Farinelli, voce regina
È alto, solo in mezzo al palcoscenico, maestoso con l’elegante mantello, sta cantando “Lascia che pianga”, e la sua voce soave, insinuante e dolce incanta il pubblico, è una voce che ammalia.
Siamo nel 1734 e il cantante è Farinelli, il più famoso e venerato dei soprani, osannato come un idolo, capace di suscitare svenimenti e isterismi come fecero i Beatles nel momento di massima gloria.
Carlo Broschi, in arte Farinelli, nasce il 24 ເດືອນມັງກອນ 1705 ad Andria in Puglia (ai tempi territorio incluso nel Regno di Napoli), si avvicina alla musica sin da bambino su invito del padre che lo induce a studiare canto, mentre il fratello maggiore, Riccardo, studia come compositore; ed è proprio Riccardo che nel 1717 decide di sottoporre Carlo a castrazione, al fine di permettergli di mantenere la propria voce così angelica.
ໃນ 700 la castrazione degli esseri umani nell’Europa Cristiana veniva fatta da un macellaio oppure da un barbiere, senza anestesia, un vero abominio, e la motivazione era perché c’era il divieto della chiesa di far cantare le donne (la donna in chiesa doveva tacere, e se non poteva parlare figuriamoci cantare); quindi si era presa l’abitudine di castrare i giovani più adatti al canto in modo da ottenere le voci femminili del coro.
Questo fu il destino di Carlo.
Ma Carlo non era un debole, era un uomo che soffriva per ciò che aveva subito, detestava la sua condizione, detestava anche essere idolatrato da uomini e donne solo per la sua voce; Carlo si sentiva un uomo a metà, anche se certamente un uomo colto, di bell’aspetto, ottimo conversatore, sicuro di sé, e rispettato da tutti.
Poteva odiare il fratello, valente musicista, per aver voluto la sua castrazione? No, non poteva odiarlo, ricordava certamente quel dolore atroce, ma a quella operazione doveva tutto: gloria, onori e tanti, tanti soldi.
Ma perché allora si sentiva così solo? Così malinconico? Cosa era lui? Un essere incompleto? Un dono del cielo? Un miracolo?
Di lui si racconta che cantasse con un’estensione vocale e una potenza mai sentita prima, oltre ad una raffinatezza assoluta, nella sua voce si trovavano riunite la grande forza e la dolcezza, e nel suo stile la tenerezza, la grazia e l’agilità per la fenomenale estensione vocale. Farinelli è ancora oggi ricordato con consenso praticamente unanime come il più grande cantante nella storia dell’opera lirica.
Girò per tutti i più grandi teatri dell’epoca, la sua voce resta ancora oggi a distanza di secoli un mistero, una meravigliosa incredibile pazzesca voce, e forse il segreto è nascosto nella necessità di soffocare il dolore fisico e psicologico di un’amputazione fisica e di una parte della sua vita mai vissuta, persa per sempre.
Sempre vostra…
Silvana Scano
ຈາກຈໍານວນ 243 – Anno VI del 27/3/2019
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