“Fino a qui tutto bene” il nuovo film evento del 2014
Uscirà nelle sale di tutta Italia giovedì 19 marzo “Fino a qui tutto bene”, il nuovo film di Roan Johnson girato a Pisa e dintorni che racconta l’ultimo weekend di cinque ragazzi nella casa in cui hanno studiato e vissuto durante gli anni dell’università, tra il confronto con la vita adulta, le scelte che cambiano la vita, e i ricordi del passato.
Interpretato da Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini con la partecipazione di Isabella Ragonese, il film sarà in anteprima toscana al cinema Fulgor di Firenze mercoledì 18 marzo.
Vincenzo, Paolo, Ilaria, Andrea e Francesca hanno condiviso una casa dove si sono consumati sughi scaduti e brevi amori, nottate sui libri e feste fino all’alba, invidie, gioie, amori e amicizie.
Ma quel tempo di vita così acerbo, divertente e protetto sta per finire, e i cinque dovranno assumersi le loro responsabilità.
Prenderanno direzioni diverse, andando incontro a scelte che cambiano tutto, chi rimanendo nella propria città, chi partendo per lavorare all’estero.
Il racconto degli ultimi tre giorni di cinque amici che hanno condiviso il momento forse più bello della loro vita, di sicuro quello che non scorderanno mai.
Questo film sull’amicizia è stato fatto grazie agli amici, alcuni professionisti del settore, altri semplicemente amici.
L’organizzatore era il proprietario di una libreria, il data manager uno stagista del quotidiano Il Tirreno, la segretaria di edizione era la sceneggiatrice e compagna del regista, incinta di cinque mesi.
Avevano un solo macchinista/elettricista, una sola costumista/scenografa.
Gli attori dormivano nella casa in cui hanno girato, così da essere davvero coinquilini.
Questo clima gli ha fatti diventare i personaggi del film: gli attori indossavano i loro veri vestiti, le stanze erano le loro, e quando hanno dovuto lasciare quella casa, avevano tutti davvero un groppo in gola, come richiesto e raccontato nel film stesso.
“Fino a qui tutto bene – dice Alessio Vassallo – è così che mi piace iniziare, con il titolo del film, che da un po’ di tempo a questa parte è diventato il mio motto. L’esperienza più garibaldina e vitale che abbia mai intrapreso da quando faccio questo lavoro. Ci siamo divertiti e tanto. Sono certo che gli spettatori si divertiranno con noi. Vivere tutti in una casa in una città come Pisa, condividendo le proprie gioie e le proprie sconfitte, i piatti sporchi, le sbronze e le riflessioni, amandosi e odiandosi. È un’esperienza che dovrebbe essere obbligatoria per legge come la vecchia leva militare, ogni ragazzo dai 18 ai 35 almeno un anno lo deve trascorrere in una casa con altre persone condividendo tutto. Un’esperienza che ho vissuto sulla mia pelle per sei anni e grazie a questo film ho avuto il modo di tuffarmi di nuovo in quel mondo magico”.
“Dire che mi sono divertito è scontato – esordisce il pisano Paolo Cioni – una bella troupe di amici, con gli altri quattro attori è stato un mese di goliardia, come credo venga raccontato bene dal film. Io dovevo svolgere il ruolo del pisano quale sono, con tutti i suoi pregi e difetti. Non mostro un affetto diretto verso le persone con cui lavoro, ma tutti i legami nati da questo film, vi assicuro, sono autentici. Sì, ovviamente ci sono stati problemi di ogni tipo, soprattutto nelle riprese in mare, in mezzo a meduse, zattere, sole e nausea. Ma ogni volta che finiva un giorno di riprese, c’era una parte di noi che pensava a quanto fosse vicina la fine di tutto questo e che fino a qui era andato tutto bene. È stata bella e triste, la fine. Non sono un sentimentalone, ma, di nascosto, mi piace piangere per le cose belle. E questa è una di quelle!”
“Non è scontato aderire ad un progetto del genere – confessa Silvia d’Amico – dare forma e consistenza a un film con un budget limitato e mezzi tecnici ridotti all’essenziale. Soprattutto da attore, hai una grandissima responsabilità. Questo è un film fatto di attori. E Roan Johnson è stato un maestro, non ci ha lasciato mai soli, ci ha seguito e diretto con minuzia di particolari in ogni scena, in ogni inquadratura. Ci ha trascinato nella sua storia, nella sua Pisa, nei suoi ricordi spensierati di universitario. Eravamo sul set tutto il giorno e tutta la notte. Esisteva solo quella casa, noi cinque amici, le nostre avventure. Io ero Ilaria, una ragazza impulsiva e scombinata, che davanti a scelte più grandi di lei cerca conforto e protezione dai suoi inseparabili amici: Cioni, Vincenzo, Francesca e Andrea erano davvero con me 24 ore al giorno. Ed è stato un grande dispiacere abbandonarli”.
“Ho ritrovato un regista e amico – ci dice il livornese Guglielmo Favilla – che stimo da un sacco di anni e ho ritrovato e scoperto alcuni amici e splendidi compagni di viaggio, dotati di una gran voglia di fare e un’energia pazzesca. I tempi folli, l’improvvisazione, il cazzeggio, gli sfoghi cutanei (miei), la modalità garibaldina. Ecco, quando Roan dice che siamo stati ‘liberi di fare un film che ci apparteneva’, non è un modo di dire. La cosa più bella e triste allo stesso tempo, è che chiunque ha lasciato il set l’ultimo giorno, in cuor suo sapeva che sarebbe stato difficile riprovare un’esperienza del genere in futuro. Perché era un’esperienza che non assomiglia a nient’altro”.
“Di quei giorni a Pisa – conclude la fiorentina Melissa Anna Bartolini – ricordo un accavallarsi di impegno, caldo, dedizione, abnegazione, forte incredulità, senso di sfida al sistema, ma anche imbarazzo o meglio consapevolezza della nostra sgangherataggine, non senza una certa stima per noi stessi. Perché incredibilmente eravamo riusciti in un’operazione che aveva molte più chance di essere nulla, che di diventare qualcosa”.
Un film divertente, scorrevole, ben interpretato, pieno di colori e di voglia di vivere, una voglia che riesce a trasmettere a chi sta seduto in sala.
Franco Mariani
Dal numero 55 – Anno II dell’11/03/2015
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