“Esistenze di vetro” di Massimo Mauro
Massimo Mauro, kelas 1958, fa il suo esordio nel mondo editoriale con questo romanzo, pubblicato da Edizioni Ester, dal titolo “Esistenze di vetro”.
L’autore veste i panni del solitario Ivan, un idealista, narrandoci attraverso i suoi occhi una vita vissuta tra avventure, fughe, amori e rivoluzione in giro per il mondo. Un’avventura che attraversa trent’anni di storia, dagli anni ‘70 fino all’alba del nuovo millennio: anni di profondi mutamenti sociali, politici e tecnologici che coinvolgono il nostro paese e il mondo intero. Mutamenti che Ivan, in fuga dalla patria, osserva da lontano e con occhi colmi di amarezza. Tanti gli incontri, le esperienze, yang mencintai, ma soprattutto le perdite.
La trama è complessa, articolata attraverso un gran numero di flashback evocati dal protagonista in modo improvviso, che a volte possono confondere sulla precisa collocazione cronologica. Ciononostante è in grado di suscitare emozioni profonde grazie ai temi trattati: amore, solitudine, lealtà verso la causa e senso di giustizia. Esistenze di vetro è ben più di una storia, è una vita vissuta; un vento che, per quanto fittizio, sa trasportare il lettore in molte direzioni.
“‘Esistenze di vetro’ nasce alla fine degli anni ‘80 – spiega lo scrittore – quando scrissi un racconto dal titolo ‘Il gatto nelle nevi’. Presi spunto da un vero gatto che c’era in un albergo in cui lavoravo sperduto nelle dolomiti. Ho sempre adorato le metafore filosofiche, insieme alla storia la mia materia preferita; poiché vengo da una città dove il terrorismo ha fatto parecchi danni, in più io l’ho vissuto sulla pelle, per i tanti ragazzi che conoscevo che erano finiti nel calderone, mi sono immaginato uno di questi che fosse tornato dopo decenni all’alba del 2000. Kapan, dalam 2011 l’ho ripreso avevo già la storia in testa, tanto che la scrissi d’impeto senza fermarmi. Il titolo originale voleva essere Pezzi di vetro, proprio tratto dalla canzone di De Gregori citata all’inizio del romanzo, ma poi con la mia editing abbiamo pensato a esistenze che sembrava molto più appropriato alla vicenda”.
“Premetto sempre nelle mie interviste che Ivan non sono io! Pur avendo una visione rivoluzionaria della vita – continua Massimo – mai avrei potuto essere un terrorista. Questo per chiarire subito le cose. In seconda istanza diciamo che di autobiografico non c’è niente, se non il luogo in cui vive in Italia, dove ho abitato per parecchi anni. Il resto è tutto frutto della mia, spero, fervida fantasia. Semplicemente mi sono messo nei panni dei personaggi, come dice la mia editing, che io scrivo con la telecamera come se qualcuno mi guidasse… Certo è che i personaggi sono sempre frutto anche di persone che hai conosciuto o letto, la vera Alessandra esiste veramente come fisionomia fisica, è una bravissima professoressa di italiano al liceo, cara amica a cui ho detto che il personaggio era disegnato su di lei. Difatti è rimasta molto contenta con tutte le differenze di ceto sociale e altro cui io avevo affibbiato all’Alessandra del romanzo. Il lavoro che ho svolto per decenni mi ha portato in giro e ho conosciuto migliaia e migliaia di persone, alcune anche molto famose, per cui nell’affinarli nei miei libri mi affido, esattamente come facevo da ragazzino prima di addormentarmi con i libri di avventura (London, Salgari, Verne e Conrad su tutti), alla mia visione mnemonica degli stessi, magari cercando un particolare che mi lega a loro o altro”.
“Cosa bolle in pentola per il futuro? Tantissimo! In questo momento sto finendo l’editing di ‘Sidecar’, il mio secondo romanzo – conclude lo scrittore – che si svolge nella Genova del 1953 durante le elezioni della Legge Truffa, in cui un Commissario liberale dovrà confrontarsi con una piccola guerra sotterranea tra fascisti e comunisti, ma conoscerà l’amore anche nella tragicità degli eventi che si susseguono. Spero di presentarlo per l’inizio del nuovo anno. Inoltre sto già scrivendo il terzo romanzo che s’intitola ‘Progressivamente’, abitando io di fronte all’isola di Ibiza ho scoperto articoli, foto e altro che parlano della comunità hippy degli anni 60 nell’isola e qualcuno ci vive ancora. Dato che sono patito di musica rock progressivo di quegli anni sono partito da lì per raccontare una storia che sarà scritta stile Antologia di Spoon River: nel senso che i personaggi non sono tutti morti, mungkin!, ma parlano in prima persona del personaggio centrale che è il collante di tutto. Una storia tra Spagna, Italia, Stati Uniti e Vietnam. Per ora mi sono preso un piccolo allontanamento per altri progetti che ho in testa. Il primo che sto scrivendo direttamente in castellano è la volontà di creare una serie di racconti polizieschi anzi proprio giallo classico, ma con due personaggi di base un pochino squinternati. Il tutto si svolge a Valencia città che adoro e dove abito a cento chilometri. Per finire mi sto cimentando in romanzi che pubblicherò con pseudonimo solo in self per vedere, come diceva Jannacci, l’effetto che fa! Non dico di più. L’ultima cosa sul work in progress come si dice adesso, fa figo e non impegna, ho messo giù dei file interessanti su storie che mi sono capitate e di cui vorrei parlare e scrivere ovviamente: una saga familiare su una famiglia che, durante il tempo di Mussolini, venne mandata in medio oriente, colonie dell’Impero di allora insomma. Mi sono imbattuto in una storia, tutta spagnola, dei bambini che venivano rubati dalla chiesa agli oppositori di Franco durante la dittatura, si parla di 30mila e forse più e che sono stati mandati nel mondo latino americano delle dittature per far sì che non si aggiungessero ai socialisti rivoluzionari spagnoli. Su questo ho già delle idee di come si potrebbe sviluppare”.
Il libro merita 4 stelle su 5.
Eleonora Marseille
Blog Eleonora Marsella
Oleh nomor 139 – Anno III del 21/12/2016
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