizzato per la prima volta durante la Santa Messa della Solennità di Tutti i Santi, lo scorso 1 novembre, ed utilizzato anche da Papa Francesco per pronunciare il suo solenne discorso programmatico alla Chiesa Italiana riunitasi a Firenze per il Convegno Ecclesiale Firenze 2015, lo scorso 10 novembre.
L’ambone, in resina patinata a finto marmo, è opera di Etsuro Sotoo, lo scultore giapponese che dal 1978 lavora all’apparato iconografico della Sagrada Familia a Barcellona in Spagna, il capolavoro di Antoni Gaudì, dove ha realizzato centinaia di sculture, completato il portale della Natività e restaurato il chiostro del Rosario, danneggiato dai bombardamenti della guerra civile.
Si tratta di un ambone amovibile e “perciò in qualche modo assimilabile a un arredo liturgico”, ha spiegato il Cardinale Betori durante la sua omelia, dove ha precisato le ragioni liturgiche e il significato dell’ambone nella liturgia post conciliare.
Fino ad oggi la cattedrale di Firenze è rimasta priva di un ambone, anche se l’intenzione di creare specifiche strutture per la proclamazione della Parola di Dio nello spazio liturgico risale al periodo costruttivo del Duomo, il 22 settembre 1366, quando gli Operai dell’Opera deliberano: “E nelle quarte cholonne si faccia a chiascuna un perghamo bello e onorevole”.
“La tradizione cristiana – ha precisato il Cardinale – ha evidenziato l’importanza della parola di Dio proclamata nell’assemblea liturgica stabilendo un luogo specifico per il suo annuncio. Nel tempo tale luogo ha assunto la forma dell’ambone, uno spazio delimitato e sopraelevato da cui la parola può discendere sull’assemblea a imitazione di quanto avvenne a Gerusalemme nella lettura liturgica della Legge al ritorno del popolo dall’esilio babilonese … La liturgia rinnovata dal Concilio Vaticano II impone che oggi non si indugi più nel dare attuazione a quell’antico proposito, sostituendo il leggio che finora ha assolto impropriamente la funzione dell’ambone e dando quindi risalto al polo liturgico della proclamazione della Parola!”.
Mattia Lattanzi
Dal numero 89 – Anno II del 2/12/2015
Per vedere la foto più grande basta cliccarci sopra
Seguici!